sabato 30 giugno 2012

ELIO GIOANOLA: MONTALE - CENTRO POLIVALENTE LE ROSE, SAN BIAGIO DELLA CIMA 30/6/2012

ELIO GIOANOLA
MONTALE
L'arte è la forma di vita di chi propriamente non vive
presentazione del volume edito da Jaca Book
Centro polivalente Le rose - San Biagio della Cima
sabato 30 giugno 2012, ore 17,30

Sabato 30 giugno, alle ore 17,30 presso il Centro Polivalente "Le Rose" di San Biagio della Cima si terrà l'ultimo appuntamento dell'ottava edizione degli Itinerari di Letteratura organizzati dall'Associazione "Amici di Francesco Biamonti": la presentazione del libro di Elio Gioanola dal titolo Montale. L'arte è la forma di vita di chi propriamente non vive (Jaca Book 21012). Il libro è una lettura globale, realizzata anche grazie a una ricca strumentazione psicoanalitica, dell'intera opera di Montale, avvalendosi, per gettarvi maggior luce, di tutti i principali nodi della biografia del poeta.
Da sempre Elio Gioanola, che è stato per lunghissimi anni Professore di Letteratura Italiana presso l'Università degli Studi di Genova, ha svolto le sue ricerche e rivolto la sua attenzione alla lettura psicoanalitica delle opere letterarie, prestando sempre una notevole attenzione alla dimensione biografica; ha dedicato libri a Svevo, Leopardi, Pavese, Pirandello, Gadda; ma Gioanola è anche autore di romanzi, e forse per questo la sua saggistica ha anche una carica affabulatoria non comune.
Elio Gioanola, che conosceva personalmente Francesco Biamonti, gli ha pure dedicato alcuni bellissimi saggi. A presentare il libro, oltre all'autore, interverranno due grandi amici dell'Associazione: Simona Morando, docente di Letteratura Italiana presso il DAMS di Imperia, e Marco Grassano, autore di bellissimi libri di viaggio, e curatore, tra le altre cose, di una importante mostra morlottiana realizzata a cavallo tra 2004 e 2005 che metteva in luce anche i rapporti tra Biamonti e Morlotti. 

venerdì 29 giugno 2012

VAN DONGEN: L'ATELIER - NOUVEAU MUSEE NATIONAL DE MONACO



KEES VAN DONGEN. L'ATELIER
Commissaire : Nathalie Rosticher-Giordan
Nouveau Musée National de Monaco
Villa Sauber
17, avenue Princesse Grace - Monaco
15 Juin 2012 - 25 Novembre 2012 

L’accrochage des œuvres de Van Dongen proposé aujourd’hui au rez-de-chaussée de la Villa Sauber part d’une volonté du NMNM de mieux faire connaître ses collections, au-delà de sa politique d’expositions. 
Le NMNM a hérité des fonds, régulièrement valorisés au sein de la programmation, de l’ancien Musée des Beaux-Arts de Monaco (1935-1958), du dépôt permanent des costumes de scène et des maquettes de décor de la Société des Bains de Mer et de la collection Galéa. Le musée poursuit également une politique d’acquisition d’œuvres d’art historiques et contemporaines en fonction de ce patrimoine. 
Les chefs-d’œuvre de Van Dongen, qui vécut à Monaco entre 1949 et sa disparition en 1968, ont été acquis par la Principauté entre 2004 et 2008 auprès de sa famille. Des œuvres dont l’artiste ne s’était jamais séparé et qui l’ont côtoyé au fil de ses vagabondages, d’atelier en atelier, preuve de l’attachement qu’il y portait. 
Kees Van Dongen, L’Atelier n’a pas l’ambition des grandes rétrospectives organisées ces dernières années, mais tente une vision plus intimiste, restitue aux œuvres le contexte de leur création dans les univers de l’artiste, de Montmartre à Montparnasse. 
De la Chimère-Pie, œuvre de jeunesse magistrale exécutée dans la malterie familiale des faubourgs de Rotterdam, à la période fauve dont il conserva l’exacerbation de la couleur et le parfum du scandale, au chroniqueur du Tout-Paris et d’une certaine Avant-garde, jusqu’aux œuvres plus tardives, Kees Van Dongen traverse les courants du haut de sa superbe ironie et de son humour non dénué de cynisme. Toiles retirées des Salons par la police, critiques acerbes, accueils agressifs (comme en témoigne le coup de couteau encore visible sur l’Enlèvement), Van Dongen ne laissera jamais indifférent ! 
Les photographies des ateliers permettent de jeter un regard sur l’évolution des œuvres que le peintre a été souvent tenté de reprendre, de retoucher, de transformer, selon l’évolution de son tempérament. Certaines dates données sur les cartels donnent ainsi des fourchettes chronologiques d’exécution. Pour exemple, le Tango ou le Tango de l’archange a été peint entre 1923 et 1935. 
Ce fonds - qui resterait évidemment à compléter pour constituer un véritable parcours de référence -demeure néanmoins fondamental, permet de naviguer dans l’œuvre, et a été montré dans les dernières grandes expositions organisées à Monaco, Montréal, Barcelone, Rotterdam et Paris ces quatre dernières années. 

giovedì 28 giugno 2012

MATISSE, LE CIEL DECOUPÉ - MUSÉE MATISSE, NICE



MATISSE, LE CIEL DECOUPÉ
Musée Matisse
164 avenue des Arènes de Cimiez - Nice
23 juin 2012 - 23 sept. 2012

C'est à partir de la collection de papiers gouaches du musée que se développe une réflexion sur Henri Matisse. Cet ensemble remarquable témoigne du travail accompli par Matisse, à la fin de sa vie, face au défi que fut le projet de la chapelle du Rosaire de Vence (1947-1951). La technique du papier découpé, synthèse idéale entre le dessin, la sculpture et la peinture, devient alors l'expression même de ses recherches sur la ligne et la couleur.
L'exposition décline, à partir des œuvres de la collection du musée, la relation qu'instaure Henri Matisse entre le dessin, la couleur et la sculpture, pour aboutir aux découpages de papiers gouachés colorés, synthèse de toutes ses recherches. Cette exposition rassemblera des peintures, dessins et sculptures permettant de suivre le cheminement de l'artiste, depuis ses premières créations, comme la Nature morte aux livres, 1890, jusqu'aux grandes compositions en papiers gouachés découpés, telle Fleurs et Fruits, 1952-1953, conservées au musée.
Cette exposition est réalisée à l'occasion de la publication du livre d'art «Matisse, le ciel découpé», aux éditions Jacabook (Milan) et Citadelles et Mazenod (Paris), et de la donation de la famille Henri Matisse d'un ensemble de plus de quatre cents éléments en papiers gouachés découpés non utilisés dans les œuvres d'Henri Matisse, et en relation avec la donation de la céramique La Piscine par Monsieur et Madame Claude Duthuit.

lunedì 25 giugno 2012

SGUARDI SUL NOVECENTO - VILLA REGINA MARGHERITA, BORDIGHERA



SGUARDI SUL NOVECENTO
a cura di Annalisa Scarpa
Villa Regina Margherita - Fondazione Terruzzi
via Romana 34/36 - Bordighera
dal 26/6/2012 al 30/9/2012

Potrebbe sembrare una missiva di questi giorni … invece è quanto Filippo de Pisis scriveva nel 1944 da Parigi a Carlo Cardazzo, figlio di un costruttore edile con la passione per l’arte, collezionista, gallerista e mercante, fondatore della galleria del Cavallino - una delle prime attive a Venezia, fin dal 1942 – e quindi della galleria del Naviglio di Milano e di Selecta a Roma.
Soprattutto è la testimonianza di un clima culturale, di un intreccio tra artisti, nuovi collezionisti e mercato che ha percorso tutto il Novecento a partire dal terzo decennio, consentendo il diffondersi dell’arte contemporanea, motivando il supporto a maestri spesso squattrinati, coltivando passioni, sostenendo genialità ancora in ombra, dando vita a raccolte che, oggi, ci permettono di avere riscontro dell’opera dei maggiori protagonisti del Novecento.
Ed è appunto all’arte italiana del secolo scorso attraverso gli occhi e i gusti del collezionismo privato, risorsa culturale che è rimasta viva e vitale per tutto il Novecento, che la Fondazione Famiglia Terruzzi–Villa Regina Margherita (costituita da Famiglia Terruzzi, Comune di Bordighera, Provincia di Imperia e Regione Liguria) dedica un’importante esposizione dal 27 giugno al 30 settembre, nel borgo ligure di Bordighera a pochi passi dalla Francia, in quel nuovo e straordinario polo museale sorto dal connubio pubblico-privato, che è Villa Regina Margherita.
L’ultima, amata residenza della Regina madre dallo scorso anno ha infatti aperto al pubblico - dopo un integrale restauro finanziato dalla Fondazione Anna Fiamma Terruzzi – esponendo oltre 1200 pezzi di grande pregio della collezione del noto mecenate: più di 170 dipinti dal Tre al Settecento, superbi arredi d’alto antiquariato, arazzi, tappeti, argenti, ceramiche, porcellane. Opere appositamente selezionate e allestite in via permanente nel fascinoso edificio, circondato da un parco secolare e dotato dei servizi di un grande museo: biblioteca specialistica, gabinetto di restauro, caffetteria con terrazza panoramica e vista fino a Monaco e alla costa Azzurra da un lato, e ai promontori della Corsica dall’altro (come l’architetto Broggi, progettista della villa, scriveva cent’anni fa alla sua committente), bookshop Skira allestito tra gli arredi originari della biblioteca della Regina Margherita, sale per esposizioni temporanee, ecc.
Da fine giugno dunque, a questo già entusiasmante percorso museale, si affiancherà la mostra “Sguardi sul Novecento”: un’intensa carrellata di grandi autori che hanno segnato l’arte del XX secolo – De Pisis, Severini, De Chirico, Casorati, Morandi, Fontana, Martini, Rosai, Schifano, Manzù e molti altri – con 55 opere tra gli anni Venti e Sessanta prestate, per l’occasione, non solo dalla collezione Terruzzi ma anche da altre, importanti raccolte private italiane.

