Martedì letterari
GIACOMO DACQUINO
IMPARA A DIRE TI AMO
(prima che sia troppo tardi)
presentazione del volume edito da Mondadori
Teatro dell'Opera del Casinò
Corso INglesi 18 - Sanremo
martedì 1 ottobre 2013, ore 16,30
Il dialogo affettivo è l'alimento principale che nutre sia la relazione d'amore nella coppia sia le varie coniugazioni del voler bene nei rapporti famigliari. Non è una novità che i legami d'amore si esauriscono soprattutto per un progressivo impoverimento della comunicazione e che, in genere, proprio quando si rimane soli ci si rende conto che è l'analfabetismo dei sentimenti ad aver determinato la fine del rapporto. Questo vale anche per i rapporti genitori-figli, figli-genitori, fratelli e sorelle. Si tende al silenzio affettivo perché manca il tempo delle parole, oppure perché si prova imbarazzo a dichiararsi, o si dà per scontato che ci sia la possibilità di farlo nel futuro. Poi, quando si perde una persona amata, si scopre di provare dolorosi rimpianti per non avergli detto, finché era vicina o in vita, "ti voglio bene". La verità è che troppo spesso si comunica più con il cervello che con il cuore, si dice ciò che si pensa ma non ciò che si sente, e si resta estranei anche nell'intimità, sotto il chiaro di luna, tra le lenzuola o pranzando in famiglia. Per ovviare a questo preoccupante silenzio affettivo Giacomo Dacquino descrive, attraverso alcuni interessanti casi clinici, come è possibile imparare il linguaggio dell'amore, del voler bene, evitando il silenzio dei sentimenti che è tossico in ogni rapporto.
GIACOMO DACQUINO
IMPARA A DIRE TI AMO
(prima che sia troppo tardi)
presentazione del volume edito da Mondadori
Teatro dell'Opera del Casinò
Corso INglesi 18 - Sanremo
martedì 1 ottobre 2013, ore 16,30
Il dialogo affettivo è l'alimento principale che nutre sia la relazione d'amore nella coppia sia le varie coniugazioni del voler bene nei rapporti famigliari. Non è una novità che i legami d'amore si esauriscono soprattutto per un progressivo impoverimento della comunicazione e che, in genere, proprio quando si rimane soli ci si rende conto che è l'analfabetismo dei sentimenti ad aver determinato la fine del rapporto. Questo vale anche per i rapporti genitori-figli, figli-genitori, fratelli e sorelle. Si tende al silenzio affettivo perché manca il tempo delle parole, oppure perché si prova imbarazzo a dichiararsi, o si dà per scontato che ci sia la possibilità di farlo nel futuro. Poi, quando si perde una persona amata, si scopre di provare dolorosi rimpianti per non avergli detto, finché era vicina o in vita, "ti voglio bene". La verità è che troppo spesso si comunica più con il cervello che con il cuore, si dice ciò che si pensa ma non ciò che si sente, e si resta estranei anche nell'intimità, sotto il chiaro di luna, tra le lenzuola o pranzando in famiglia. Per ovviare a questo preoccupante silenzio affettivo Giacomo Dacquino descrive, attraverso alcuni interessanti casi clinici, come è possibile imparare il linguaggio dell'amore, del voler bene, evitando il silenzio dei sentimenti che è tossico in ogni rapporto.