FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA
ARCHEOLOGICO
II Edizione
Complesso Monumentale di San Paragorio - Noli
dal 19 al 23 giugno 2012
Dal 19 al 23 giugno 2012 si svolge presso il Complesso Monumentale di San Paragorio a Noli (SV) il secondo Festival Internazionale del Cinema Archeologico.
La rassegna, a cura di Dario Di Blasi e Piero Pruneti, prevede la proiezione gratuita di film reperiti presso la Cineteca del Museo Civico di Rovereto, in collaborazione con la rivista Archeologia Viva.
Di seguito il programma completo delle proiezioni.
Martedì 19 giugno
ore 21.30
Il crepuscolo dei Celti, di Stéphane Goël (Svizzera, 53')
La Svizzera di lingua francese è il palcoscenico di una scoperta straordinaria. Sulla collina del Mormont gli scavatori hanno riportato alla luce un enorme santuario celtico, il più grande tra quelli finora conosciuti. 2000 anni fa, in questo luogo isolato, gli Elvezi scavarono centinaia di buche all'interno delle quali depositavano le offerte alle loro divinità: oggetti, animali e frammenti di corpi umani. Questa scoperta permette agli archeologi di condurre un'inchiesta sulle pratiche religiose dei nostri antenati. Rituali, sacrifici e druidi: che cosa sappiamo, o crediamo di sapere, su questa eccezionale civiltà celtica?
Mercoledì 20 giugno
ore 21.30
Il Treno degli Dei di Massimo My (Italia, 52')
Si dice che a Roma il passato rallenti il progresso. Il progetto della terza linea metropolitana nel sotto suolo del centro storico sembra infatti una sfida impossibile. Come conciliare passato e futuro? Conservazione o innovazione?
a seguire
Coniare moneta di Raymond Collet (Egitto, 11')
La piattaforma delle arti de feu a Melle, nei Deux-Sèvres, e ogni estate il teatro sperimentale sulla paleo-metallurgia. È in questo ambito che un'équipe di ricercatori dell'Università e del CNRS tenta di ricreare la catena operativa dei coniatori di moneta dell'antichità. La civetta, questa moneta d'argento coniata ad Atene tra il V ed il IV secolo avanti Cristo, serve da modello. L'operazione si rivela difficoltosa. Ma gli ostacoli affrontati dell'équipe rinsaldano la convinzione dei ricercatori: è grazie alla sperimentazione che arriveremo a conoscere i metodi di produzione delle monete antiche.
Giovedì 21 giugno
ore 21.30
Il segno sulla pietra. Il Sahara sconosciuto degli uomini senza nome di Lucio e Anna Rosa (Italia, 58')
La storia del Sahara racconta di un alternarsi di fasi climatiche estreme: periodi di grandi aridità, di grandi piogge, e dietro di esse le vicende di uomini che ebbero la ventura di scegliere quella terra come loro dimora. 12000 anni fa, dopo una fase di aridità estrema, ritornò la pioggia e la vita ricominciò a germogliare lentamente. Così, nel Sahara centrale, sui massicci del Tadrart Acacus e del Messak, nel sud ovest della Libia, si formarono le prime comunità, tenaci e vitali, culturalmente compiute, che riuscirono anche ad elevare a linguaggio pittorico, quindi complesso, il loro vissuto quotidiano ed il loro primitivo bisogno di trascendenza. I ripari che li accoglievano, divennero attraverso l'arte rupestre, dalla fine del Pleistocene all'Olocene, fino all'ultima desertificazione, sede e conservazione di un sapere, libri di pietra sui quali di dipanava e si affermava una vicenda umana che ancora oggi mostra intatta tutta la sua straordinaria ed avvincente magia.
Venerdì 22 giugno
ore 21.30
Una fanciulla sacerdotessa a Cahuachi di Minoru Nakamura (Giappone, 53')
Tra le piramidi trovate vicino alle Linee e ai geroglifici di Nazca in Perù, fu trovata dopo oltre 2000 anni la mummia di una ragazza con una maschera d'oro. Oltre a presentare l'intero processo di scavo, durato due mesi, il documentario mira anche a suggerire una nuova teoria sulle ricerche delle civiltà del Sud America.