“Il collezionismo italiano del secolo scorso – scrive Annalisa Scarpa - pur non fatto di nomi roboanti e mediatici, come Saatchi negli Stati Uniti o Pinault in Francia, è stato molto più capillare che in altri paesi e, pur vedendo maggior concentrazione in città egemoni come Milano, Torino, Venezia, Bologna e Roma, si è diffuso, soprattutto dagli anni ’60, anche in quella provincia che è stata motore dell’economia del paese. Grandi industriali prima, negli anni tra le due guerre, piccoli e fieri imprenditori poi, ma anche professionisti di prestigio, alta borghesia ricca di passione e curiosità, hanno costruito nel nostro paese collezioni che hanno gallerie pubbliche d’arte moderna”.Ora “al museo di Villa Margherita”, nato da un collezionismo appassionato e poliedrico talmente eclettico, nelle sue impetuose predilezioni, da lasciare stupiti e affascinati, si affianca un omaggio affettuoso a quello di tanti, altrettanto appassionati qualitativamente se non quantitativamente, che hanno saputo credere nell’estro e nella genialità del proprio tempo”.
Ecco dunque che la mostra, grazie anche a una ricca selezione di foto e documenti storici prestati dall’Archivio Il Cavallino, ci conduce a riassaporare il clima e il fervore di quegli anni in cui non era ancora il mondo delle aste a polarizzare le scelte dei collezionisti ma le gallerie sorte soprattutto a Milano, Venezia e Roma a suggerire nomi e correnti artistiche, oppure le grandi manifestazioni: la Quadriennale di Roma nata nel 1927, la Triennale di Milano, fondata a Monza nel ’23 e quindi trasferita nel capoluogo lombardo nel 1933, e soprattutto la Biennale d’Arte di Venezia che dal 1895, con la sua proclamata indipendenza da condizionamenti, fu tra i garanti del successo di molti artisti del nostro paese.
“Sguardi sul Novecento” ci riporta a quel tempo, attraverso le opere di 33 autori che in modo diverso hanno dato voce alle tante anime del secolo, focalizzando tuttavia l’attenzione su alcune figure chiave di questa epopea come Felice Casorati - il cui “Ritratto di Riccardo Gualino”, elegantissimo e profondo, assurge quasi a simbolo di questa mostra con tutta la nobiltà della passione per l’arte che l’opera racchiude - Giacomo Balla, Giorgio De Chirico, Gino Severini, Antonio Ligabue, Renato Guttuso e Arturo Martini, di cui vengono presentati gruppi di lavori davvero notevoli.
Così se di Balla la mostra a Villa Regina Margherita propone due importanti dipinti che riconducono ad altrettante fasi dell’excursus artistico del pittore - “Villa Borghese dalla finestra” del 1908 circa, con la sua sperimentazione su effetti di luce e scomposizione di colore che rivela l’adesione “parigina” al divisionismo puntinista e “Quando?” del 1929 circa, in cui è ampiamente matura la svolta futurista elaborata nel ‘18 con il “Manifesto del Colore”- di De Chirico l’esposizione propone cinque autentici capolavori, che attraversano quasi un trentennio della sua rutilante attività artistica. É soprattutto tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, che De Chirico è concentrato nel recupero del mondo classico che sarà cardine di gran parte della sua poetica.
“Les Constructeurs de Trophées” (in mostra una bellissima versione del ‘28) ne è il simbolo pregnante, insieme ai “Gladiatori”: opere che nascono accanto a quel volume – “l’Hebdomeros” - uscito nel 1929 con il sottotitolo “le peintre et son génie chez l’écrivain”, considerato da Maurizio Fagiolo dell’Arco “tra i capolavori della letteratura d’invenzione” e dove si ritrovano “molti dei motivi plastici che l’artista, in quagli stessi anni, stava svolgendo in pittura”. “Piazza d’Italia”, così come “Andromaca” o “Il Trovatore”, sono viceversa temi che accompagneranno l’artista per una più dilatata fase del suo cammino. Soprattutto le “Piazze d’Italia” sono elemento fondante della Metafisica dechirichiana di cui possiamo vedere gli albori già nel 1912: un soggetto che ritorna in numerose varianti sia cromatiche che scenografiche anche nei decenni della Neometafisica e reca in se uno spasmodico amore per la luce nella sua valenza atmosferica, con ombre lunghe e nette che tutto abbracciano e sublimano. Ne emerge - come nelle versioni proposte in questa occasione - l’idea stessa che De Chirico aveva della bellezza, più visionaria che onirica, carica di un’atmosfera che allude a una sottile realtà interiore.
“Ho lavorato molto e fatto grandi progressi – scriveva De Chirico a Cardazzo nel febbraio del 1946 – sono sicuro che le mie nuove cose piaceranno molto a quelli che capiscono ed amano sinceramente le vere pitture”.

Sfilano davanti agli occhi altri protagonisti del gruppo degli artisti italiani residenti a Parigi: Campigli con “Giocatori di Scacchi” del 1921 e una versione di “Bagnanti” risalente ai felici anni Quaranta (1942) e soprattutto Severini, con un pastello su carta raffigurante uno degli affascinanti paesaggi notturni del periodo parigino, “Rue des Arts à Civrai” (1909), che precede il periodo futurista e con una “Danseuse” del 1957, ripresa più tarda ma non meno efficace di quei motivi cubo-futuristi che avevano reso famose le sue composizioni dei secondi anni Dieci.
L’altra anima dell’arte italiana del Ventennio e in particolare degli anni Trenta, quella legata al programma “Novecento”, è rievocata con nomi di primo livello come Mario Sironi, Arturo Tosi, Ottone Rosai, Adolf Wildt - bella e intellettualistica la sua “Concezione” del ‘21 - e Arturo Martini, di cui vengono presentati tre bozzetti: “I Dioscuri” del ’34, “Giustizia Corporativa” del ’37, preparatorio del celebre bronzo realizzato per il Palazzo di Giustizia di Milano, e il bozzetto del monumento a Tito Livio per l’Università di Padova del ’42, anno in cui Martini viene nominato membro onorario dell’Accademia di Venezia.
Anche ad Antonio Ligabue e a Renato Guttuso, tra le personalità più “intriganti” del panorama artistico del Novecento, la mostra riserva particolare rilievo. Di Ligabue affascina la vita geniale e disperata, ma soprattutto la carica vitale della sua pittura e il mondo naif dei suoi quadri in cui rivivono tutte le paure e le ossessioni di un’anima inquieta e tormentata. Nel percorso espositivo si contano ben sette opere dell’artista nato a Zurigo: con i suoi soggetti tipici desunti dalla natura - cani da caccia, fagiani, gatti, leoni, volpi, cavalli - e con uno dei suoi molteplici, inquietanti autoritratti.
Di Guttuso colpisce invece la potenza del colore e la grande forza espressiva della sua pittura che diventa resistenza, passione etica e denuncia civile. “L’uccisione del capolega” del 1947 nasce in quell’ambiente culturale fatto di artisti e amici come Birolli, Vedova e il gallerista Cairola, che si esprime nel “Fronte Nuovo per le Arti”: manifesto artistico ma anche movimento politicamente molto impegnato. I temi sociali diventano proprio in questi anni predominanti per Guttuso, che porta sulle proprie tele le lotte dei contadini, la vita dura di zolfatara e cucitrici e, soprattutto, il proprio rancore per la violenza e l’arroganza della “forma mentis” che si arrocca attorno a tutto quello che è violenza e mafia.
Accanto a questo capolavoro, in mostra si possono però ammirare anche tre tele eseguite dall’artista tra il 1965 e il ‘66: un periodo che vede il pittore, al culmine del successo, impegnato non solo sulle tele, ma anche nella realizzazione di scenografie teatrali e nell’elaborazione di testi, nel fervore ideologico e sociale. Eppure l’ebbrezza del successo non affievolisce la sua vena creativa, che si alimenta sempre di una vigile etica politica.
In quest’ottica va letto anche il dipinto “Asse Roma-Berlino” del 1966, subliminale omaggio all’amico di sempre, Pablo Picasso, al quale Guttuso era legato da grande affetto fin dal primo incontro a Parigi nel 1945. Siamo dunque arrivati ai mitici anni Sessanta: abbiamo lasciato alle spalle i lavori di Crippa - “Composizione Spaziale” (1952 -54) - e i “décollages” di Mimmo Rotella con le loro stravaganti lacerazioni e abrasioni su carte colorate di manifesti incollati a strati, talvolta strappati direttamente dai muri della città, e siamo giunti alla celeberrima serie dei “Tagli” (Attese) di Lucio Fontana (1968), alle “Composizioni” di uno Schifano affascinato dalla vitalità diurna e notturna di Milano produttiva e prosperosa, pur vivendo tra Roma e New York, o alla rivisitazione in chiave pop di artisti del passato proposta da Tano Festa, come in “Studio n°1 per la solitudine nel museo”, con i coniugi Arnolfini, nel quale l’artista ridipinge immagini icona proiettate sulle tele. Il percorso sta per concludersi, ma un’ultima sezione riserva ancora sorprese ed emozioni con alcuni grandi maestri stranieri che furono particolarmente vicini all’esperienza e all’ambiente artistico italiano e fortemente legati in particolare alla Liguria e alla Costa Azzurra: artisti che Annalisa Scarpa ha sentito la necessità di ricordare in una mostra così intimamente legata, nella sua costruzione, al luogo che la ospita.

