giovedì 31 gennaio 2013

ACHILLE PENNELLATORE - PIERO ANFOSSI: C'ERA UNA VOLTA LA FUNIVIA SANREMO MONTE BIGNONE - TEATRO DEL CASINO' DI SANREMO 1/2/2013

ACHILLE PENNELLATORE - PIERO ANFOSSI
C'ERA UNA VOLTA LA FUNIVIA SANREMO MONTE BIGNONE
presentazione del volume edito da Atene
Teatro dell'opera del Casinò di Sanremo
venerdì 1 febbraio 2013, ore 17,30 

Nel volume è raccolta la storia della Funivia Sanremo – Monte Bignone, dalla sua costruzione, negli anni Trenta, alla chiusura dell’impianto (1981), con un’appendice importante sui tentativi per il ripristino di quello che per cinquant’anni è stato un elemento caratteristico e distintivo della nostra città. 
L’opera si compone di tre parti distinte. 
La prima ricostruisce in modo preciso la cronaca degli avvenimenti legati alla funivia: partendo dall’idea nata nei primi del Novecento, si analizza la genesi del progetto vero e proprio della Compagnia Italiana Ferrovie, sfociato nell’inaugurazione ufficiale nel 1937; vengono riprese poi tutte le fasi, dall’interruzione determinata dai tragici avvenimenti della guerra, fino all’ultimo periodo, con i problemi legati alla gestione per la manutenzione e la messa in sicurezza dell’impianto, arrivando infine alla chiusura definitiva nei primi anni Ottanta. 
La seconda parte dettaglia gli elementi tecnici: le stazioni, la linea, i vagoncini, gli orari di servizio, l’istituzione dell’autolinea anche come servizio sostitutivo, il piano di rinnovo dell’impianto. 
La terza parte raccoglie ricordi e testimonianze di chi ha vissuto in prima persona le vicende della funivia e degli eventi collaterali creati intorno al percorso Sanremo – San Romolo. 
Il libro è corredato da una raccolta di fotografie d’epoca particolarmente ricca, che contribuisce a conferire all’opera un’elevata importanza documentaria.

mercoledì 30 gennaio 2013

STALKING - BIBLIOTECA APROSIANA, VENTIMIGLIA 31/1/2012


LA MISE EN DOUTE DU TABLEAU - GALERIE DES PONCHETTES, NICE



LA MISE EN DOUTE DU TABLEAU
Galerie des Ponchettes
77 Quai des Eytats-Unis - Nice
15 septembre 2012 – 10 février 2013


En France, c'est au milieu des années soixante qu'apparaissent de nouvelles interrogations sur le statut de la peinture abstraite. 
Simon Hantaï, qui s'est fait connaître dans les années cinquante comme peintre gestuel issu du Surréalisme, élabore alors un système de pliage "révélant" les formes colorées qui composent l'espace pictural, à partir de la toile dégagée de son châssis, anticipant ainsi sur les recherches du mouvement Supports-Surfaces qui débuteront à la fin des années soixante. 

En octobre 1970, une exposition au Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris intitulée "Supports-Surfaces" regroupe les artistes Marc Devade, Patrick Saytour, Vincent Bioulès, Daniel Dezeuze, Claude Viallat et André Valensi, auxquels vont bientôt se joindre André-Pierre Arnal, Louis Cane, Noël Dolla, Toni Grand, Bernard Pagès et Jean-Pierre Pincemin. 
Ces artistes partagent une interrogation sur les constituants matériels de la peinture (toile, châssis, pigment) dont ils proposent des déconstructions analytiques aboutissant à des systèmes de production picturaux par marquage, empreinte, trempage. Le geste pictural déborde largement le contexte traditionnel du tableau pour investir aussi des situations spatiales complexes et des matériaux quelquefois insolites. Ainsi Daniel Dezeuze investit le châssis jusqu'à réaliser de longs quadrillages de bois souple parfois coloré se déroulant jusqu'au sol. 
Claude Viallat s'attache quant à lui au support (draps, toiles de bâche, parasols) sur lequel il expérimente de façon systématique une forme ovoïde proche du haricot sous forme de modules répétés, par empreinte le plus souvent. Une majorité d'artistes de ce mouvement issu du Sud de la France a conféré dans les années soixante-dix une importance particulière à la scène artistique niçoise, tant et si bien que certains critiques ont assimilé cette tendance à la deuxième génération de l'Ecole de Nice après les Nouveaux Réalistes. 

Très proche de Supports/Surfaces, le groupe 70, plus spécifiquement niçois, réunit initialement cinq artistes : Martin Miguel, Max Charvolen, Serge Maccaferri, Vivien Isnard, Louis Chacallis. 
Ce groupe reflète l'effervescence intellectuelle de ces années-là et les questions que se posent les artistes sur le processus pictural et le statut de l'artiste dans la société où il ouvre. Sous l'initiative de Marcel Alocco une exposition réunit tous les artistes en 1971. Vivien Isnard et Louis Chacallis quittent le groupe en 1973 pour reprendre un travail plus solitaire. 


lunedì 28 gennaio 2013

CARMINE ABATE: LA COLLINA DEL VENTO - TEATRO DEL CASINO', SANREMO 29/1/2013



Martedì letterari
CARMINE ABATE
LA COLLINA DEL VENTO
LE STAGIONI DI HORA
presentazione dei volumi editi da Mondadori
Teatro del Casinò di Sanremo
martedì 29 gennaio 2013, ore 16,30 

Il 29 gennaio nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, alle 16.30, Carmine Abate presenterà "La Collina del vento" e la Trilogia "Le stagioni di Hora". SI tratta di un nuovo interessante appuntamento con la rassegna de I Martedì Letterari del Casinò. 

Un giorno di aprile del 1929 il celebre archeologo trentino Paolo Orsi, accompagnato da un gruppetto di forestieri, sale sulla cosiddetta "Collina del vento", a pochissimi chilometri dallo Ionio, e svela al proprietario l'intenzione di proseguire con gli scavi in tutta l'area per ritrovare il cuore architettonico dell'antica e mitica città di Krimisa. La risposta dell'uomo è violenta: imbraccia il fucile da caccia e intima ai nuovi arrivati di lasciare la Collina immediatamente e per sempre. A osservare impaurito la scena è il figlio bambino del proprietario, che molti anni dopo diventerà il custode della Collina e dei segreti inconfessabili che nasconde. Fino a quando, ai giorni nostri, un archeologo trentino a capo di una nuova spedizione comincia a scavare, svelando nelle sue "notizie degli scavi", strato dopo strato, non solo il mondo sotto la Collina, ma anche quello rigoglioso in superficie, entrambi ricchissimi di storie e di misteri... 

Hora è un luogo dell'anima, un paese in cui, come nella Macondo di Màrquez, il tempo, i fatti, le persone sembrano avvolti in un'atmosfera magica e misteriosa. Ma è anche un luogo concreto, un paese della Calabria dove vive un'antica comunità arbëreshe. Ed è, soprattutto, il luogo privilegiato delle narrazioni di Carmine Abate, che in questa trilogia racconta le diverse stagioni di Hora: il tempo dell'infanzia e della giovinezza, della scoperta dell'amore e della vita; ma anche il tempo del distacco doloroso e dei ritorni; e il tempo grande del mito che si mescola con il presente. Le sue storie, insieme realistiche e visionarie, solari e strazianti, sempre poetiche, hanno il respiro ampio dell'epopea, sospese fra tradizione e modernità, vita, lotte, sogni e memoria. 

domenica 27 gennaio 2013

EDMOND HAXHIU: MOJO - CIRCOLO DEGLI ARTISTI, ALBISSOLA MARINA



REQUIEM IN RE MIN K 626 DI MOZART - CATTEDRALE DI N.S. ASSUNTA, SAVONA 27/1/2013



REQUIEM IN RE MIN K 626 DI MOZART
trascrizione per pianoforte solo di autore anonimo
prima esecuzione assoluta
MAURO CASTELLANO, pianoforte
Cattedrale di N:S. Assunta - Savona
domenica 27 gennaio 2013, ore 21,00

In occasione della giornata della memoria e dell'anniversario della nascita di W. A. Mozart 