Sabato 23 giugno
ore 11.00
Inaugurazione del nuovo sentiero della strada romana per Voze
ore 18.00
Quel tesoro di Noli, conferenza di Ermanno Arslan, già direttore del Museo archeologico di Milano
ore 21.30
Sagalassos. Gli ultimi Romani di Philippe Axell e Marco Visalberghi (Belgio-Francia-Italia, 52') - prima della proiezione Luigi Griva intervista Marco Visalberghi
All'inizio del V secolo delle orde provenienti dall'Asia Centrale migrano verso l'Europa, e spingono le tribù germaniche in direzione di Roma. L'Impero Romano di Occidente vacilla. Ma la civiltà greco-romana, tuttavia, non scompare. Ad Est, per più di tre secoli, decine di città godranno ancora di una grande prosperità e di una relativa stabilità. Queste città si trovano nei territori dell'Impero Romano di Oriente.Nel 1989, sui monti Tauri, nel cuore della Turchia, viene aperto quello che oggi si è trasformato nel più grande cantiere archeologico del Mediterraneo Orientale. Là dove giaceva una città rimasta inviolata per più di 13 secoli, una città distrutta da un terremoto, ed in seguito abbandonata dai sui abitanti, per venire poi lentamente cancellata dall'erosione.L'eccezionale contesto di un sito così antico, rimasto al riparo da ogni tipo di scavo e protetto dalle incursioni grazie alla sua altitudine, ha permesso ad un'équipe di archeologi belgi di recuperare informazioni inedite, conservate dalle montagne, e, ridandone vita, di comprendere a fondo un periodo fino quel momento trascurato, l'antichità tardiva.Caso o destino, Sagalassos si è incredibilmente ben conservato. Questo è il motivo per cui essa racconta così bene agli archeologi la storia di quell'epoca.
II Edizione
Complesso Monumentale di San Paragorio - Noli
dal 19 al 23 giugno 2012
Dal 19 al 23 giugno 2012 si svolge presso il Complesso Monumentale di San Paragorio a Noli (SV) il secondo Festival Internazionale del Cinema Archeologico.
La rassegna, a cura di Dario Di Blasi e Piero Pruneti, prevede la proiezione gratuita di film reperiti presso la Cineteca del Museo Civico di Rovereto, in collaborazione con la rivista Archeologia Viva.
Di seguito il programma completo delle proiezioni.
Martedì 19 giugno
ore 21.30
Il crepuscolo dei Celti, di Stéphane Goël (Svizzera, 53')
La Svizzera di lingua francese è il palcoscenico di una scoperta straordinaria. Sulla collina del Mormont gli scavatori hanno riportato alla luce un enorme santuario celtico, il più grande tra quelli finora conosciuti. 2000 anni fa, in questo luogo isolato, gli Elvezi scavarono centinaia di buche all'interno delle quali depositavano le offerte alle loro divinità: oggetti, animali e frammenti di corpi umani. Questa scoperta permette agli archeologi di condurre un'inchiesta sulle pratiche religiose dei nostri antenati. Rituali, sacrifici e druidi: che cosa sappiamo, o crediamo di sapere, su questa eccezionale civiltà celtica?
Mercoledì 20 giugno
ore 21.30
Il Treno degli Dei di Massimo My (Italia, 52')
Si dice che a Roma il passato rallenti il progresso. Il progetto della terza linea metropolitana nel sotto suolo del centro storico sembra infatti una sfida impossibile. Come conciliare passato e futuro? Conservazione o innovazione?
a seguire
Coniare moneta di Raymond Collet (Egitto, 11')
La piattaforma delle arti de feu a Melle, nei Deux-Sèvres, e ogni estate il teatro sperimentale sulla paleo-metallurgia. È in questo ambito che un'équipe di ricercatori dell'Università e del CNRS tenta di ricreare la catena operativa dei coniatori di moneta dell'antichità. La civetta, questa moneta d'argento coniata ad Atene tra il V ed il IV secolo avanti Cristo, serve da modello. L'operazione si rivela difficoltosa. Ma gli ostacoli affrontati dell'équipe rinsaldano la convinzione dei ricercatori: è grazie alla sperimentazione che arriveremo a conoscere i metodi di produzione delle monete antiche.