Asger Jorn per esempio giunse ad Albisola, in Liguria, dalla Danimarca nel 1954. Era malato e il movimento artistico di cui era stato uno dei fondatori, in un caffè di Parigi, qualche anno prima, era ormai sciolto, il gruppo dei "militanti" di un'arte libera da formalismi, disperso in mille rivoli per l'Europa. Dalle miti coste liguri, Jorn continuerà però a lavorare e a tessere una rete di fertili relazioni. É la breve fiammata del gruppo “CoBra”, che raccolse per un fertile, anche se transitorio periodo, artisti, poeti e letterati provenienti da tre città, Copenhagen, Bruxelles e Amsterdam (da cui l'acronimo del più aggressivo dei rettili), e che fu propugnatore di una totale libertà d'espressione all'insegna della creatività collettiva. Sulla Riviera di Ponente, dove già trascorreva l'estate Lucio Fontana, approdò anche un altro esponente del gruppo “CoBra”, Karel Appel, e vi giunse anche il cubano Wilfredo Lam (ricordato in mostra con un dipinto del ’45, “Nascono i mostri o maternità”), grande amico di Picasso, frequentatore di molti artisti surrealisti che si raccoglievano attorno ad André Breton, come Max Ernst e Victor Brauner, entrambi presenti in questa sezione dell’esposizione.
Era del resto lo stesso gallerista Carlo Cardazzo ad incoraggiare Jorn e i suoi amici a trasformare questo estremo territorio ligure in un grande centro di sperimentazione artistica, sottolineando ancora una volta il ruolo fecondo svolto da tanti collezionisti e mercanti nello sviluppo dell’arte del Novecento.
E la Francia è lì a due passi, la Francia della Costa Azzurra e della Provenza, rifugio di un nugolo di artisti giovani e meno giovani che alimentano con le loro creazioni il mercato, le gallerie e il fertile collezionismo italiano: da Hartung, che nel 1976 venne nominato cittadino onorario di Antibes, la prediletta da Picasso, ad Arman, che a Nizza ebbe la propria formazione artistica e dove ebbe modo di frequentare Yves Klein, pochi sfuggiranno al fascino sottile di questi luoghi, la cui vicinanza con Bordighera ha per villa Margherita un valore che non è solo simbolico, ma anche di forte scambio interculturale.

domenica 24 giugno 2012

LA COLLEZIONE PERMANENTE - GAMA, ALBENGA



LA COLLEZIONE PERMANENTE
GAMA - Galleria d'Arte Moderna di Albenga
piazza San Michele - Albenga
dal 19 giugno al 18 novembre 2012

Dal 19 giugno al 18 novembre 2012, la Galleria d'Arte Moderna di Albenga (piazza San Michele 4) ospita un'esposizione di opere della collezione permanente di artisti quali Pierre Auguste Renoir, Pablo Picasso (a lato una sua ceramica del 1950 circa), Balthus, Paul Gauguin, Wassily Kandinsky, Édouard Vuillard, Joan Mirò e Camille Pissarro.
La mostra è visitabile tutti i giorni da martedì a sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. 

ARROGNA NATURARTE OUTDOOR - SPAC, PIEVE DI TECO



ARROGNA NATURARTE OUTDOOR
Percorso naturalistico Madonna dei fanghi
SPAC - Spazio permanente d'arte e cultura
piazza Borelli, 4 - Pieve di Teco (IM)
dal 24/6/2012 al 9/9/2012

S'inaugura domenica 24 giugno, alle ore 18.00 presso lo SPAC di Pieve di Teco (IM), Piazza Borelli, ex Caserma Manfredi, il percorso di sculture ed installazioni Arrogna Naturarte Outdoor e la mostra collettiva degli artisti partecipanti Arrogna Naturarte Indoor. In mostra opere degli artisti: Cornelia Badelita, Fabian & Barny, Dennis Fazio e Virgilio Patarini. Durante la mostrà sarà proiettato un video di Simone Maglio. Nota critica di presentazione. A Pieve di Teco c’è un sentiero che parte dove finisce il paese e si snoda lungo le sponde del torrente, accanto a cascine, prati, sotto l’ombra di un bosco, tra vecchi muri di cinta e chiesette medioevali scoperchiate, fino al santuario della Madonna dei Fanghi. È una strada che attraversa la natura e la memoria e ci racconta la nostra storia: il rapporto tra l’uomo e la sua terra, il lavoro delle mani che scavano, si aprono varchi, costruiscono spazi nel rispetto dei luoghi, seguendo le anse del torrente o le inclinazioni del terreno, il silenzio della pietra, l’ascolto della musica dell’acqua e del vento tra i rami, i passi sul sentiero. Un uomo che strappa alla natura brandelli del suo grembo per farne luoghi sacri dove lavorare (i campi, le cascine) o pregare (le chiese). Sì, in questa dimensione anche il lavoro diviene cosa sacra: una via per trovare un equilibrio, tra le necessità della sopravvivenza e il rispetto della natura, tra l’io e il mondo. I cinque artisti che hanno dato il via a questo ambizioso progetto di museo all’aperto non hanno fatto altro che salire lungo questo sentiero e ascoltare quello che il sentiero aveva da dire. Hanno ascoltato le pietre, l’acqua che scorre, il vento tra gli alberi e l’eco delle voci di generazioni di uomini e donne che lungo quel sentiero hanno camminato, lavorato, cantato, pregato, fatto l’amore. Hanno raccolto pietre, legni, vecchi strumenti di lavoro o di oggetti di culto e con questi hanno ridetto con parole nuove vecchi discorsi forse dimenticati, ma sempre attuali, hanno cantato con inediti arrangiamenti canzoni antiche sepolte in fondo al cuore.

Dennis Fazio con l’opera "Chi u ghe' me", un enorme rastrello piantato nei sassi della terra ligure, ci racconta secoli e generazioni di lavoro titanico per strappare alla natura brandelli di terra da coltivare e al mondo un angolo dove sopravvivere, con le unghie e coi denti; mentre con il grande ragno (“Araknos”) ci mostra le insidie della natura, le nostre paure arcane, ma anche la sottile bellezza e l’incantagione di questi pericoli incombenti e la loro assoluta naturalezza. Cornelia Badelita nasconde una piccola classicissima statua della Madonna tra gli arbusti e le frasche, simulando un ritrovamento o forse denunciando uno stato di oblìo, con un gesto semplice, in apparente accordo col luogo e la sua storia, e forse proprio per questa apparente tautologia sottilmente spiazzante. Fabian & Barny (Fabiano Speziari e Patrizia Barnato) recuperano una dimensione ancestrale e mitica del fare arte. Come antichi sciamani piazzano le loro “trappole” per gli spiriti lungo il sentiero (“Il cacciatore di anime”) oppure costruiscono monumenti, oggetti totemici: una grande sfera di rami intrecciati e di pietre rosse o un arco di rami intrecciati da attraversare, simboli cosmici o di riti di passaggio. Io per conto mio, con la mia "Rotta astrale" fatta di cerchi di ferro e di pezzi di legno di vecchie botti, ho raccontato il mio naufragio tra cielo e terra: tra le pietre di un'antica chiesetta diroccata la mia nave fossile si è arenata al centro di un cerchio di sassi, la prua è salita tra i rami di un piccolo bosco cresciuto al centro del luogo sacro, la volta scoperchiata, e cerchi di ferro sospesi a rievocare le orbite delle sfere celesti... Ma in definitiva qual è il senso di questo percorso? Forse quello che ci suggerisce questo nucleo iniziale di piccolo museo all’aperto è che la tradizione e la natura possono diventare arte contemporanea. E l’artista ritrovare un senso - antico e moderno al tempo stesso- al suo fare arte. Al di là delle mode e del mercato. Virgilio Patarini