Nato a Savona nel 1962, Mauro Castellano ha studiato pianoforte nella sua città con Walter Ferrato, diplomandosi appena diciassettenne, presso il Conservatorio di Genova. Suo insegnante di composizione è stato Sylvano Bussotti, del quale è stato assistente presso la Scuola di Musica di Fiesole. Alla medesima scuola ha inoltre seguito una Masterclass con Maurizio Pollini. Ha suonato per alcune delle più prestigiose istituzioni musicali italiane ed estere, tra le quali la Biennale di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Regio di Torino, Nuova Consonanza a Roma, il Festival di Brescia e Bergamo, il Theatre Reaud-Barrault di Parigi, l'Alte Oper di Francoforte, i Festival di Lussemburgo, Linz, Praga, il La Mama Experimental Theatre di New York, i Monday Evening Concerts di Los Angeles, ecc... Come compositore è stato invitato ad importanti rassegne e festival internazionali. La Società Internazionale di Musicologia gli ha commissionato un brano pianistico in occasione del XIV Congresso, l'Orchestra Studio per la Nuova Musica di Genova gli ha commissionato un Concerto per pianoforte e orchestra, che ha successivamente eseguito al Teatro dell'Opera. Sue composizioni sono pubblicate da Barben e da Edipan. Ha registrato per la RAI, la RSI e la RTL, ed ha inciso pianoforte presso i Corsi Superiori dell'Istituto "G.B. Viotti" di Vercelli. Tiene ogni anno un corso di perfezionamento sulla letteratura pianistica contemporanea presso il Festival di Lagonegro. E' docente presso il Conservatorio N. Paganini di Genova. 

venerdì 25 gennaio 2013

IL PUNTERUOLO ROSSO NELLA RIVIERA DELLE PALME - SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI VENTIMIGLIA, 26/1/2013


GUIDO SEBORGA: OCCHIO FOLLE, OCCHIO LUCIDO - SPOON RIVER 2012



GUIDO SEBORGA
OCCHIO FOLLE, OCCHIO LUCIDO
Diario
Spoon River, 2012

E’ uscita la nuova edizione di “Occhio folle occhio lucido”. Il diario di Guido Seborga pubblicato per la prima volta nel 1968. Un testo fondamentale per riscoprire uno dei protagonisti della cultura italiana del dopoguerra. Ne presentiamo l'introduzione di Massimo Novelli, autore della biografia di Seborga (L'uomo di Bordighera. Indagine su Guido Seborga, Spoon River, Torino 2003). 

Massimo Novelli
Non sottomessi ma liberi

Molti anni prima di Stéphane Hessel e del suo Indignatevi!, Guido Hess Seborga (Torino, 1909-1990)esortava con ben altro spessore letterario a "non essere mai complici di una qualsiasi schiavitù, ma ribellarsi nel presente senza evadere in programmi avveniristici o consolarci con storie mistiche". E aggiungeva: "Vivere nel dramma perchè ne facciamo intimamente parte, rifiutare i nuovi tiranni di metallo e cemento, avere in noi la propria ragione fondamentale di vita e da qui nasce la realtà, da noi stessi non sottomessi ma liberi". Lui era un uomo libero: lo fu da romanziere, da poeta, da giornalista, da organizzatore cultuale, da pittore, da partigiano e da socialista. 
A maggior ragione declinò il suo essere libero, e libertario, in Occhio folle occhio lucido, che compose come autobiografia, diario, bilancio della pro- pria esistenza, pamphlet e soprattutto come grido di rivolta. Era un bisogno di ribellione, del resto, che veniva da lontano, dai tempi dei primi suoi romanzi e dei drammi, da L'uomo di Camporosso a il figlio di Caino, da Spartaco, vuoi essere libero? a Morte d'Europa, quando il nemico dell'uomo erano il nazismo, che Guido aveva visto affermarsi a Berlino, e il fascismo, la guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale. E il grido di rivolta, l'antico grido di Spartaco, in quegli anni Sessanta, in un mondo diviso fra Urss e Usa, fra la guerra del Vietnam e la Cina delle guardie rosse, il risveglio operaio, le tragedie dell' Africa, la morte di Che Guevara, il Maggio Francese, i carri armati sovietici a Praga, risaliva d'intensità, consapevole delle lacerazioni eppure non morto nella speranza di un cambiamento dell'uomo per l'uomo. 
Fu pubblicato dalla casa editrice milanese Ceschina, ora scomparsa, nel 1968, mentre gli studenti e i lavoratori di mezzo mondo provavano a mandareall' aria l'ordine costituito. il libro, che segna inoltre il passaggio di Seborga dalla letteratura all' arte, innestandosi nella sua ricerca, alla soglia dei sessant'anni, di un "corpo nuovo" tanto mentale che fisico, uscì grazie a Pier Angelo Soldini. Piemontese di Castelnuovo Scrivia, era il nume tutelare della Ceschina oltre ché scrittore, critico di valore e corrispondente di guerra, troppo presto scomparso, poco più che sessantenne, nel 1974. Soldini credeva in Guido; nei suoi diari, da poco ripubblicati con merito da Interlinea, in particolare ne il giardino di Montaigne, lo ricorda spesso e si trova a essere d'accordo con Seborga. Come quando, sotto la data del 20 luglio 1965, annota: "Ho trovato una conferma, o meglio un' amplificazione, a quanto scrivevo nella nota del 22 marzo scorso da Castelnuovo, in una pagina molto bella di Guido Seborga dedicata ("Lavoro" di Genova, oggi) alla madre morta: "C .. ) già da tempo quando ero in mare (con una forza fisica minore di quando ero giovane) mi accadeva contemplando la natura di farmi assorbire dalla materia; una volta no, il nuotare solo in alto mare era per me un gioco fisico di forza (sia pure con la paura dei pescecani), un rischio eccitante voluto dal mio sangue; la vita fisica fu per anni la mia vita e lo poteva essere per secoli, se l'uomo non fosse così terribilmente vulnerabile, l'uomo che dura tanto poco, un attimo solo"". 
Sono i temi che innervano il libro che Seborga fa cominciare dalla morte della madre, strutturandolo poi in un alternarsi di passato, di presente e di futuro, di crisi e di rinascita, di eros e di morte, di valori e di disvalori. Si mescolano e trovano coerenza e unità episodi dell' infanzia e dell' adolescenza, gli anni di Berlino e di Parigi, il mare della Riviera di Ponente e di Bordighera, il volto della moglie Alba e Leone Ginzburg intravisto in una strada di Torino, la Resistenza contro i nazifascisti, la sconfitta del Fronte popolare, il Miracolo Economico, le divisioni nel Psi; e s'incrociano gli amori e le passioni, il realismo e il surrealismo, Artaud e Corrado Alvaro, il conscio e l'inconscio, la letteratura, il pennello di Spazzapan e quello di Morlotti, il desiderio di dipingere che stava crescendo in lui con prepotenza; non dimenticando il pensiero di Piero Gobetti e le idee di Marcuse, la morte al fronte di Paul Nizan e il suicidio di Cesare Pavese, la natura e la macchina. Un pieno di vita, ideale, culturale, politica, sessuale, che veniva riassunto nella convinzione di dover "possedere la verità in un'anima e in un corpo". 
Seborga tracciava nel con tempo il bilancio di una generazione che, vinti gli invasori e il fascismo, nelle nuove compromissioni e nella guerra fredda non aveva saputo costruire una democrazia vera, effettiva: "Un basso statalismo, un neocorporativismo rischiavano di distruggere il paese. E ci furono le speculazioni edilizie e dei terreni, nessuna integrazione economica nord-sud, mancata industrializzazione dell' agricoltura, pochi crediti per l'industria media di cui molto s'era occupato Einaudi pur concerti suoi limiti liberali, e una burocratizzazione sempre più corrotta e pesantissima". Tutto ciò svelava nel 1968, come si può leggere nella nota di copertina di Occhio folle occhio lucido redatta sicuramente da Soldini, e conferma ora, "una personalità modernissima" e "un uomo in lotta"; e appariva "singolare" che "questo scrittore nato nel 1909 abbia in sé molte ansie dei giovanissimi ribelli d'oggi". 
Proprio oggi, nel cosiddetto terzo millennio, l'estrema opera letteraria di Guido Seborga, accompagnata dai dipinti e dai disegni, le parole-segno o ideografie mediterranee che andava realizzando rifacendosi ai graffiti rupestri della Valle delle Meraviglie, mostra con maggiore incisività ancora, rispetto a ieri, la sua contemporaneità. In quanto è adesso, più di ieri, che occorre essere non sottomessi ma liberi, e che è indispensabile indignarsi. Occhio folle occhio lucido, anche per le anticipazioni e le premonizioni che contiene, per la solarità italiana (e ligure) e per l’afflato intemazionalista, è uno dei quei libri che non tramontano mai. Non va in soffitta perché è stato scritto nella certezza che la liberazione umana (dalla violenza, dall'odio, dallo sfruttamento, dalla menzogna, dall'indifferenza, dal potere, dall'alienazione, dalla miseria) sia non soltanto possibile, bensì necessaria:"La rivolta umana può distruggere la bestia che ci affligge e ci vuole uccidere". 