Giovedì 21 giugno
ore 21.30
Il segno sulla pietra. Il Sahara sconosciuto degli uomini senza nome di Lucio e Anna Rosa (Italia, 58')
La storia del Sahara racconta di un alternarsi di fasi climatiche estreme: periodi di grandi aridità, di grandi piogge, e dietro di esse le vicende di uomini che ebbero la ventura di scegliere quella terra come loro dimora. 12000 anni fa, dopo una fase di aridità estrema, ritornò la pioggia e la vita ricominciò a germogliare lentamente. Così, nel Sahara centrale, sui massicci del Tadrart Acacus e del Messak, nel sud ovest della Libia, si formarono le prime comunità, tenaci e vitali, culturalmente compiute, che riuscirono anche ad elevare a linguaggio pittorico, quindi complesso, il loro vissuto quotidiano ed il loro primitivo bisogno di trascendenza. I ripari che li accoglievano, divennero attraverso l'arte rupestre, dalla fine del Pleistocene all'Olocene, fino all'ultima desertificazione, sede e conservazione di un sapere, libri di pietra sui quali di dipanava e si affermava una vicenda umana che ancora oggi mostra intatta tutta la sua straordinaria ed avvincente magia.
Venerdì 22 giugno
ore 21.30
Una fanciulla sacerdotessa a Cahuachi di Minoru Nakamura (Giappone, 53')
Tra le piramidi trovate vicino alle Linee e ai geroglifici di Nazca in Perù, fu trovata dopo oltre 2000 anni la mummia di una ragazza con una maschera d'oro. Oltre a presentare l'intero processo di scavo, durato due mesi, il documentario mira anche a suggerire una nuova teoria sulle ricerche delle civiltà del Sud America.
Sabato 23 giugno
ore 11.00
Inaugurazione del nuovo sentiero della strada romana per Voze
ore 18.00
Quel tesoro di Noli, conferenza di Ermanno Arslan, già direttore del Museo archeologico di Milano
ore 21.30
Sagalassos. Gli ultimi Romani di Philippe Axell e Marco Visalberghi (Belgio-Francia-Italia, 52') - prima della proiezione Luigi Griva intervista Marco Visalberghi
All'inizio del V secolo delle orde provenienti dall'Asia Centrale migrano verso l'Europa, e spingono le tribù germaniche in direzione di Roma. L'Impero Romano di Occidente vacilla. Ma la civiltà greco-romana, tuttavia, non scompare. Ad Est, per più di tre secoli, decine di città godranno ancora di una grande prosperità e di una relativa stabilità. Queste città si trovano nei territori dell'Impero Romano di Oriente.Nel 1989, sui monti Tauri, nel cuore della Turchia, viene aperto quello che oggi si è trasformato nel più grande cantiere archeologico del Mediterraneo Orientale. Là dove giaceva una città rimasta inviolata per più di 13 secoli, una città distrutta da un terremoto, ed in seguito abbandonata dai sui abitanti, per venire poi lentamente cancellata dall'erosione.L'eccezionale contesto di un sito così antico, rimasto al riparo da ogni tipo di scavo e protetto dalle incursioni grazie alla sua altitudine, ha permesso ad un'équipe di archeologi belgi di recuperare informazioni inedite, conservate dalle montagne, e, ridandone vita, di comprendere a fondo un periodo fino quel momento trascurato, l'antichità tardiva.Caso o destino, Sagalassos si è incredibilmente ben conservato. Questo è il motivo per cui essa racconta così bene agli archeologi la storia di quell'epoca.