Come raggiungerci: Percorso Arrogna Naturarte Outdoor lungo percorso naturalistico Madonna dei Fanghi. Arrivati a Pieve di Teco è consigliabile parcheggiare su Piazza Borelli per poi proseguire per 700 metri in direzione Moano, Armo, Trovasta. Lunghezza del percorso circa 1,4 Km. 

venerdì 22 giugno 2012

ALAIN ARIAS-MISSON: LE POETE EN BOITE - GALERIE DEPARDIEU, NICE


RICCARDO MANDELLI: AL CASINÒ CON MUSSOLINI - MUSEO CIVICO, SANREMO 22/6/2012


RICCARDO MANDELLI
AL CASINÒ CON MUSSOLINI
Gioco d’azzardo, massoneria ed esoterismo intorno all’ombra di Matteotti
presentazione del volume edito da Lindau
Museo Civico - Palazzo Borea d'Olmo
via Matteotti 143 - Sanremo
venerdì 22 giugno 2012, ore 17,30

Al casinò con Mussolini è il punto di arrivo di una vasta e avvincente ricerca sull’industria dell’azzardo e sugli ambienti finanziari, politici e culturali da cui questa traeva linfa nei primi decenni del secolo scorso. La documentazione restituita dagli archivi fornisce risultati sorprendenti, talvolta sconcertanti. Scelto un osservatorio privilegiato come Sanremo, la traccia si lascia seguire negli intrighi spionistici della prima guerra mondiale, nell’oscura gestazione del fascismo e nell’ambiguo atteggiamento del regime verso le forze che controllavano su scala internazionale il business della roulette. Prima di essere rapito e ucciso, Giacomo Matteotti stava indagando sugli ultimi decreti legge emanati da Mussolini, che riguardavano le concessioni petrolifere e la liberalizzazione del gioco d’azzardo. E intorno agli affari legati ai due decreti ruotarono le ipotesi subito avanzate dai giornali per spiegare la sua scomparsa; solo più tardi prese piede la versione che fosse stato assassinato a causa della coraggiosa denuncia di brogli e violenze elettorali fasciste. Il libro ricostruisce in modo innovativo lo sfondo del delitto che ha consegnato il paese a venti anni di dittatura e che rappresenta quasi l’archetipo di tutti i misteri irrisolti della sua storia. La morte di Matteotti è però solo la più tragicamente famosa tra quante costellano un lungo cammino in cui si affiancano progetti politici, finanziari ed esoterici, senza che spesso sia possibile decifrare l’ordine di precedenza. Sotto la superficie corre una trama insanguinata che coinvolge personaggi di primo piano del regime, settori della massoneria e anche ambienti in apparenza insospettabili. Nomi come quelli del banchiere Toeplitz, degli industriali Volpi e Borletti, di Mussolini, D’Annunzio, del «presidente della vittoria» Orlando e molti altri, più o meno noti, sembrano uniti da un filo che si prolunga oltre il Ventennio e ci porta a gettare uno sguardo sulla natura del potere che ci circonda.

Riccardo Mandelli è autore di narrativa, soprattutto per ragazzi, e di saggistica. Ha studiato medicina veterinaria e filosofia, vivendo all’estero per diversi anni. Attualmente insegna materie storico-filosofiche in un liceo di Imperia. Con Lindau ha pubblicato nel 2011 L’ultimo sultano. Come l’Impero ottomano morì a Sanremo, in corso di traduzione in Turchia. Al casinò con Mussolini ne rappresenta in un certo senso il seguito.

mercoledì 20 giugno 2012

ENTROJAZZ - VILLANOVA D'ALBENGA



ENTROJAZZ FESTIVAL
piazza Mazzini - Villanova d'Albenga
18 - 24 giugno 20121

Da lunedì 18 a domenica 24 giugno, prima edizioe per Entrojazz, Festival Internazionale di Musica Jazz a cura dell’Associazione Progetto Musica, con il Patrocinio della Regione Liguria, della Provincia di Savona, del Comune di Villanova d’Albenga.
Per una settimana il borgo medievale di Villanova d’Albenga ospita esibizioni serali degli artisti ed eventi collaterali dedicati a tutti coloro che amano la musica jazz: a partire dalle masterclass dedicate a coloro che desiderano approfondire la conoscenza di uno strumento e vivere a stretto contatto con grandi artisti (costo 250 Eu, per info 0183 880757).
I concerti serali, in piazza Mazzini sono a ingresso libero e gratuito. Tutti i giorni, dalle 19.00 alle 20.00, Aperitivo in Musica alla Spelonca delle Mura. Al termine dei concerti, dalle 22.30, Jam Session al Salone dei Fiori.

Di seguito il programma completo dei concerti.

Lunedì 18 giugno
- ore 21.00 - Opening: EntroJazz Trio - ore 22.15 - Silvia Infascelli: Jazz Cartoons

Martedì 19 giugno
- ore 21.00 - Opening: BassVoice Project
- ore 22.15 - Pippo Matino: Joe Zawinul Tribute (special guest Jorge Bezerra, Roger Biwandu, Stefano Di Battista)

Mercoledì 20 giugno
- ore 21.00 - Eric Legnini: Special 4tet feat: Stefano Di Battista, Pippo Matino, Claudio Romano
- ore 22.15 - Michel Petrucciani | Body and Soul, proiezione del film di Michael Radford

Giovedì 21 giugno
- ore 21.00 - Opening: EntroJazz Trio
- ore 22.15 - Ernesto Vitolo - Gigi Cifarelli: Hammond Trio

Venerdì 22 giugno
- ore 21.00 - Pippo Matino: European Quartet (special guest Javier Girotto)

Sabato 23 giugno
- ore 21.00 - EntroJazz... ed esco JazzRock, jam session

Domenica 24 giugno
- ore 21.00 - Premio Antonio Semiglia, finale del concorso nazionale
- ore 22.30 - Ma.Pa. Duo

martedì 19 giugno 2012

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO - NOLI




FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO
II Edizione
Complesso Monumentale di San Paragorio - Noli
dal 19 al 23 giugno 2012

Dal 19 al 23 giugno 2012 si svolge presso il Complesso Monumentale di San Paragorio a Noli (SV) il secondo Festival Internazionale del Cinema Archeologico.
La rassegna, a cura di Dario Di Blasi e Piero Pruneti, prevede la proiezione gratuita di film reperiti presso la Cineteca del Museo Civico di Rovereto, in collaborazione con la rivista Archeologia Viva.

Di seguito il programma completo delle proiezioni.

Martedì 19 giugno
ore 21.30
Il crepuscolo dei Celti, di Stéphane Goël (Svizzera, 53')
La Svizzera di lingua francese è il palcoscenico di una scoperta straordinaria. Sulla collina del Mormont gli scavatori hanno riportato alla luce un enorme santuario celtico, il più grande tra quelli finora conosciuti. 2000 anni fa, in questo luogo isolato, gli Elvezi scavarono centinaia di buche all'interno delle quali depositavano le offerte alle loro divinità: oggetti, animali e frammenti di corpi umani. Questa scoperta permette agli archeologi di condurre un'inchiesta sulle pratiche religiose dei nostri antenati. Rituali, sacrifici e druidi: che cosa sappiamo, o crediamo di sapere, su questa eccezionale civiltà celtica?

Mercoledì 20 giugno
ore 21.30
Il Treno degli Dei di Massimo My (Italia, 52')
Si dice che a Roma il passato rallenti il progresso. Il progetto della terza linea metropolitana nel sotto suolo del centro storico sembra infatti una sfida impossibile. Come conciliare passato e futuro? Conservazione o innovazione?
a seguire
Coniare moneta di Raymond Collet (Egitto, 11')
La piattaforma delle arti de feu a Melle, nei Deux-Sèvres, e ogni estate il teatro sperimentale sulla paleo-metallurgia. È in questo ambito che un'équipe di ricercatori dell'Università e del CNRS tenta di ricreare la catena operativa dei coniatori di moneta dell'antichità. La civetta, questa moneta d'argento coniata ad Atene tra il V ed il IV secolo avanti Cristo, serve da modello. L'operazione si rivela difficoltosa. Ma gli ostacoli affrontati dell'équipe rinsaldano la convinzione dei ricercatori: è grazie alla sperimentazione che arriveremo a conoscere i metodi di produzione delle monete antiche.