mercoledì 23 gennaio 2013

MALA WALDRON TRIO - EX CHIESA ANGLICANA, ALASSIO 24/1/2013



MALA WALDRON TRIO
Ex Chiesa Anglicana
via Adelasia 10 - Alassio
giovedì 24 gennaio 2013, ore 21,15

La pianista, vocalist e autrice Mala Waldron, nata a New York, ha cominciato la sua carriera professionale a 15 anni, formando la sua prima R&B band. Mala, figlia di musicisti, oltre le lezioni con suo padre Mal Waldron, ha continuato a studiare pianoforte jazz, canto e composizione. Nello stesso periodo Mala scrive arrangiamenti per alcune composizioni di suo padre. Il disco seguente a queste esperienze include alcuni inediti tra i quali "Lullabye", dedicato alla madrina Billie Holiday, e “AlwaysThere”, che nel 2006 riceve ottime critiche in tutto il mondo. Per questa sua nuova esperienza europea, Mala Waldron si avvale della collaborazione del contrabbassista Giovanni Sanguineti e del batterista Paolo Franciscone. Il trio eseguirà brani “made in Waldron”, ma anche brani tratti dal repertorio delle produzioni discografiche di tutti i tre musicisti. 

martedì 22 gennaio 2013

ANDREA ZANINI: TURISMO IN LIGURIA - FRANCO ANGELI 2013

ANDREA ZANINI
UN SECOLO DI TURISMO IN LIGURIA
Dinamiche, percorsi, attori
Franco Angeli, 2013
collana "Temi di storia"

La Liguria turistica viene spesso identificata con la formula "seconda casa, sdraio e ombrellone", uno stereotipo che riflette l'evoluzione del settore negli ultimi decenni, quando, dimostrando poca propensione a innovare, ha finito per ripiegare su un turismo di rendita. Questa immagine, piatta e statica, è in netto contrasto con quanto avvenuto nel primo secolo di storia turistica della regione, caratterizzato invece dalla presenza di operatori dinamici, di diversa provenienza, che hanno effettuato consistenti investimenti in infrastrutture e promozione del territorio e grazie ai quali molte località della Riviera sono riuscite ad affermarsi sul mercato nazionale e internazionale. Il volume ricostruisce l'evoluzione storico-economica del turismo ligure dagli anni quaranta dell'ottocento alla seconda guerra mondiale e si focalizza su tre casi di studio che, alla luce delle caratteristiche quantitative e qualitative della domanda e del ruolo giocato dagli attori privati e pubblici nella costruzione dell'offerta, ne testimoniano la varietà e ricchezza di percorsi. 

WU MING 2 - ANTAR MOHAMED: TIMIRA - LICEO ORAZIO GRASSI, SAVONA 22/1/2013



WU MING 2 - ANTAR MOHAMED
TIMIRA
Romanzo meticcio
presentazione del volume, edito da Einaudi
Liceo Scientifico Orazio Grassi
piazza Brennero 2 - Savona
martedì 22 gennaio 2013, ore 15,00

In un capolavoro del neorealismo, Riso amaro di Giuseppe De Santis, oltre a Silvana Mangano in hot pants compare una strana mondina nera. Il suo nome è Isabella Marincola, ma in Somalia si farà chiamare Timira. Donna appassionata e libera, nata nel 1925 a Mogadiscio, è una figura nascosta e leggendaria, uno scrigno di storie intrecciate, tra Europa e Africa, che questo libro per la prima volta disseppellisce. 
Timira è un «romanzo meticcio» che mescola memoria, documenti di archivio e invenzione narrativa. Scritto da un cantastorie italiano dal nome cinese, insieme a un'attrice italosomala ottantacinquenne e a un esule somalo con quattro lauree e due cittadinanze. Per interrogare, attraverso l'epopea del passato, un tempo che ci vede naufraghi, sulla sponda di un approdo in fiamme. 
Questo tempo dove ci salveremo insieme, o non si salverà nessuno. 

domenica 20 gennaio 2013

LUDOVICA BASSO AKA CLOROPHILLA: CUBA STREET ART, - MUYSEO ARCHIOLOGICO DEL FINALE, FINALBORGO



LUDOVICA BASSO AKA CLOROPHILLA
CUBA STREET ART
Museo Archeologico del Finale
Chiostri di Santa Caterina - Finalborgo
dal 19 gennaio al 3 marzo 2013

Dal 19 gennaio al 3 marzo 2013, presso il Museo Archeologico del Finale (Chiostri Santa Caterina, Finalborgo – SV), è allestita la mostra fotografica Cuba Street Art. L'arte nella vita quotidiana dei cubani, con scatti di Ludovica Basso aka Clorophilla. 
Una ricerca fotografica che nasce dall’intento di documentare come l’arte nelle strade dell’Havana comunichi direttamente con la popolazione mescolandosi alla vita quotidiana e diventandone parte fondamentale sia dal punto di vista architettonico che sociale. In una città dove non vi è presenza alcuna di cartelloni pubblicitari e gli unici che svettano sono quelli inneggianti al regime e ai suoi eroi, il fatto che sia i murales che ogni altra espressione artistica sia incoraggiata ed appoggiata dal governo rende l'idea di quanto sia frizzante e piena di entusiasmo l'aria che si respira in questo angolo caraibico. 

Ludovica Basso aka Clorophilla, classe 1986, cresciuta a Finale Ligure, dopo gli studi superiori, s'iscrive all'Università di Torino, per laurearsi in Storia dell'Arte, successivamente a seguito della vincita di una borsa di studio, frequenta il corso triennale di Arti Visive, indirizzo Fotografico, presso l' Istituto Europeo di Design, nel 2012, diplomandosi con il progetto fotografico realizzato a l'Havana: Cuba Street Art. Attualmente lavora come freelance, portando avanti i suoi progetti personali, come Be young in Liguria, un racconto fotografico sull'essere giovani in Liguria. Allo stesso tempo si dedica anche all'illustrazione, collage e produzione di oggetti e gioielli fatti a mano. 

FLORIAN PUGNAIRE - DAVID RAFFINI: ENERGIE SOMBRE - MUSEE PICASSO, VALLAURIS



FLORIAN PUGNAIRE - DAVID RAFFINI
ENERGIE SOMBRE
Musée National Pablo Picasso La Guerre et la Paix
Place de la Libération - Vallauris
12 janvier - 13 mai 2013

L'exposition au Musée National Pablo Picasso, La Guerre et la Paix, permet de découvrir une toute nouvelle production –Énergie sombre– dans laquelle un véhicule est lancé à vive allure dans une étonnante mise en scène. 
La course effrénée de l'engin, les transformations qu'il connaît, les distorsions qu'il subit, la mue toute animale qu'il accomplit ouvrent sur une sorte d'allégorie de la création artistique, laquelle, pour reprendre les mots mêmes de Picasso, «est une somme de destructions». 
Au-delà du récit fictionnel et des séquences choc, au-delà des images vertigineuses et des effets spéciaux, l'œuvre vidéo de Pugnaire et Raffini questionne le processus même de l'acte créateur dont le véhicule supplicié est, en l'occurrence, l'outil désigné. 

