JEAN-CLAUDE MEYNARD
L'ANIMAL FRACTAL QUE JE SUIS ...
a cura di Giancarlo Pagliasso
Palazzo Tagliaferro
Largo Milano 1 - Andora
31/10/2015 - 13/12/2015
La mostra “L’animal frattal que je suis..” dell’artista Jean-Claude Meynard, porta ad Andora opere fotografiche del suo Bestiario Frattale, curata da GianCarlo Pagliasso, critico e scrittore.
L’utilizzo espressivo della figurazione frattalica, per Jean-Claude Meynard, non è un semplice espediente stilistico. Tra i primi in Francia ad averne compreso le potenzialità geometrico-topologiche per la creazione artistica, ne ha al contempo intuito ed esplorato le implicanze euristiche in relazione ad una chiara interrogazione sulla complessità e caoticità dei fenomeni fisici in vista di una maggior comprensione del mondo nelle sue infinite sfaccettature.
Come afferma Giudi Scotto Rosato nel suo articolo per Le Journal of Science Communication del International Scholl for Advanced Studies “Una forma d’espressione di tipo frattale non circoscrive contorni, non configura sistemi rettilinei, né insiemi ordinati di punti. L’artista elimina le relazioni convenzionali tra sé e la visione, basate sulla prospettiva e sulle nozioni abituali del modello euclideo: costruisce uno spazio irregolare che ogni elemento contribuisce a determinare in quanto fractus, ossia discontinuo e asimmetrico.
Una simile distribuzione dello spazio rimanda alla dimensione dell’astratto, della «linea mutante senza esterno e interno, senza forma né fondo, senza inizio né fine». Si sfalda l’oggetto che ha per fondamento la realtà per se stessa: il mondo esterno - in quanto opposto al soggetto che pensa e conosce - non è più mediato da un contenuto oggettivo, per cui si percepisce e rappresenta lo spazio per mezzo di forme sedimentate”
I frattali propongono. quindi un insolito incontro fra matematica e immaginazione, capace di descrivere gli oggetti della natura.
Il frattale è una figura geometrica in cui un motivo identico si ripete su scala continuamente ridotta.
Ingrandendo una figura frattale si ottengono forme ricorrenti e ad ogni ingrandimento essa rivela nuovi dettagli: il frattale quando è ingrandito non perde dettaglio ma si arricchisce di nuovi particolari.
Il progetto del bestiario frattalico rientra in questa prospettiva, misurandosi simultaneamente con le dimensioni estetica e cognitiva, al fine di articolare un percorso che si interroga circa il ruolo, il posto e la legittimità del porsi dell’uomo nel mondo.
Gli animali di Meynard (dal fantastico Nautilo al Cavallo piuttosto che l’Elefante o il Felino) subordinano nano l’elemento iconografico tradizionale ad un registro iconologico nuovo e problematico, dal momento che risulta difficile percepire nelle immagini, causa la concrescenza (intesa in senso biologico di unione e fusioni di parti nella crescita) continua della figuratività frattalica, la linea di giunzione o di snodo tra il naturale e lo storico, tra il simbolico e il reale.
Allo stesso modo, il riflesso ‘’costruito’ delle immagini, o meglio il loro comporsi virtuale è forse
l’aspetto che più conta nel lavoro di Meynard, profilare con slancio neo-romantico l’insinuarsi dell’infinito nel finito articolando attraverso il rimando del bestiario la potenza delle immagini quali atti iconici, stimoli a pensare e ad agire, insomma un’idea della pratica artistica come poiesis, come inflessione attiva e chiara per la vita.
L'ANIMAL FRACTAL QUE JE SUIS ...
a cura di Giancarlo Pagliasso
Palazzo Tagliaferro
Largo Milano 1 - Andora
31/10/2015 - 13/12/2015
La mostra “L’animal frattal que je suis..” dell’artista Jean-Claude Meynard, porta ad Andora opere fotografiche del suo Bestiario Frattale, curata da GianCarlo Pagliasso, critico e scrittore.
L’utilizzo espressivo della figurazione frattalica, per Jean-Claude Meynard, non è un semplice espediente stilistico. Tra i primi in Francia ad averne compreso le potenzialità geometrico-topologiche per la creazione artistica, ne ha al contempo intuito ed esplorato le implicanze euristiche in relazione ad una chiara interrogazione sulla complessità e caoticità dei fenomeni fisici in vista di una maggior comprensione del mondo nelle sue infinite sfaccettature.
Come afferma Giudi Scotto Rosato nel suo articolo per Le Journal of Science Communication del International Scholl for Advanced Studies “Una forma d’espressione di tipo frattale non circoscrive contorni, non configura sistemi rettilinei, né insiemi ordinati di punti. L’artista elimina le relazioni convenzionali tra sé e la visione, basate sulla prospettiva e sulle nozioni abituali del modello euclideo: costruisce uno spazio irregolare che ogni elemento contribuisce a determinare in quanto fractus, ossia discontinuo e asimmetrico.
Una simile distribuzione dello spazio rimanda alla dimensione dell’astratto, della «linea mutante senza esterno e interno, senza forma né fondo, senza inizio né fine». Si sfalda l’oggetto che ha per fondamento la realtà per se stessa: il mondo esterno - in quanto opposto al soggetto che pensa e conosce - non è più mediato da un contenuto oggettivo, per cui si percepisce e rappresenta lo spazio per mezzo di forme sedimentate”
I frattali propongono. quindi un insolito incontro fra matematica e immaginazione, capace di descrivere gli oggetti della natura.
Il frattale è una figura geometrica in cui un motivo identico si ripete su scala continuamente ridotta.
Ingrandendo una figura frattale si ottengono forme ricorrenti e ad ogni ingrandimento essa rivela nuovi dettagli: il frattale quando è ingrandito non perde dettaglio ma si arricchisce di nuovi particolari.
Il progetto del bestiario frattalico rientra in questa prospettiva, misurandosi simultaneamente con le dimensioni estetica e cognitiva, al fine di articolare un percorso che si interroga circa il ruolo, il posto e la legittimità del porsi dell’uomo nel mondo.
Gli animali di Meynard (dal fantastico Nautilo al Cavallo piuttosto che l’Elefante o il Felino) subordinano nano l’elemento iconografico tradizionale ad un registro iconologico nuovo e problematico, dal momento che risulta difficile percepire nelle immagini, causa la concrescenza (intesa in senso biologico di unione e fusioni di parti nella crescita) continua della figuratività frattalica, la linea di giunzione o di snodo tra il naturale e lo storico, tra il simbolico e il reale.
Allo stesso modo, il riflesso ‘’costruito’ delle immagini, o meglio il loro comporsi virtuale è forse
l’aspetto che più conta nel lavoro di Meynard, profilare con slancio neo-romantico l’insinuarsi dell’infinito nel finito articolando attraverso il rimando del bestiario la potenza delle immagini quali atti iconici, stimoli a pensare e ad agire, insomma un’idea della pratica artistica come poiesis, come inflessione attiva e chiara per la vita.