Giovedì 21 giugno
ore 21.30
Il segno sulla pietra. Il Sahara sconosciuto degli uomini senza nome di Lucio e Anna Rosa (Italia, 58')
La storia del Sahara racconta di un alternarsi di fasi climatiche estreme: periodi di grandi aridità, di grandi piogge, e dietro di esse le vicende di uomini che ebbero la ventura di scegliere quella terra come loro dimora. 12000 anni fa, dopo una fase di aridità estrema, ritornò la pioggia e la vita ricominciò a germogliare lentamente. Così, nel Sahara centrale, sui massicci del Tadrart Acacus e del Messak, nel sud ovest della Libia, si formarono le prime comunità, tenaci e vitali, culturalmente compiute, che riuscirono anche ad elevare a linguaggio pittorico, quindi complesso, il loro vissuto quotidiano ed il loro primitivo bisogno di trascendenza. I ripari che li accoglievano, divennero attraverso l'arte rupestre, dalla fine del Pleistocene all'Olocene, fino all'ultima desertificazione, sede e conservazione di un sapere, libri di pietra sui quali di dipanava e si affermava una vicenda umana che ancora oggi mostra intatta tutta la sua straordinaria ed avvincente magia.

Venerdì 22 giugno
ore 21.30
Una fanciulla sacerdotessa a Cahuachi di Minoru Nakamura (Giappone, 53')
Tra le piramidi trovate vicino alle Linee e ai geroglifici di Nazca in Perù, fu trovata dopo oltre 2000 anni la mummia di una ragazza con una maschera d'oro. Oltre a presentare l'intero processo di scavo, durato due mesi, il documentario mira anche a suggerire una nuova teoria sulle ricerche delle civiltà del Sud America.

Sabato 23 giugno
ore 11.00
Inaugurazione del nuovo sentiero della strada romana per Voze
ore 18.00
Quel tesoro di Noli, conferenza di Ermanno Arslan, già direttore del Museo archeologico di Milano
ore 21.30
Sagalassos. Gli ultimi Romani di Philippe Axell e Marco Visalberghi (Belgio-Francia-Italia, 52') - prima della proiezione Luigi Griva intervista Marco Visalberghi
All'inizio del V secolo delle orde provenienti dall'Asia Centrale migrano verso l'Europa, e spingono le tribù germaniche in direzione di Roma. L'Impero Romano di Occidente vacilla. Ma la civiltà greco-romana, tuttavia, non scompare. Ad Est, per più di tre secoli, decine di città godranno ancora di una grande prosperità e di una relativa stabilità. Queste città si trovano nei territori dell'Impero Romano di Oriente.Nel 1989, sui monti Tauri, nel cuore della Turchia, viene aperto quello che oggi si è trasformato nel più grande cantiere archeologico del Mediterraneo Orientale. Là dove giaceva una città rimasta inviolata per più di 13 secoli, una città distrutta da un terremoto, ed in seguito abbandonata dai sui abitanti, per venire poi lentamente cancellata dall'erosione.L'eccezionale contesto di un sito così antico, rimasto al riparo da ogni tipo di scavo e protetto dalle incursioni grazie alla sua altitudine, ha permesso ad un'équipe di archeologi belgi di recuperare informazioni inedite, conservate dalle montagne, e, ridandone vita, di comprendere a fondo un periodo fino quel momento trascurato, l'antichità tardiva.Caso o destino, Sagalassos si è incredibilmente ben conservato. Questo è il motivo per cui essa racconta così bene agli archeologi la storia di quell'epoca.

lunedì 18 giugno 2012

JIM OVERBECK: L'ARTE DEL FULMINE - PALAZZIINA LIBERTY, IMPERIA



JIM OVERBECK
L'ARTE DEL FULMINE
Palazzina Liberty
Borgo Marina - Imperia
dal 16 giugno al 2 luglio 2012

Sarà Jim Overbeck, pittore simbolista della nuova avanguardia, alla sua seconda esibizione in Italia, ad aprire il ciclo di appuntamenti artistici organizzati dall’Assessorato ai Beni e Attività Culturali del Comune di Imperia presso la Palazzina Liberty di Borgo Marina.
La rassegna si intitola "Jim Overbeck. L’arte del fulmine" e sarà aperta tutti i giorni da sabato 16 giugno a lunedì 2 luglio con inaugurazione sabato 16 giugno alle ore 21 e sarà visitabile nei giorni feriali dalle ore 17 alle 23 nei festivi e prefestivi dalle 14 alle 24.
In esposizione una selezione di opere rappresentative del carattere e della ricerca originale dell’artista, che riscopre in chiave moderna la dimensione figurativa utilizzando un linguaggio fortemente allusivo con chiari rimandi alla tradizione classica.
Da un primo sguardo ai quadri emerge un uso sorprendente e originale del colore nel creare armonie impossibili ma ammirando le opere più da vicino si coglie una dimensione assolutamente unica, una collezione selvaggia e scioccante di figure che richiamano a una rappresentazione dell'animo umano, come le opere del pittore fiammingo Hieronymus Bosch.
La vita dell’inglese Jim Overbeck è stata in effetti incredibile e impossibile come la sua arte che viene a rappresentare quasi un compendio di tutte le conoscenze e di tutte le discipline praticate nel corso dell’esperienza umana e professionale: prima filosofo, matematico, logico, teologo, scrittore e ora pittore. Indirizzato alla carriera universitaria durante il servizio militare ha vinto una prestigiosa borsa di studio per il suo lavoro sulla teoria dei numeri transfiniti, si è applicato poi alla dottrina teologica, per dedicarsi infine al suo progetto artistico dopo la carriera accademica.
Negli anni in cui ha iniziato a dipingere Jim Overbeck ha creato uno stile inconfondibile. Le sue opere sono irte di idee radicali e rappresentano in chiave contemporanea l’eterna battaglia tra bene e male nella contrapposizione delle due figure emblematiche che li rappresentano, trattando inoltre con grande umorismo e ironia anche temi legati all’attualità e alla politica.

Jim Overbeck è nato a Nottingham vicino a Londra e da cinque anni vive a Dolcedo, dove da tempo si è stabilita una numerosa comunità di stranieri, come in altri borghi dell’entroterra.

La rassegna organizzata dal Comune di Imperia con il contributo di Coop Liguria e grazie anche alla mediazione di British Istitutes nella persona del professor Ralph Kessler, amico e curatore dell’artista, rappresenta uno sguardo di attenzione (come già avvenuto nel recente passato) nei confronti di questa collettività molto vivace di artisti e personalità diverse che hanno scelto di avere casa a Imperia.

domenica 17 giugno 2012

JAIME ARANGO CORREA: SEGNI EROTICI - M'ARTE, ARMA DI TAGGIA



JAIME ARANGO CORREA
SEGNI EROTICI
M'Arte
via San Giuseppe 22 - Arma di Taggia
dal 16 giugno al 15 luglio 2012

Sabato 16 giugno 2012 dalle 17 alle 20 si tiene il vernissage della mostra Segni erotici di Jaime Arango Correa presso la Galleria M'Arte di via San Giuseppe 22 ad Arma di Taggia.
Arango è considerato uno dei riferimenti più importanti della pittura colombiana degli ultimi 50 anni, ha vissuto l’esperienza dei grandi movimenti surrealisti, dadaisti e della così detta arte informale. Nelle sue opere non disdegna la figura umana con tematiche specifiche che nella grafica e nella pittura guardano al corpo come elemento di potente pathos erotico. Nella serie di figure erotiche che riempiono il foglio bianco con il semplice tratto a china, crea campiture fulgide o di pregnanti ocra e arancio, evocativi della forma terrigna e fisica dell’ amplesso e del respiro sessuale.
La mostra, dove sono esposti 43 disegni a olio e inchiostro su carta, rimarrà aperta fino al 15 luglio 2012.

sabato 16 giugno 2012

MILLY CODA: MARI DI IERI, LIDI DEL DOMANI - ORATORIO DE' DISCIPLINANTI, FINALBORGO


MILLY CODA
MARI DI IERI, LIDI DEL DOMANI
Oratorio de' Disciplinanti - Finalborgo
17 giugno - 15 luglio 2012

L'Oratorio de' Disciplinanti nel Complesso Monumentale di S. Caterina ospita dal 17 giugno al 15 luglio 2012 la mostra di Milly Coda “Mari di Ieri Lidi del Domani”, proveniente dal Museo Galata del Mare di Genova , che nel 2011 ha ricordato i 50 di attività artistica della pittrice.