ENERGIE SOMBRE: CHRONIQUE D'UNE FIN ANNONCÉE 
Energie sombre: le titre même de la vidéo de Florian Pugnaire et de David Raffini nous intime à saisir la prégnance de puissances «maléfiques», d'une force destructrice infiltrée au cœur des éléments en jeu. 
Energie sombre semble ainsi nous convier à une fiction où le tragique le disputerait à un comique de situation, car elle raconterait, sur le mode épique des grandes productions de l'Entertainment la fin d'un simple «utilitaire» Volkswagen, un produit sans aura de notre société. Toutefois Energie sombre a une autre dimension, plus grave, plus vaste, cosmique. 
L'«énergie sombre», c'est en effet le nom donné par les physiciens à des forces de l'univers, dont l'existence a été découverte en 1998. Si la terminologie des physiciens se doit d'être empreinte d'une neutralité toute scientifique, elle ne peut éviter la contamination que notre imaginaire attache aux deux mots accolés et dans lesquels résonnent alors les aspects mystérieux, effrayants, menaçants de l'univers. 
Cette «énergie sombre», distincte de la «matière noire» ou des très inquiétants «trous noirs» identifiés plus tôt dans le siècle, occuperait près des trois quarts de l'univers. 
On sait peu de choses, sinon qu'elle est un facteur d'accélération de l'expansion de l'univers, dont on a longtemps prévalu du caractère constant de l'expansion. Mais il est désormais démontré que le mouvement éloignant les étoiles les unes des autres s'amplifie. 
Si selon un postulat reconnu, l'univers n'est pas infini mais clos, l'expansion, parvenant à ses limites, ne pourrait alors que se rétracter à son point d'origine. Il se produirait alors une immense contraction, un effondrement surnommé familièrement le Big Crunch. 
Dans ces hypothèses la question du temps est cruciale. Ressentons-nous sur terre le temps comme fléché parce que nous sommes dans la phase de l'expansion de l'univers? Le temps peut-il être réversible? Y a-t-il une alternative à l'éloignement des planètes et des étoiles, à leur usure progressive, à l'entropie de tout notre système? L'inversion du temps, la grande contraction, s'opérera-t-elle brutalement dans une immense catastrophe? 
La vidéo est un mode très fin pour porter ces questionnements à notre imagination. Elle nous suggère des remontées dans le temps et modalités temporelles diverses. 
L'œuvre Energie sombre nous laisse la sensation d'un développement fracturé du temps, de reprises de scène contrariant la chronologie et la narration: allers et retours entre accélérations excitées et calmes angoissants, des tribulations entre fracas et enlisement, entre menace d'orage et mornes brumes, entre des rugissements de moteur et le pépiement ténu d'un oiseau. 
L'opposition fait du véhicule le représentant d'une société dédiée au moteur à explosion, à l'exaltation virile du dépassement, à la toute puissance des énergies. La nature est pourtant résistante, puisqu'elle garde dans ses broussailles les carcasses rouillées de voitures rejetées. 
Mais lorsque le camion apparaît à nos yeux dans sa compacité têtue, il semble animé d'une détermination pernicieuse à traverser tous les obstacles que la nature lui oppose. Il se précipite avec une ardeur jouissive dans une fange marécageuse, ses roues labourent un limon épais qui jaillit en éventail et le couvre de giclures picturales tandis qu'il patine ... 
- Sylvie Coëllier 

sabato 19 gennaio 2013

GUSTAVO DEL SANTO; L'EREDITÀ DEL CONCILIO VATICANO II - PARROCCHIA DI SANT'ANTONIO, DIANO MARINA 19/1/2013



GUSTAVO DEL SANTO
L'EREDITÀ DEL CONCILIO VATICANO II
Parrocchia di Sant'Antonio Abate
Diano Marina
sabato 19 gennaio 2013, ore 20,30

In occasione del 50° anniversario dall'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-2012), la Parrocchia di Sant'Antonio Abate in Diano Marina organizza un incontro rivolto a tutti, credenti e non credenti, per riscoprire l'eredità lasciata da uno degli avvenimenti che più ha segnato la storia del XX secolo. 
L'appuntamento è per sabato 19 gennaio alle ore 20:30, presso la Sala Don Piana delle Opere Parrocchiali di Diano Marina. 
Relatore della serata sarà il dottor Don Gustavo Del Santo, sacerdote diocesano e insegnante di filosofia, che visse da testimone diretto quegli anni ricchi di aspettative e riflessioni. 

giovedì 17 gennaio 2013

MASSIMO COCO: RICORDARE STANCA - LIBRERIA UBIK, SAVONA 18/1/2013



MASSIMO COCO
RICORDARE STANCA
L’assassinio di mio padre e altre ferite mai chiuse
presentazione del volume edito da Sperling & Kupfer
Libreria Ubik
Corso Italia 116 - Savona
venerdì 18 gennaio 2013, ore 18,00

Massimo Coco è una delle vittime degli Anni di Piombo. Suo padre Francesco, Procuratore Generale a Genova, fu assassinato dalle Brigate Rosse l’8 giugno 1976 insieme a due uomini della scorta, nel primo attacco terroristico alle istituzioni dello Stato. 
La sua storia, precisa lui stesso, assomiglia a tante storie già scritte e la sua sofferenza è quella di tutti i familiari che hanno subìto, dopo la perdita improvvisa e violenta di un padre, un marito o un figlio, anche l’umiliazione di non veder riconosciuti i propri diritti, l’ostilità della burocrazia, l’indifferenza delle istituzioni. 
Se ha deciso di parlare di sé e del padre non è dunque per aggiungere un tassello a un quadro noto, ma per porre una domanda alla quale, nelle testimonianze delle altre vittime, non ha trovato risposta: «Ma voi, la rabbia, dove l’avete messa?» Nessuno sembra indignarsi nel vedere gli assassini di ieri pontificare da cattedre, intervenire sui giornali, ottenere pubblicamente un perdono che non hanno neppure cercato. Nessuno denuncia l’ipocrisia di cerimonie commemorative trasformate in riti rassicuranti che assolvono le coscienze o la banalità di spettacoli che mettono in scena commuoventi riconciliazioni sapientemente alleggerite del peso del passato. 
In questo libro appassionato, che è anche un appello critico e intenzionalmente provocatorio, Massimo Coco chiede che l’esercizio della memoria rispetti il patto che lega i sopravvissuti alle persone che si sono sacrificate per non venire meno ai loro principi. Un patto che ci chiede non solo di preservare il ricordo, ma di distinguere fra eversori e difensori della legge, di assicurare la giustizia, di superare il lutto per poter guardare a quei fatti sanguinosi non con serenità o distacco, come sembra raccomandare una saggezza irriflessiva, ma con senso di responsabilità. 

mercoledì 16 gennaio 2013

IL BAROCOC E LA ROMA DELLA CONTRORIFORMA - BIBLIOTECA NOVARO, DIANO MARINA, 17/1/2013



Il Seicento: un secolo da riscoprire
a cura di Anna Maria Larcher
IL BAROCCO E LA ROMA DELLA CONTRORIFORMA
Biblioteca Civica Angiolo Silvio Novaro
Palazzo del Parco - Corso Garibaldi 60 - Diano Marina
giovedì 17 gennaio 2012, ore 16,00

Prosegue il ciclo di conferenze “Il Seicento: un secolo da riscoprire” curato dalla Prof. Anna Maria Larcher. Verranno presentati i diversi aspetti di questo secolo in ambito artistico e letterario, con particolare riguardo alla Roma della Controriforma.

martedì 15 gennaio 2013

TAGGIA. RECUPERO DELLA CAPPELLA DI SAN MARTINO



TAGGIA: RECUPERO DELLA CAPPELLA DI SAN MARTINO

Mercoledì 16 gennaio un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Sanremo inizierà l’operazione di recupero e restauro di un prezioso bene artistico di Taggia. 
Si tratta dell’antichissima cappella San Martino di proprietà della famiglia Baiardi. Il primo intervento, condotto con la guida del docente di Rilievo e disegno dei Beni Culturali Luca Greggio, riguarda il rilevamento tecnico della struttura a cui seguirà il disegno dettagliato delle sue parti, fondamentale per impostare l’articolazione del restauro guidato dal professore Angelo Ardissone. 
Un processo che consiste in una prima diagnosi delle condizioni di fatto del bene, nella predisposizione di un progetto di recupero e poi nell’esecuzione pratica del restauro che si preannuncia impegnativo perché il tempo ha severamente compromesso molte parti originarie della struttura e in particolare gli affreschi che dovranno essere completati o addirittura ricostruiti. 

