QUARTETT
con Livia Carli e Gianni Oliveri
Adattamento e drammaturgia di Matteo Tarasco
Regia: Matteo Tarasco
Aiuto Regia: Iole Dibernardo
Lo Spazio Vuoto
via Bonfante - Imperia
dal 29 novembre all'1 dicembre 2013
Quartett fu scritto nel 1982 da H. Müller e fu definito “una metastasi, un fiore malato” nato dal corpo classico del romanzo di Choderlos de Laclos “ Les liasons dangereuses”, scritto nel 1782 alla vigilia della Rivoluzione francese
Il tempo è uno dei temi di Laclos: ammazzare il tempo, ieri la principale occupazione di un’aristocrazia al tramonto, quanto oggi, a due secoli di distanza, sembra voler suggerire Müller, di una borghesia che ha del pari esaurito la sua funzione storica, perduto ogni slancio vitale. In questo atto unico, ulteriormente adattato dal regista Matteo Tarasco, i due protagonisti ovvero la marchesa di Merteuil e il visconte di Valmont sono condannati a ripetere in eterno il loro gioco erotico di seduzione attraverso continue metamorfosi, divenendo, in un crudo vortice di identità perdute e ritrovate, ora carnefici, ora vittime, ora uomo, ora donna.
I due soli interpreti sulla scena agiscono attraverso una girandola di personaggi e un continuo scambio di ruoli, dapprima Merteuil e Valmont, successivamente Valmont, Madame de Tourvel e la giovane Volanges, per poi riprendere i ruoli dei due protagonisti; un continuo gioco delle parti, che accresce l’ambiguità di un rapporto che è anche uno scontro tra i sessi.
Testo di grande attualità in una società condannata dal bisogno dell’apparire e dall’incapacità di accettare il corso naturale dell’esistenza.
con Livia Carli e Gianni Oliveri
Adattamento e drammaturgia di Matteo Tarasco
Regia: Matteo Tarasco
Aiuto Regia: Iole Dibernardo
Lo Spazio Vuoto
via Bonfante - Imperia
dal 29 novembre all'1 dicembre 2013
Quartett fu scritto nel 1982 da H. Müller e fu definito “una metastasi, un fiore malato” nato dal corpo classico del romanzo di Choderlos de Laclos “ Les liasons dangereuses”, scritto nel 1782 alla vigilia della Rivoluzione francese
Il tempo è uno dei temi di Laclos: ammazzare il tempo, ieri la principale occupazione di un’aristocrazia al tramonto, quanto oggi, a due secoli di distanza, sembra voler suggerire Müller, di una borghesia che ha del pari esaurito la sua funzione storica, perduto ogni slancio vitale. In questo atto unico, ulteriormente adattato dal regista Matteo Tarasco, i due protagonisti ovvero la marchesa di Merteuil e il visconte di Valmont sono condannati a ripetere in eterno il loro gioco erotico di seduzione attraverso continue metamorfosi, divenendo, in un crudo vortice di identità perdute e ritrovate, ora carnefici, ora vittime, ora uomo, ora donna.
I due soli interpreti sulla scena agiscono attraverso una girandola di personaggi e un continuo scambio di ruoli, dapprima Merteuil e Valmont, successivamente Valmont, Madame de Tourvel e la giovane Volanges, per poi riprendere i ruoli dei due protagonisti; un continuo gioco delle parti, che accresce l’ambiguità di un rapporto che è anche uno scontro tra i sessi.
Testo di grande attualità in una società condannata dal bisogno dell’apparire e dall’incapacità di accettare il corso naturale dell’esistenza.