Emilia Marasco scrive nel catalogo: “Il mare. Il paesaggio che Milly Coda ha attraversato in cinquant'anni di pittura - e di poesia - è il mare. Le ragioni di un'attrazione inconscia e al tempo stesso di una scelta consapevole sono nella sua nascita e nella storia ligure, nella sua cultura classica, nella sua esperienza di donna, con le diverse stagioni dell'amore in tutte le sue declinazioni, vissuta in continua comunicazione con l'essere artista. I mari di Ieri, i lidi della poesia, i lidi del domani: dai paesaggi industriali di Vado e del Savonese ai bambini (.)...i bambini sull'orlo dell'acqua, di spalle, che guardano avanti e oltre e nel profondo, sono i bambini migranti, bambini in partenza o in arrivo, vicino alle donne con i fagotti delle cose salvate (.)”.

E Maria Teresa Orengo scrive: “La pittura di Milly procede per strati che si sovrappongono, alcuni dettagli vengono coperti da altri in una sorte di horror vacui che trasforma lo spazio in un continuum di forme e linee.(.) La pittura che ne deriva, è raffinata, ricca di simbologie, idonea ad esplorare quella parte della coscienza umana che è a confine tra realtà e sogno”. .(.) “... Il protagonista è sempre il mare, quel mare che unisce e divide, e diventa il tramite tra presente e passato, tra reale e irreale....”

Milly Coda, artista di origine vadese, allieva del pittore Raffaele Collina, della scultrice Renata Cuneo e di Lino Berzoini, ha fatto parte del gruppo degli artisti della temperie savonese con De Salvo, Peluzzi, Rambaldi, Saccorotti ecc... Ha il suo esordio in una personale alla Galleria S. Andrea a Savona nel 1961, distinguendosi nel paesaggio, in particolare quello industriale e nella figura.

Scrive Beringheli : “(.) Più recentemente l'artista, che è anche fine letterata, si è rapportata ad un recupero pacato degli aspetti della pittura simbolista, denunciando intenzioni oniriche ed emblematiche”.

venerdì 15 giugno 2012

LUCIANO LIVIO CALZAMIGLIA: SAN GIOVANNI BATTISTA IN ONEGLIA - COLLEGIATA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, IMPERIA 16/6/2012




LUCIANO LIVIO CALZAMIGLIA
SAN GIOVANNI BATTISTA IN ONEGLIA
Mille anni di storia e arte
presentazione del volume edito da Grafiche Amadeo
Chiesa Collegiata insigne di San Giovanni Battista - Imperia
sabato 16 giugno 2012, ore 21,00

giovedì 14 giugno 2012

PARADOSSI URBANI - SALA EX COOP, VADO LIGURE 15/6/2012



PARADOSSI URBANI
Savona tra la fine dell’industria e il neoliberismo
presentazione del volume
Sala ex Coop
via Aurela 222 - Vado Ligure
venerdì 15 giugno 2012, ore 20,45

Sarà presentato venerdì 15 giugno, alle ore 20:45, presso la Sala ex Coop di Vado Ligure in Via Aurelia 222 "Paradossi Urbani. Savona tra la fine dell’industria e il neoliberismo", testo che ripercorre le trasformazioni economiche e sociali della città di Savona negli ultimi decenni.
L'incontro, organizzato in collaborazione con Amare Vado e Vivere Vado, sarà un'occasione per discutere della piattaforma Maersk.
Caso emblematico dell’impatto dei processi di deindustrializzazione dell’economia e di polarizzazione della società, il capoluogo di provincia ligure rappresenta il punto di partenza per una riflessione critica sulle città contemporanee. A risaltare sono i paradossi di un modello di sviluppo fallimentare: la cementificazione del territorio accompagnata dalle retoriche sul turismo e sull’ambiente, i miraggi delle grandi opere tratteggiati a partire dalla riduzione dei diritti dei lavoratori, il proliferare di nuove edificazioni in un quadro di calo demografico. Attraverso un approccio multidisciplinare che spazia dall’inchiesta giornalistica all’analisi storica, sociologica, politologica ed economica, il volume si interroga sui costi sociali e le conseguenze di strategie e interventi volti a favorire forze e interessi particolaristici a discapito dell’intera collettività e del territorio.

Il volume raccoglie saggi di: Francesca Bertani, Angelo Billia, Dario Colombo, Comitato No Crescent Salerno, Coordinamento Margonara Viva, Virginio Fadda Agostino Torcello MODA, Francesco Laterza, Stefano Lorenzini, Bruno Lugaro, Marcello Penner, Marco Piombo, Manuela Porcu, Marco Preve, Felice Rossello, Ferruccio Sansa, Antonella Seddone, Carlotta Stegagno, Luca Urbinati.

mercoledì 13 giugno 2012

BRUNO LUPPI: SALTAPASTI - GRAFICHE AMADEO 2012


BRUNO LUPPI
SALTAPASTI
Un cane fra i partigiani liguri
Grafiche Amadeo, 2012

Carpasio ha un rapporto particolare e profondo col momento storico della Resistenza che, oltre cinquant'anni fa, ha reso a noi tutti la libertà, fornendo le basi politico-ideali della nostra Repubblica e della Carta Costituzionale.
Bene ha fatto allora il Comune di Carpasio, nella persona del suo Sindaco, a promuovere, col contributo ed il sostegno dell'Ammi-nistrazione Provinciale, la riedizione di questo volume che, scritto nel primo dopoguerra ancor sotto l'impressione recente dei fatti narrati, è diventato un classico del memorialismo locale per il periodo compreso tra settembre 1943 ed aprile 1945.
L'autore, Bruno Luppi, insegnante e Comandante partigiano col nome di Erven, aveva spiccati interessi storici, qui compare essenzialmente come narratore e protagonista delle vicende descritte: lui che, combattente della IX Brigata Garibaldi, fu ferito e decorato al valor militare.
Lasciamoci dunque prendere dalla verve della sua penna, piacevolmente scorrevole, per seguire la storia minima del cane-mascotte "Saltapasti" e conseguentemente delle peripezie della formazione partigiana che lo raccolse e lo ospitò fra i suoi ranghi.

MASSIMO FINI: LA GUERRA DEMOCRATICA - LIBRERIA UBIK, SAVONA 13/6/2012


MASSIMO FINI
LA GUERRA DEMOCRATICA
presentazione del volume edito da Chiarelettere
Libreria Ubik
corso Italia 116 R - Savona
mercoledì 13 giugno 2012, ore 18,00

Questo libro raccoglie i principali interventi e articoli di Massimo Fini sulla finzione dei cosiddetti interventi umanitari. "La guerra democratica" è un viaggio lungo vent'anni, dalla prima guerra del Golfo alla guerra eterna in Afghanistan, passando per la Somalia, la Bosnia, la Serbia, il Kosovo, l'Iraq, la Libia, e guardando avanti al futuro prossimo anticipato dalle minacce di un intervento in Iran. L'intelligenza e lo stile graffiante di Fini conducono il lettore dentro la scena, faccia a faccia con i protagonisti e con le vittime, strappando la maschera alle cosiddette missioni di pace e raccontandole per quello che sono: atti di aggressione e di conquista. Fa pensare, leggendo queste pagine, che forse non sarà l'inquinamento né una catastrofe naturale a minacciare di distruzione il genere umano, forse moriremo di democrazia. Di quella menzogna di democrazia ridotta a maschera per coprire i crimini e le violenze più brutali. Il libro finisce con una parte inedita in cui l'autore racconta la figura simbolo della guerra democratica, il combattente che non combatte, l'uomo che non rischia, la distruzione che non vede più le sofferenze perché è prodotta da ogni genere di macchina militare che semina morte senza fare rumore.

lunedì 11 giugno 2012

PERCFEST 2012 - LAIGUEGLIA



PERCFEST 2012
Fesrival europeo delle percussioni
piazza Marconi - Laigueglia
12-17 giugno 2012

Suoni Sogni Immagini, nelle Notti di mezza Estate
piazza Marconi
dalle 21, Memorial Naco
dalle 21.30, concerti

Martedì 12 giugno
GIOVANNI MAZZARINO QUARTE
T TULLIO DE PISCOPO QUINTET E FIREWORKS
Alla base del nuovo molo di Laigueglia, gli assoli di Tullio De Piscopo alla batteria accompagnati da suggestivi fuochi d’artificio: il tutto rigorosamente a tempo

Mercoledì 13 giugno
LORENZO TUCCI & LUCA MANNUTZA Lunar duo”
ISRAEL VARELA TRIO dal Flamenco al Jazz

Giovedì 14 giugno
DANILO REA E FLAVIO BOLTRO Opera
ALVIN QUEEN & THE PERCFEST TEAM

Venerdì 15 giugno
HAN BENNINK E ROBERTO GATTO Thinking Drums
CORDOBA REUNION QUARTET

Sabato 16 giugno
DADO MORONI E MAX IONATA 2forDuke
SERGIO CAMMARIERE IN CONCERTO

Domenica 17 giugno
LA NOTTE DEI TAMBURI
Il contenitore musicale che racchiude in una sonora carrellata sei concerti, folklore e ricerca, dove la percussione occupa un ruolo fondamentale.
Sfilata del gruppo SFOMbatucada e dell’Associazione TAMTAMDO dell'istituto musicale della Valle d'Aosta
OrchestraAnikè una vera esplosione di folklore, musicisti italiani e del Burkina Faso
Matteo Scarpettini trio guest Barbara Casini, vincitore del Memorial Naco 2011
Giorgio di Tullio e Mattia Cicalini Trio con Eduardo Dudù (sax) e Roberto Taufic
The Great NACO Orchestra