lunedì 14 gennaio 2013

ESPRITS DU JAPON - MUSEE DES ARTS ASIATIQUES, NICE



ESPRITS DU JAPON
Photographies de Suzanne Held
Collections du Musée Guimet
Musée des Arts Asiatiques
Promenade des Anglais - Nice
30 juin 2012 - 18 mars 2013

C’est un voyage unique dans la spiritualité japonaise que vous propose le Musée des arts asiatiques, au travers d’une rétrospective de l’artiste et grande photographe Suzanne Held, l’une des meilleures spécialistes de l’Asie. Une sélection de ses plus beaux instantanés sera présentée, accompagnée de pièces patrimoniales du musée Guimet, pour un dialogue esthétique et spirituel entre photographies et objets d’art. Loin des clichés sur le pays du Soleil Levant, ses employés exténués, ses lolitas aux cheveux roses et ses mangas survitaminés, c’est vers un Japon de calme, de méditation et de contemplation que nous emmène ce superbe ensemble. Des temples zen et leurs jardins parfaitement agencés, censés exprimer à la fois l’ordre, le chaos de l’univers mais aussi le caractère éphémère du monde, aux sanctuaires shintô et leurs milliers de dieux, en passant par la nature, préservée, admirée, adorée, nous découvrirons, grâce à l’œil acéré et amoureux de Suzanne Held, un pays complexe, empreint de spiritualité, où chaque animal, chaque pierre, chaque arbre, érable rouge ou cerisier en fleurs, renferme une âme. Imprégnée de son sujet, Madame Held apporte à ses œuvres un œil à la fois occidental et complice, en harmonie parfaite avec l’esprit de ce pays, où, encore aujourd’hui, les esprits sont omniprésents. 

CHRONOLOGIE DE LA COMTEE DE NICE ET DE MONACO, 20112



sabato 12 gennaio 2013

IL VETRO ARTISTICO: ESPERIENZE DIDATTICHE - CIRCOLO DEGLI ARTISTI, ALBISSOLA MARINA



TERESINA TORRE: TURISMO E QUALITÀ - ARACNE2012



TERESINA TORRE
TURISMO E QUALITÀ
Tra responsabilità e sostenibilità
Un approfondimento sulla Liguria
Aracne, 2012
collana "Economia e gestione delle imprese"

Che il turismo costituisca una della attività economiche fondamentali è dato tanto consolidato quanto dimenticato. Dimenticato, in particolare, quanto si tratta di ragionare sulle attese di qualità che turisti, operatori e collettività sempre più consapevolmente manifestano nei confronti dei suoi contenuti e dei suoi effetti. La qualità nella sua intrinseca complessità trova nell'idea di responsabilità e nel concetto di sostenibilità ancoraggi forti per misurarsi e qualificarsi. Il volume si addentra su tali questioni, discutendo cosa sia e come sia la qualità in ambito turistico, quale significato assuma la sostenibilità e quale ruolo giochi la responsabilità, per poi soffermarsi sullo specifico del territorio ligure, analizzandone in particolare la dimensione 'visibile e certificata" delle varie dimensioni di qualità, discutendone i limiti ma anche apprezzandone l'utilità, per arrivare, infine, a evidenziare un possibile orientamento per una qualità reale e utile del turismo, per un'area nella quale esso rappresenta una scommessa da non perdere. 

giovedì 10 gennaio 2013

GIANNI VATTIMO: DELLA REALTÀ - FELGTRINELLI POINT, SAVONA 11/1/2013



GIANNI VATTIMO
DELLA REALTÀ
Fini della filosofia
presentazione del volume edito da Garzanti
Feltrinelli Point
via Astengo 11R - Savona
venerdì 11 gennaio 2013, ore 17,30

Venerdì 11 gennaio 2012, alle ore 17.30, il filosofo Gianni Vattimo presenta il suo ultimo libro Della realtà – Fini della filosofia (Garzanti, 2012, 231 pp, 18 Eu) alla Feltrinelli Point di Savona in via Astengo 11r. 
Vattimo è tra i più noti filosofi italiani oltre che collaboratore di prestigiosi giornali e riviste, a cominciare dalla Stampa. Insegna filosofia teoretica all'Università di Torino ed è autore di numerosi studi sulla filosofia tedesca dell'Ottocento e del Novecento. Attualmente parlamentare europeo. 
Della realtà è un saggio filosofico che documenta un percorso di conoscenza e che alla riflessione sul pensiero di Heidegger unisce una costante attenzione alle trasformazioni della società contemporanea. È al tempo stesso il romanzo di un imprevedibile ribaltamento di prospettiva: un cambiamento che ci riguarda tutti, perché è profondamente radicato nella storia di questi ultimi decenni. 

mercoledì 9 gennaio 2013

CLAUDIO CERVELLI: IL ROSMARINO, TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE - FEDERAZIONE OPERAIA SANREMESE, 10/1/2013



Serate con l’Università… a Sanremo - 2012/2013
CLAUDIO CERVELLI
IL ROSMARINO, TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Federazione Operaia Sanremese
Via Corradi 47 - Sanremo
giovedì 10 gennaio 2013, ore 21,00

Relatore: Claudio CERVELLI
Primo Ricercatore dell’Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali di Sanremo (CRA-FSO) 
Introduce e modera: Andrea ALLAVENA
Direttore dell’Unità di Ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali di Sanremo (CRA-FSO) 

Il rosmarino è una specie aromatica spontanea della parte occidentale del Bacino Mediterraneo, oggi coltivata anche in altre zone del mondo soprattutto come pianta condimentaria. Il suo utilizzo è conosciuto fin dall’antichità presso i Greci e i Romani soprattutto in ambito religioso e simbolico, non mancando leggende relative alla Cristianità. Dal Medioevo si ha un’ampia diffusione di questa specie come pianta medicinale a partire dagli orti monastici, con un uso sia presso i ceti popolari che nelle corti europee. 
Le proprietà medicinali (di tipo curativo e stimolante) riportate nell’etnobotanica hanno in gran parte trovato conferma scientifica nella moderna medicina e derivano principalmente dall’attività antimicrobica e antiossidante delle sostanze terpeniche dell’olio essenziale; per ottenerne la distillazione sono oggi sempre più diffuse coltivazioni e laboratori semi-artigianali sia in Francia che in Italia dedicate all’ottenimento di prodotti prevalentemente cosmetici quali colonie, shampoo, lozioni, saponi. Per le sue proprietà aromatizzanti il rosmarino trova oggi larghissimo uso nella cucina mediterranea, in particolar modo in Italia, dove viene usato per condire e rendere più digeribili le carni, la selvaggina ed il pesce, ma anche per la produzione di prodotti da forno a livello industriale; la tradizione alimentare di questa specie risale essenzialmente al medioevo e ha dato origine a prodotti tipici in cui il rosmarino figura elemento primario per la caratterizzazione del sapore. 
L’uso del rosmarino si inserisce in Liguria nell’uso tradizionale particolarmente rilevante di aromi e verdure, che vede la sua ragion d’essere nella valorizzazione di risorse genetiche locali nell’ambito di un’agricoltura fortemente caratterizzata dalla piccola proprietà contadina e dalla scarsità di superfici pianeggianti. Attualmente il rosmarino costituisce anche una delle più importanti piante aromatiche coltivate ad uso ornamentale (con una produzione di milioni di esemplari in vaso nella piana di Albenga, di cui parte in forme topiate), contribuendo al rinnovo di una tradizione colturale che ha visto questa specie utilizzata già nei giardini dell’antica Roma e in quelli rinascimentali. 

martedì 8 gennaio 2013

VENTIMIGLIA. STAGIONE TEATRALE 2013



VENTIMIGLIA: STAGIONE TEATRALE 2013

Il Comune di Ventimiglia e il Teatro Garage di Genova organizzano la Stagione Teatrale 2013 di Ventimiglia al Teatro Comunale di via Aprosio. La stagione che propone 5 spettacoli inizia a gennaio e si conclude a marzo. 
Nel cartellone quest’anno predominano i riferimenti musicali. Due spettacoli sono infatti dedicati ad altrettanti cantautori italiani: a Giorgio Gaber, quello con Giampiero Alloisio che inaugura la stagione teatrale il 24 gennaio, e a Luigi Tenco con Roberto Tesconi accompagnato da il gruppo musicale Subbuglio. 
Le altre due proposte nello stesso ambito si incentrano su un genere musicale: rendendogli omaggio, come ne “Il maestro di tango” spettacolo di parola musica e danza ambientato in una milonga, o raccontando la storia di un genere, come in “Sulle Vie del Blues” parola e musica dal vivo per raccontare gli inizi di quest’arte che nasce dal malessere del popolo nero nei campi di cotone. L’unico spettacolo di prosa anche se impreziosito da musica dal vivo è il monologo di Daniela Poggi che fa rivivere sulla scena con “Eda” una storia vera partigiana. 

