giovedì 27 agosto 2015

MUSEO PREISTORICO DEI BALZI ROSSI




MUSEO PREISTORICO DEI BALZI ROSSI

Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi è stato fondato nel 1898 per iniziativa di sir Thomas Hanbury, per mostrare sul posto i reperti scoperti negli anni immediatamente precedenti a seguito dei lavori della cava Abbo. L’allestimento attuale è stato completato ed inaugurato nel 1994. La visita del Museo comprende anche un itinerario all’area archeologica delle grotte visitabili, che sono la Barma Grande, il Riparo Bombrini, la Grotta del Caviglione, il Riparo Mochi e la Grotta di Florestano.

Fu Emile Rivière (Parigi, 22 aprile 1835 - 25 gennaio 1922), medico francese, giunto ai Balzi Rossi all’epoca in cui si stava costruendo la linea ferroviaria Genova-Marsiglia intorno al 1870, che intuì le grandi potenzialità archeologiche delle grotte, solo in piccola parte già scavate.
Ottenuto un finanziamento dal Ministero francese e i necessari permessi, eseguì una serie di campagne di scavo in quasi tutte le cavità che portarono anche alla scoperta di importanti sepolture paleolitiche, per la prima volta ai Balzi Rossi (1872) e tra le prime nel mondo. L’eco suscitato sulla stampa e il resoconto degli scavi, pubblicato successivamente in un volume riccamente illustrato, resero le grotte dei Balzi Rossi famose in tutto il mondo.

Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi conserva solo una piccola parte della grande quantità di reperti restituiti dalle grotte dei Balzi Rossi. I materiali degli scavi ottocenteschi sono stati infatti dispersi in moltissimi musei, sia in Italia che all’estero.
La collezione originaria del Museo comprendeva manufatti in pietra scheggiata, osso, conchiglia e ossa di animali, recuperati nel corso dei lavori della cava Abbo alla fine dell’Ottocento, tra cui resti importantissimi come la famosa triplice sepoltura. A questi si sono aggiunti nel corso degli anni i reperti dei nuovi scavi condotti dall’Istituto Italiano di Paleontologia Umana (grotta dei Fanciulli, Barma Grande, Riparo Mochi), dal Museo di Antropologia Preistorica del Principato di Monaco (grotta del Principe), dalla Soprintendenza (Riparo Bombrini, Ciotti, ex-Birreria). spazi espositivi
L’attuale allestimento del Museo, completato nel 1994 dopo la costruzione del nuovo edificio, si inserisce in un percorso di visita integrato con l’area archeologica (grotte). Dalla nuova lunga sala, in cui è illustrata la storia delle ricerche fino alla seconda guerra mondiale, si passa alla visita delle grotte e alla presentazione degli scavi più recenti, sui due piani del vecchio edificio museale completamente ristrutturato.
Lungo il percorso scandito dalla storia degli scavi e delle scoperte sono trattati, man mano che vengono evidenziati dalle ricerche, temi specifici com
e l’origine delle grotte, la fauna del paleolitico, le sepolture, le statuine femminili (“veneri”), l’evoluzione dell’uomo e della tecnologia degli utensili di pietra, l’arte rupestre. Particolare interesse si presenta la visita alle grotte, che permette di “ambientare” nel luogo di ritrovamento i reperti visti nelle sale.
Visitare il Museo vuol dire imparare a conoscere e scoprire il Paleolitico, il periodo che va dalle origini dell’umanità fino alla fine dell’ultima era glaciale (circa 10.000 anni fa).
Il Museo infatti conserva reperti che vanno da circa 250.000 anni fa (l’osso iliaco di Homo erectus/heidelbergensis) e documentano tutta l’epoca dei neandertaliani e la loro successiva sostituzione da parte dell’uomo attuale (Homo sapiens). Ricca pure la documentazione della fauna dell’era glaciale, che comprendeva specie attualmente estinte.

http://www.culturainliguria.it/cultura/download/fstore/1428922067414/Balzi_Rossi.pdf