WILLIAM KLEIN: IN & OUT OF FASHION - ATELIER SOARDI, NICE



WILLIAM KLEIN
IN & OUT OF FASHION
Commissariat : Amedeo M.Turello
Atelier Soardi
9, avenue Désambrois - Nice
du 6 avril au 30 juin 2012

Photographe, peintre, cinéaste et graphiste, WILLIAM KLEIN est l’un des artistes contemporains "les plus influents et les plus controversés". Cette passion qui caractérise Klein, explique ses engagements, ses combats, ses changements de modes d’expression, ses allers et retours de la peinture à la photographie, et inversement. WILLIAM KLEIN est l’artiste complet dont l’œuvre immense a marqué l’histoire de la photographie.
Autour d’une vingtaine de photographies 1958-2005 cette exposition met en lumière les célèbres clichés de mode pour laquelle il a souvent eu un regard complaisant mais toujours passionné.

domenica 10 giugno 2012

MARIA REBECCA BALLESTRA: JOURNEY INTO FRAGILITY - DUBAI



MARIA REBECCA BALLESTRA
JOURNEY INTO FRAGILITY
IV tappa: Dubai
10-16 giugno 2012

Journey into Fragility. IV tappa: Dubai - Abu Dhabi. Un progetto itinerante concepito ispirato alla Carta di Arenzano per la Terra e per l'Uomo di Massimo Morasso. Le dodici tesi della Carta ispireranno dodici diversi progetti in altrettanti paesi del mondo (febbraio 2012 - gennaio 2013) con l'intento di sviluppare un dialogo attivo sull'ambiente e sul valore del vivere sulla Terra. La quarta tappa del progetto - dopo Ghana, Svizzera e Madagascar - si svolge a Dubai dal 10 al 17 giugno e sara' curata da Mamia Bretesche. In questa occasione Rebecca realizzera' un lavoro fotografico sulla moderna citta' araba Masdar City (Abu Dhabi): una delle citta' piu' sostenibili al mondo progettata per offrire un'alta qualita' di vita e di lavoro con l'impronta ecologica piu' bassa possibile.

sabato 9 giugno 2012

IAIA FORTE INCONTRA IL PUBBLICO - MUSEO CIVICO, SANREMO 9/6/2012



IAIA FORTE INCONTRA IL PUBBLICO
Museo Civico - Palazzo Borea D'Olmo
via Matteotti 143 - Sanremo
sabato 9 giugno 20120, ore 17,30

Sabato 9 giugno alle 21, al Teatro dell’Albero di San Lorenzo al Mare va in scena Molly B., spettacolo teatrale tratto dal monologo finale dell’Ulisse di James Joyce e tradotto in napoletano da Ruggero Guarini, con la regia di Carlo Cecchi e le scene di Titina Maselli.
Protagonista della serata è Iaia Forte, attrice napoletana che già nel 1999 aveva debuttato con questo spettacolo e che ora lo ripropone. Marianna Fiore, la Molly Bloom napoletana, seguendo il flusso di coscienza torna con la memoria a rivivere ricordi e amori passati. In una scenografia essenziale lo spettacolo si carica di fisicità, riuscendo ad esplorare tutto l’universo femminile senza reticenze e pudori.
Dice la stessa Iaia Forte: «Di Molly mi piace il rapporto con il corpo. E’ un’esplosione di lava, di calore, di suoni, di odori. Diventa sublime anche attraverso la coscienza fisiologica. Molly per me è un ventre in solitudine, un rimuginare su amplessi, un grido alla vita, un accumulo di onde, un mistero di abbandono, una rivendicazione del valore della carne. E’ un concentrato di ricordi, di voglie, di scenari. Il suono napoletano è un dialetto scandito con cura, e quando m’avvicino alla conciliazione, all’oblio, il linguaggio si stringe e diventa più musicato, acquista una dimensione soprattutto emotiva, direi sensoriale. Io do voce ad un ciclo ininterrotto di stati d’animo che si connettono via via a prestazioni sessuali con l’amante, al primo amore, a fantasie d’un rapporto con un giovane, a barlumi riguardanti marinai e zingari; ma ci sono pure osservazioni materne su di un seno, il dolore per il figlio morto, i pensieri sulla superstizione, il fascino per la natura, e ferite, e sentimenti ... ».

Nell’ambito della rassegna Dietro la maschera…, promossa dal Teatro dell’Albero, alle 17.30 di sabato 9, prima dello spettacolo, Iaia Forte incontra il pubblico presso il Museo Civico di Sanremo. A condurre l’incontro Stefano Delfino.

venerdì 8 giugno 2012

PIERFRANCO PELLIZZETTI: C'ERAVAMO TANTO ILLUSI - LIBRERIA UBIK, SAVONA 8/6/2012


PIERFRANCO PELLIZZETTI
C'ERAVAMO TANTO ILLUSI
Fenomenologia di Mario Monti
presentazione del librO, edito da Aliberti
Libreria Ubik
corso Italia 116 r - Savona
venerdì 8 giugno 2012, h. 18,00

Senza dubbio il ritorno alla civiltà delle buone maniere dopo tanta sguaiataggine risulta un bel salto di qualità. Purtroppo si tratta semplicemente di far digerire all’intera società una cura da cavallo che colpisce i deboli e gli indifesi; senza toccare minimamente il sistema dei privilegi che ha succhiato ogni linfa vitale dal corpo anemizzato del Paese.

Pierfranco Pellizzetti
(Genova, 1947). Saggista di «MicroMega», «Critica Liberale» e «Queste Istituzioni». Sino al 2011 ha insegnato Sociologia dei Fenomeni Politici e Politiche Globali nella facoltà di Scienze della formazione di Genova - Corso Specialistico in Scienza della comunicazione. A lungo opinionista del quotidiano «il Secolo XIX», dal 2009 lo è del «Fatto Quotidiano». Tra le sue opere: La Politica dopo la Politica (Pendragon 2001), Italia disorganizzata (Dedalo 2006), La Quarta Via (Dedalo 2008), Fenomenologia di Silvio Berlusconi (Manifestolibri 2009), Liberista sarà lei! (Codice 2010), Fenomenologia di Antonio Di Pietro (Manifestolibri 2010), La Libertà raccontata a ragazze e ragazzi (con la figlia Ludovica, Manifestolibri 2011). Ha curato Le parole del tempo - vocabolario della Seconda Modernità (Manifestolibri 2010).

giovedì 7 giugno 2012

BIAGIO CASSESE: EVENTI A SANREMO - CASINO', HALL DI PORTA TEATRO



BIAGIO CASSESE
EVENTI A SANREMO
Casinò di Sanremo - Hall di Porta Teatro
dall'1 al 10 giugno 2012

Fino a domenica prossima espone nella sala Hall di Porta Teatro Biagio Cassese. La mostra 'Eventi a Sanremo' è una selezione di cinquanta tra le sue più di settemila foto che ripercorrono gli eventi dell’ultimo quinquennio di storia anche quotidiana della Riviera dei fiori, soffermandosi soprattutto su eventi e manifestazioni. Biagio Cassese che vive ed opera a Sanremo si dedica da alcuni anni alla fotografia amatoriale. Ha creato una galleria di eventi con più di settemila immagini, che hanno quale tema dominante Sanremo città del divertimento e della cultura.
Si trovano in 'Eventi a Sanremo', tra le altre immagini, il Sanremoinfiore” l’arrivo del 'Vespucci' le colline fiorite, particolari di fiori, le gare internazionali del campo Ippico Solaro. L'esposizione rimane aperta tutti i giorni sino al 10 giugno dalle 15 alla chiusura delle sale.

mercoledì 6 giugno 2012

ALIGI SASSU: CRONACHE DALLA LIGURIA - PINACOTECA CIVICA, SAVONA



ALIGI SASSU
CRONACHE DALLA LIGURIA
Pinacoteca Civica - Palazzo Gavotti
piazza Chabrol - Savona
1/6/2012 - 2/9/2012
Circolo degli Artisti
Pozzo Garitta - Albissola Marina
1/6/2012 - 30/6/2012

Cronache dalla Liguria: due mostre, una alla Pinacoteca Civica di Savona, l'altra al Circolo degli Artisti di Albissola Marina, per celebrare i 100 anni dalla nascita di Aligi Sassu, pittore e scultore nato a Milano nel 1912 e morto a Pollença, in Spagna, nel 2000.
Sassu partecipò attivamente alla vita artistica di Albissola (dove soggiornò diverse volte tra il 1939 e il 1962) rappresentandola anche nel ciclo delle Cronache di Albisola, commissionato nel 1948 dal proprietario nella Trattoria Pescetto: le opere di questo ciclo occupavano un'intera parete di trentacinque metri e, quando il locale fu chiuso, fu completamente smembrato.