A inaugurare il cartellone giovedì 24 gennaio sarà il cantautore Gian Piero Alloisio con lo spettacolo di teatro-canzone “Il mio amico Giorgio Gaber”: Ogni volta che Gaber ha parlato in pubblico di Gian Piero Alloisio lo ha definito il mio amico Gian Piero Alloisio. A dieci anni dalla scomparsa dell’inventore del Teatro canzone, Giampiero Alloisio ricambia l’affettuoso omaggio con questo spettacolo specialissimo accompagnato per l’occasione dal chitarrista storico della Band Gaber Gianni Martini. 
Un omaggio sincero pieno di aneddoti e di inediti pensieri “gaberiani” sulla politica, sulla religione sull’amore e sull’arte in cui Alloisio racconta e canta l’amico entrando nei dettagli del lavoro comune di scrittura e composizione, uno spettacolo emozionante che travolge il pubblico con energia e carisma in cui si riconosce la grande lezione del maestro scomparso. 
Giovedì 31 gennaio invece va in scena uno spettacolo con Roberto Tesconi su Luigi Tenco precisamente sull’ultima notte - da qui il titolo dello spettacolo “Luigi Tenco L’ultima notte” di e con Roberto Tesconi - vissuta dal cantautore prima di morire misteriosamente in quella stanza d’albergo in pieno Festival di San Remo Con chi parlo Luigi al telefono? a chi scrisse? forse le risposte possiamo trovarle nelle sue canzoni. 
Daniela Poggi sarà protagonista di “Eda” giovedì 14 febbraio monologo in cui l’attrice racconterà con passione e con il supporto dalla musica dal vivo di Desirèe Infascelli la storia vera di Eda Bussolari, staffetta partigiana emiliana, dalla testimonianza di Eda Bussolari regia Silvio Peroni. 
Gli ultimi due spettacoli sono prodotti e rappresentati dal Teatro Garage con la regia di Lorenzo Costa: Il maestro di Tango regia Lorenzo Costa giovedì 28 febbraio, un omaggio, come si è detto, al Tango, ma anche un giallo avvincente che si consuma all’interno di una milonga: una donna rivive tra parola musica e danza una storia di passione in cui l’amore per questo ballo e l’amore tout court si confondono e due uomini incombono su di lei e “Sulle vie del Blues" giovedì 7 marzo, parola e musica per raccontare i tribolati inizi di un’arte che nasce dal malessere e dal rifiuto della condizione di schiavitù del popolo nero 

Immagine: Gian Piero Alloisio 

lunedì 7 gennaio 2013

DENIS BRIHAT: PHOTOGRAPHIES 1958-2011 - THEATRE DE LA PHOTO ET DE L'IMAGE, NICE



DENIS BRIHAT
PHOTOGRAPHIES 1958-2011
Commissaires: Marie-France Bouhours et Pierre-Jean Amar
Theatre de la Photo et de l'Image
27, boulevard Dubouchage - Nice
19 oct.-03 fév. 2013

En présentant l'œuvre de Denis Brihat le Théâtre de la Photographie et de l'Image entend rendre hommage à l'un des grands photographes de sa génération qui, tel un chercheur opiniâtre doublé d'un poète de l'image, continue inlassablement ses expérimentations dans le seul but de nous émerveiller. 
Connu du grand public pour son travail sur les légumes, les fleurs, ou les fruits, Denis Brihat excelle dans l'art du tirage qu'il pratique avec une dextérité qui frôle la perfection. Ce travail de laboratoire est unique et confère à ses photographies un caractère très spécial car il recrée chimiquement la couleur originale sur l'ensemble ou quelquefois sur une seule partie de l'image. Ainsi par l'alchimie secrète d'un virage sélectif, le noir et blanc côtoie la couleur dans un même et seul tirage. 
Ses images toujours très simples sur fond blanc ou noir révèlent le caractère précieux et unique de chacun des sujets photographiés. La délicatesse d'un pétale de coquelicot dont les couleurs réinventées grâce au secret d'un virage semblent plus vraies que nature, la transparence d'une pelure d'oignon qui retrouve dans son esthétique et son graphisme une noblesse toute nouvelle ou encore la silhouette ciselée d'une tulipe noire dont les pétales finement découpés acquièrent la somptuosité d'une orchidée. 

Né en 1928 à Paris, Denis Brihat a d'abord pratiqué la photographie de reportage et d'illustration. En 1952, il rejoint l'Agence Rapho aux côtés de Robert Doisneau, Willy Ronis et Edouard Boubat. Il reçoit en 1957 le Prix Niepce pour son travail réalisé en Inde en 1955 et 1956. La découverte des images d'Edward Weston et d'Emmanuel Sougez l'incitent pourtant à arrêter le métier de reporter. En 1958, il s'installe définitivement en Provence, à Bonnieux dans le Lubéron et se consacre à son œuvre essentiellement tournée vers la nature qui l'environne afin d'en traduire à travers des tableaux photographiques, toute la beauté et la richesse. 

CARLO RUGGERI: I FRATELLI STELLATI - SAGEP 2012



CARLO RUGGERI
I FRATELLI STELLATI
storia, poteri e simboli dell´Ordine Betlemitano
SAGEP, 2012

Il 27 gennaio 1139 il Vescovo di Savona dona all’Ordine Betlemitano la chiesa di Sant’Ambrogio di Varazze. 
I Fratelli Stellati, così erano chiamati gli aderenti all’Ordine, acquisiranno centinaia di altri possedimenti nel mondo e, solo in Italia, potranno contare su 111 proprietà, 66 chiese e 35 ospedali. I Betlemitani gestiranno i loro beni e gli straordinari poteri conferiti dal Papa sempre silenziosi e riservatissimi. 
Ma proprio a Varazze dovranno uscire dal loro riserbo per difendersi nei processi intentati contro di loro dalla Diocesi di Savona, determinata a riprendere il controllo e il governo della comunità di Varazze. 

sabato 5 gennaio 2013

PLACE TO BE: RUST



PLACE TO BE
RUST

Rust è il primo album dei Place to Be, nati da un progetto elettro-acustico di natura sperimentale e dal sapore decisamente rock. 
Allargandosi a contaminazioni elettroniche suggestive e decisamente potenti, questo gruppo fonde sonorità e stili in un unicum artistico di grande suggestione. 
Con lo spirito del fare musica al di fuori degli schemi, delle generazioni e dei generi musicali, i Place to Be si propongono sulla scena indie come gruppo che ha molte cose da dire e una sola vera anima Original Acoustic Rock.

Lucio Zacchia (voce) Emanuele Rossi (chitarra) di Claudio Keyo Ognibene (beat e scratch) Mariano Dapor (violoncello) sono i Place to Be. 

venerdì 4 gennaio 2013

JANE MACADAM FREUD - PALAZZO TAGLIAFERRO ANDORA



JANE MACADAM FREUD
a cura di Nicola Angerame
Palazzo Tagliaferro
Largo Milano - Andora
dal 5 genaio al 5 marzo 2013
orari d'apertura: giovedì - domenica ore 15 - 19