La mostra savonese (nella Sala Mostre Temporanee della Pinacoteca Civica, dal primo giugno al 2 settembre 2012), grazie all'intervento della Fondazione Helenita i Aligi Sassu di Milano, del cognato e gallerista Alfredo Paglione e di raccolte pubbliche e private, presenta le Cronache di Albisola per la prima volta dopo la loro dispersione nel 1967/68. Queste opere offrono una vivace testimonianza della comunità di artisti, ceramisti, letterati, critici, poeti, di cui Sassu faceva parte, che frequentavano la cittadina ligure ed erano soliti incontrarsi nei consueti ritrovi, il Bar Testa e il Ristorante Pescetto.
In primo piano, nei pannelli presenti in mostra, fra i personaggi allineati sulla spiaggia davanti alle case e alle colline albisolesi, sono ben riconoscibili le figure di Milena Milani e Carlo Cardazzo, promotori e protagonisti della straordinaria stagione artistica che ha visto la cittadina ligure al centro di incontri internazionali.

Aligi Sassu fu anche cofondatore del Circolo degli Artisti di Albissola nonché ideatore del lungomare degli Artisti, che costituisce un unicum di arte Contemporanea e che ha contribuito a rendere la località ligure famosa nel mondo. E il Circolo (dal primo al 30 giugno 2012) ospita una mostra di 35 ceramiche e sculture realizzate dall'artista nelle fornaci albisolesi, tra cui il bassorilievo Il ratto di Europa.

lunedì 4 giugno 2012

IL RESTAURO DEL MONUMENTO A GARIBALDI DI LEONARDO BISTOLFI A SANREMO



IL MONUMENTO A GARIBALDI DI LEONARDO BISTOLFI A SANREMO
Un capolavoro della scultura di primo Novecento e il suo restauro
Museo Civico - Palazzo Borea d'Olmo
via Matteotti 143 - Sanremo
martedì 5 giugno 2012, h. 16,00

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Comune di Sanremo organizzano una tavola rotonda sul tema: “Il monumento a Garibaldi di Leonardo Bistolfi a Sanremo – Un capolavoro della scultura di primo Novecento e il suo restauro”.
L’iniziativa avrà luogo presso il Museo Civico di Palazzo Borea d’Olmo, martedì 5 giugno alle ore 16.00.
Al mattino, alle ore 11.30, avrà luogo una visita guidata al Monumento a Garibaldi, nei giardini di corso Imperatrice.

«L'iniziativa – spiegano gli Organizzatori - è occasione per approfondire alcuni temi legati al restauro del Monumento a Garibaldi di Sanremo, realizzato lo scorso 2011 nell'ambito delle Celebrazioni per il Centocinquantenario dell'Unità d'Italia, con fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri e direzione dei lavori a cura degli uffici liguri del Ministero per i Beni e le Attività Culturali».

Dopo i saluti del Vicesindaco e Assessore alla Cultura, dott. Claudia Lolli, e della dott. Loretta Marchi, direttrice del Museo e della Biblioteca civici, introdurranno i vari interventi i rappresentanti dello stesso Ministero, ovvero il direttore regionale, arch. Maurizio Galletti, e il Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici, dott. Franco Boggero.
Caterina Olcese Spingardi ripercorrerà la vicenda della commissione della scultura a Leonardo Bistolfi, artista simbolista di statura europea, ambientandone motivazioni ed esiti nella Sanremo d'inizio '900, stazione climatica e turistica di fama internazionale, culturalmente assai all’avanguardia.
Verranno, altresì, evidenziati, tramite il paragone con precedenti e coevi esempi della statuaria celebrativa garibaldina nazionale, gli elementi di originalità e la portata innovativa del Monumento: i raffinati caratteri secessionisti "austriaci" del suo basamento, il sofisticato linearismo liberty dei sei splendidi bassorilievi della base, originale interpretazione allegorica e poetica dell'epopea dell'eroe, e la figura bronzea, sinteticamente espressiva, del condottiero.
Costanza Fusconi e Massimo Bartoletti proporranno un confronto con l'altro importante monumento bistolfiano dedicato a Garibaldi, quello savonese, pure restaurato nel 2011, sottolineandone analogie e differenze e dedicando spazio alla situazione artistica delle due località liguri tra Otto e Novecento.
A Stefano Vassallo e Paola Parodi, infine, il compito di raccontare la scultura sanremese dal punto di vista dei risultati del restauro, a partire dalla tecnica e dai materiali esecutivi e dai suoi problemi conservativi, dovuti sia alla sua collocazione di fronte al mare, sia soprattutto al fatto che esso era già stato, in parte, smembrato durante la seconda guerra mondiale, quando un provvidenziale intervento, forse voluto da Mussolini in persona, ne sventò la fusione e quindi l'irreparabile perdita.
In particolare, il monumento è stato oggetto di accurate operazioni di pulitura; fessurazioni, fratture e disomogeneità del metallo sono state riparate con l’impiego di resina; a fine lavori è stato data una protezione cerosa e idrorepellente. E’ stato, inoltre, installato un impianto di dissuasione dei volatili studiato nei minimi dettagli per avere il minor impatto estetico possibile.

domenica 3 giugno 2012

BORIS BIANCHERI: LA TRAVERSATA - ADELPHI 2012



BORIS BIANCHERI
LA TRAVERSATA
Adelphi, maggio 2012
collana "Biblioteca Minima"

«È una strana ragazza» dicono di Eileen i suoi stessi genitori: singolare incrocio anglo-si­­ci­liano, cresce taciturna e solitaria, «poco portata alle cose terrestri e più adatta a quelle del cielo e del mare». Per la luna nutre infatti un attaccamento «intenso e appassionato», e l'acqua è il solo luogo dove si senta «veramente a suo agio». Quando una giornalista inglese le propone di attraversare la Manica in solitaria, Eileen accetta la sfida.

sabato 2 giugno 2012

ELIZ BARBOSA: BOTANIQUE - GALERIE DEPARDIEU, NICE



Exposition Hors les Murs # 3
ELIZ BARBOSA
BOTANIQUE
Galerie Depardieu
18, avenue des Fleurs - Nice
du 26 mai au 9 juin 2012

WALTER ACCIGLIARO: TRA LE COLONNE D'ERCOLE - CIRCOLO ELEUTHEROS, ALBISSOLA MARINA



WALTER ACCIGLIARO
FRA LE COLONNE D'ERCOLE
- Circolo Eleutheros
Via Cristoforo Colombo 23 - Albissola Marina
- Studio di Lucio Fontana
Pozzo Garitta - Albissola Marina
dal 2 giugno all'1 luglio 2012

Dopo le recenti partecipazioni a qualificate esposizioni collettive a Praga (Repubblica Ceca), Milano, Saluzzo (CN) e Pozzolengo (BS), Walter Accigliaro allestisce una mostra personale ad Albissola Marina (SV). Nel rinomato centro ligure, ben noto per la tradizione della ceramica d’arte, dove egli ha sperimentato tra il 1987-88 (ospite dei laboratori Pagliaro e Soravia) le fascinose elaborazioni della terracotta e della pittura su terraglia preparata, le sue opere sono presentate contemporaneamente in due sedi del Circolo culturale “Eleutheros” dal 2 giugno al 1° luglio 2012. Infatti, su invito di Giuliana Marchesa, con il patrocinio del Comune di Albissola, l’artista albese espone nella sede “Eleutheros” (via Colombo, 23) e nello storico Studio di Lucio Fontana.
Proprio il suggestivo spazio, che fu il laboratorio ceramico a Pozzo Garitta del celebre maestro italo-argentino del Novecento, ospita la composita installazione di Accigliaro Fra le colonne d’Ercole (1988-2006) da cui la mostra prende pure il titolo generale. Pur disponendovi lavori di diversa realizzazione, l’artista albese s’è comunque rifatto sia al suo soggetto ideativo della “colonna-mestica”, sia al tema suggestivo del mito collegato ad un ideale, leggendario luogo di mare. L’esposizione ad Albissola è corredata da una brochure con testo critico di Roberto Margara.
La mostra personale nelle due sedi del Circolo culturale comprende una ventina di opere neo-informali di Walter Accigliaro, datate dal 1984 al 2012. In un certo senso, costituisce pure un richiamo alle esperienze albissolesi dell’albese Pinot Gallizio e del dianese Franco Garelli durante gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Quindi si tratta di un’occasione particolare per Accigliaro (dopo la sua partecipazione alla 54.a Biennale di Venezia nel 2011 e prima della sua presenza alla 5.a Biennale d’arte a Montecarlo nel 2012), non priva di odierne suggestioni culturali e di rimandi al mito antico, nonché a vicende artistiche di notevole rilevanza.