Nella sua seconda personale in Italia, la prima mostra in uno spazio pubblico, Jane McAdam Freud propone un corpus di opere provenienti da storiche e recenti serie di sculture, installazioni, fotografie e lavori su carta con i quali l'artista inglese rifette sul tema a lei caro del “prendersi cura”, come indicato dal titolo. Questo concetto viene declinato in modi diversi e rimanda all'assunzione di responsabilità derivante dai legami familiari, dai lasciti spirituali e concettuali che l'artista elabora nella propria opera.
In questa mostra l'artista inglese rifette sul rapporto con le proprie radici culturali e parentali. In special modo con il padre e con il bisnonno: rispettivamente il pittore inglese Lucian Freud e il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, ai quali l'artista dedica alcune opere. Tutta l'opera di Jane è portatrice, in modo originale, di questa eredità familiare che è la psicoanalisi, l'indagine interiore che anche in un pittore come Lucian Freud è stata di basilare importanza.
Dietro i ritratti del padre e del bisnonno si cela un'esperienza umana e affettiva dai toni drammatici e dalle passioni immortali. Decisa fin da piccola ad essere artista, Jane approccia la psicoanalisi attraverso i racconti che gliene fa il nonno paterno, Martin Freud, primogenito di Sigmund e autore di un libro, “Sigmund Freud: Man and father” (J. Aronson, New York, 1958) che diventerà la fonte di tutte le biografie del padre della psicoanalisi.
Di Sigmund, Jane crea un “ritratto per interposta persona” composto da una selezione di disegni dedicati alle statuette delle civiltà più antiche di cui il padre della psicoanalisi è stato un avido collezionista. La sua collezione, conservata nel Freud Museum di Londra (la sua ultima abitazione) conta circa 2.000 pezzi: dalle statue Etrusche a quelle Maya, da quelle di primitive civiltà africane a quelle della Grecia e di Roma antiche, fino agli imperi orientali. Si tratta di sculture che ritraggono divinità, simboli di fertilità e potenze occulte. Jane lavora su questa collezione durante una sua residenza d'artista al Freud Museum: ritrarre le statue appartenute a Sigmund è un po' come eseguire un ritratto del bisnonno attraverso oggetti che per lui hanno avuto un significato ed un valore particolari. La scultura, il disegno e l'arte concettuale sono i mezzi con cui Jane approcciare il lato rimosso, ma vivo e infuente, del ramo familiare dei Freud, ritrovato dopo oltre due decenni di distanza dovuti al divorzio precoce (Jane aveva allo otto anni) della madre Katherine McAdam (fashion designer e illustratrice) e il padre Lucian Freud. 
L'arte di Jane si nutre di questo suo “prendersi cura” del mondo a lei prossimo: quello degli affetti familiari. Da essi trae ispirazione, anche formale: come quando incontra la pittura di Francis Bacon, amico personale del padre, e si scopre rapita da come la scultura possa assumere su di sé il carattere della pittura più violenta e “defigurata” inventata dal pittore “maudit” dublinese. Nasce così la serie dei bronzi intitolata “After Bacon” (proposti in mostra) nei quali i corpi sono modellati da una manualità veloce e non priva di violenza, che traduce nella terza dimensione una delle tecniche più fortunate perché capace di rifettere i toni drammatici della condizione dell'uomo contemporaneo, quello uscito dalla seconda guerra mondiale. Jane traduce questo “modo di vedere” baconiano in una scultura realizzata di impulso, capace di registrare la forza bruta con cui il gesto “fuori controllo” e spontaneo s'imprime nell'argilla e si trasmette nel bronzo.
Il disegno diventa il modo per tornare ad appropriarsi del volto paterno. Lucian glielo consentirà verso la fine della sua vita poco prima che si spenga a fine luglio 2011. Jane lo ritrae dormiente e sveglio, non per caso. Il sogno e la veglia sono due mondi separati che sottostanno a leggi psichiche divergenti, mettendo in atto energie e poteri diversi. Jane ne è consapevole e da questi disegni trarrà una grande scultura di terracotta, un capolavoro esposto nelle mostre più importanti. E trarrà un'immagine che è divenuta nel tempo una icona: “Us” (in mostra) vede i due volti di Jane e Lucian fusi insieme in un collage che dimostra l'incredibile somiglianza, l'inevitabile paternità, al di là delle drammatiche vicissitudini della vita. Si tratta di un'opera che parla di Jane, del proprio vissuto ma anche di noi, di quel vissuto drammatico che ciascuno di noi, individualmente, esperisce nella propria vita affettiva, tra rotture, incontri, scontri e pacificazioni. In quella galassia di affetti familiari di cui, inevitabilmente, ciascuno di noi è chiamato a “prendersi cura”.
Il video “Dead or Alive” (2005-2006) chiude la mostra della poliedrica artista inglese. Si tratta di una fusione, un dialogo, tra i meravigliosi reperti delle collezione Freud e i ritratti che l'artista esegue durante il suo residence d'artista. La relazione parentale viene qui affidata al campo “neutro”, ma emotivamente potente, delle opere d'arte di un passato antico, difficile da ricordare ma presente nella forza della scultura. Le musiche che accompagnano le immagini sono di una compositrice amica dell'artista che, mentre soffre di un grave male debilitante, continua a comporre e suonare. Jane ammira la forza vitale di chi non si arrende e il film rifette questa sua sensibilità nei confronti della perdita, della morte, ma anche dell'incontro, della vita.

Jane McAdam Freud ha esposto ampiamente negli Stati Uniti, Europa e Asia. Il suo lavoro è stato acquistata dal British Museum, Londra; Berlin State Museum, Galleria Nazionale della Grecia, e l'Archivio della National Gallery di Londra. E' inoltre in mostra permanente presso il Victoria and Albert Museum, Londra. Laureata al Royal College of Art, ha ricevuto la borsa di studio British Art Medal a Roma e il premio italiano Zecca dello Stato. Jane McAdam Freud vive e lavora a Londra ed è professoressa associata presso la Central St. Martins School of Art. 

giovedì 3 gennaio 2013

EMMANUEL REGENT: SORTIR DE SON LIT EN PARLANT D'UNE RIVIÈRE - MAMAC, NICE



EMMANUEL REGENT
SORTIR DE SON LIT EN PARLANT D'UNE RIVIÈRE
MAMAC - Galerie du Musée
promenade des Arts - Nice
du 13 octobre 2012 au 27 janvier 2013

La scénographie mise en place au Musée permet une approche globale des différents médiums, matériaux et concepts abordés par Emmanuel Régent. Il réunit ses peintures poncées sur toiles et ses grands dessins sur papier autour de Valles Marineris, vaste mur de dix mètres de long constitué de 40 blocs d'inox en forme de pierres taillées. Cet ensemble reconstitue une ruine dont les éclats métalliques jonchent le sol et donnent une troublante impression de vestige futuriste. 
Né à Nice, Emmanuel Régent vit et travaille entre Paris et Villefranche-sur-mer où se situe son atelier. Diplômé de l'École Nationale des Beaux-Arts de Paris en 2000, il est représenté par l'Espace A vendre (Nice), la galerie Bertrand Baraudou (Paris) et Caroline Smulders, I love my job (Paris). Emmanuel Régent est lauréat 2009 du prix «Découverte» des amis du Palais Tokyo où à été présentée l'année suivante son exposition personnelle intitulée «Mes plans sur la comète-Drifting away». 
Observateur attentif du flux croissant des images dans notre époque contemporaine, de la vitesse spectaculaire de leur transfert, Emmanuel Régent développe une démarche autour de l'effacement et de la disparition au travers de peintures monochrome poncées sur toiles, d'objets recouverts d'argent ou d'or, de sculptures en papier ou de dessins au feutre noir de file d'attentes et de paysages marins. 
«Je pratique le dessin presque quotidiennement avec un intérêt particulier pour ce qui représente la lenteur, l'attente, le vide ou l'absence, je dessine au feutre noir des rochers au bords de mer ou des files d'attente de personnages disciplinés extrêmement contrastés, peut-être devant un musée, un cinéma ou un théâtre, mais qui pourraient aussi faire référence aux plus sombres heures de l'histoire. C'est ce basculement potentiel qui m'intéresse, ce rapport à l'incertitude et à la fragilité du visible […] Je mets en place des principes d'apparitions instables pour inviter le regardeur à combler des absences. Par des processus et des matériaux très simples, je questionne les systèmes de communication invisibles induits par les nouvelles technologies, la circulation des images et l'effacement de leurs supports matériels […] Comment les nouvelles technologies et leurs images peuvent influencer une pratique classique de la peinture, et comment ce geste de ponçage me permet de retrouver la lumière de l'écran (par derrière) uniquement à partir de peinture acrylique sur de la toile. Les images numériques spatiales, les images médicales des scanners et des IRM, les courbes de chaleur sont des sources pour mon travail.» («Révotution silencieuse», Mes plans sur la comète-Drifting away, catalogue de l'exposition, 2010, Palais de Tokyo) 
Emmanuel Régent propose ainsi des «manques» à compléter par le regard. Il s'agit pour lui de «construire des espaces de projections ouverts, des espaces de suppositions, de divagations, de dispersions...», d'imposer des interstices, des rythmes comme des pauses contre l'essoufflement. 
Cette exposition fait suite à l'acquisition récente de deux œuvres par le musée et fera l'objet d'un catalogue monographique, publié aux éditions Cudemo. 

mercoledì 2 gennaio 2013

SAXOPHOBIA IN CONCERTO - CASA GIRARDENGHI, PEAGNA 3/1/2013



SAXOPHOBIA IN CONCERTO
Casa Girarddenghi - Peagna
giovedì 3 gennaio 2013, ore 21,00

Questa sera, alle 21,00, a casa Girardenghi avrà luogo il concerto di musica jazz dei Saxophobia Saxophone Quartet, noto gruppo di sassofonisti ingauno, nato nel 2008 dalla volontà di quattro saxofonisti provenienti da studi classici, che, oltre a suonare insieme in altri ambiti, decidono di far nascere una formazione cameristica. 
L’ensemble è costituito da Massimo De Palo al sax soprano, Enea Polliotto al sax contralto, Davide Nari al sax tenore e Marco Roascio al sax baritono. 

ENRICO RAVA E ANDREA POZZA IN CONCERTO - PALAZZO TAGLIAFERRO., ANDORA 2/1/2013



ENRICO RAVA E ANDREA POZZA IN CONCERTO
Palazzo Tagliaferro
largo Milano - Andora
mercoledì 2 gennaio 2013, ore 21,00

Mercoledì 2 gennaio 2013, alle ore 21.00, concerto gratuito di Enrico Rava e Andrea Pozza ad Andora, presso Palazzo Tagliaferro (largo Milano). Si tratta dell'evento inaugurale del nuovo Contemporary Culture Center Palazzo Tagliaferro, a cura dell’associazione Whitelabs sotto la direzione artistica di Nicola Davide Angerame. 

Prima dello spettacolo Enrico Rava, considerato da molti il più grande jazzista italiano vivente, incontra il pubblico per parlare di due sue recenti produzioni: l'album Rava on the Dance Floor dedicato a Michael Jackson e il libro Incontri con musicisti straordinari. La storia del mio jazz, in cui Rava racconta se stesso e la sua vita. 
Poi il concerto: insieme a Enrico Rava c'è uno dei più interessanti pianisti del momento, il genovese Andrea Pozza. 
L'ingresso è libero fino a esaurimento posti (massimo 100). 

martedì 1 gennaio 2013

LO SPAZIO VUOTO: STAGIONE 2013 - IMPERIA



Compagnia Teatro Instabile
LO SPAZIO VUOTO
rassegna: teatro e musica
dal 18 gennaio al 24 maggio 2013

Aperto nel 2009, ma già conosciuto e molto frequentato da appassionati e studenti della provincia di Imperia e non solo, Lo Spazio Vuoto, in via Bonfante 37 a Imperia, fino a pochi anni fa, era sede di una lavanderia. 
Nato dalla passione per la recitazione e l’arte del palcoscenico di Livia Carli e del suo compagno Gianni Oliveri, prende il nome dal celebre testo di Peter Brook: Lo spazio vuoto. 
Le offerte del piccolo teatro sono varie, dai corsi di recitazione, alla programmazione di spettacoli, perché piccolo non significa necessariamente scarso. 

Di seguito il programma completo: 

Venerdì 18 e sabato 19 gennaio 2013, ore 20.15 e 21.15 
Carte Blanche, con Rosario Bonaccorso 
Un progetto musicale in cui solo l’artista è il fulcro del processo decisionale. Due serate musicali speciali affidate al contrabbassista, che inviterà due musicisti con cui ha condiviso concerti sui palcoscenici internazionali, Bebo Ferra e Francesco Cafiso 

Domenica 27 gennaio 2013 
La banalità del male di Hannah Arendt, con Paola Bigatto, riduzione e adattamento di Paola Bigatto 
Uno spettacolo sul popolo ebraico nella tragedia dell’Olocausto, che nasce per i banchi di scuola e si sviluppa come una lezione frontale 

Sabato 9 febbraio 2013 
Bella tutta! I miei grassi giorni felici di e con Elena Guerrini. Regia di Andrea Virgilio Franceschi 
Uno spettacolo per ribellarsi a chi vuole trasformare le donne in tante Barbie sorridenti, un inno alla nostra singolarità. È un tentativo di analizzare i meccanismi che fanno diventare le donne tutte uguali, è un invito ad amare le proprie imperfezioni e a non cercare di essere qualcosa che non si è 

Sabato 23 febbraio 2013 
L’eco di Umberto. La musica infinita del Maestro Bindi, spettacolo di teatro-canzone scritto, diretto e interpretato da Gian Piero Alloisio 
Il drammaturgo e cantautore Gian Piero Alloisio ha digitalizzato centinaia di nastri lasciati da Umberto Bindi e racconta, in un percorso musicale e teatrale, l'esemplare vicenda umana del primo cantautore italiano, utilizzando alcune canzoni inedite e brani notissimi 

Venerdì 8 marzo 2013 
Il mio Coppi. Pedala, pedala…, con Pamela Villoresi, regia di Maurizio Panici 
Pamela Villoresi, in sella a una bicicletta, interpreta il personaggio di Maria, sorella maggiore di Fausto Coppi. E così, in parallelo, il mito di Coppi e la sua persona si aprono a noi, per farci entrare nella storia di una generazione che costruiva faticosamente la democrazia e che, anche se divisa tra i due campioni (Bartali o Coppi), si ritrovava poi insieme di nuovo per costruire un futuro comune 

Domenica 17 marzo 2013 
Angelica, di e con Andrea Cosentino. Regia Andrea Virgilio Franceschi 
Uno sceneggiato ricostruito in scena senza ausili tecnologici, ma utilizzando la cornice vuota di ciò che fu un televisore, parrucche e primi piani, piani interi, bambole e pezzi di oggetti e dettagli di corpi. Si tratta innanzitutto di mimare con la povertà di mezzi scenici la povertà di un linguaggio. Andrea Cosentino fa emergere ludicamente il nonsenso che fa da sfondo alla costruzione del senso 

Venerdì 22 e sabato 23 marzo 2013 
Baraka Couleurs, spettacolo di marionette, di e con Loïc Bettini 
Un mago indovino dà vita ad alcune marionette animandole anche nelle emozioni e nei sentimenti. La storia si svolge in un’immaginaria piazza pubblica intorno al carrozzone delle meraviglie, con numeri da circo, di danza, racconti di fate, di draghi e di clown romantici 

Venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 aprile 2013 
Quartett, con Livia Carli e Gianni Oliveri. Regia Matteo Tarasco. Vietato ai minori. 
Da testi di Heiner Müller e Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos. Uno dei temi è ammazzare il tempo. Tutto per i due personaggi è fuggevole. Si ritrovano a cercare di afferrare la vera essenza dell’essere umano, il vero sé, che sfugge, in un duello verbale senza esclusione di colpi e scambi di ruoli che accrescono l’ambiguità di un testo che è anche uno scontro fra i due sessi 

Sabato 13 aprile 2013 
Maddalena Crippa legge Pasolini, lettura di brani di Pasolini scelti e interpretati da Maddalena Crippa 
Un'occasione per scoprire o riscoprire il Pasolini poeta in tutta la sua magnificenza 

Venerdì 3 maggio 2013 
Il duo Messa-Abeshi in concerto, con Ermir Abeshi al violino Valentina Messa al pianoforte. Musiche di Bela Bartok, Johannes Brahms e Wolfgang Amadeus Mozart 

Venerdì 10 maggio 2013 
Il duo pianistico Oliveri-Guasco in concerto, con Valentina Oliveri e Angela Guasco al pianoforte. Musiche di Johannes Brahms, Claude Debussy, Antonín Leopold Dvorák e Maurice Ravel 

Venerdì 24 maggio 2013 
Il Trio Oganjan-Rinaldi-Zarcone in concerto, con Karina Oganjan, soprano, Martina Rinaldi, mezzosoprano e Lucia Zarcone al piano. Musiche di Antonín Leopold Dvorák, Edward Benjamin Britten, Amédée-Ernest Chausson e Robert Schumann