giovedì 17 ottobre 2013

DANIELA ROSSI: SULL'ALI DORATE - TEATRO ARISTON, SANREMO 18/10/2013


DANIELA ROSSI
SULL'ALI DORATE
Giuseppe Verdi e Casa Verdi
fotografie di Diego Rinaldi
presentazione del volume
Roof del Teatro Ariston
via Matteotti 107 - Sanremo
venerdì 18 ottobre 2013, ore 16,00

Sull'ali dorate. Giuseppe Verdi e Casa Verdi (Ed. Fondazione Giuseppe Verdi, 2013) è il volume scritto da Daniela Rossi (e realizzato insieme al fotografo brasiliano Diego Rinaldi) in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi. «Casa Verdi, al centro di un nobile e vivo spazio architettonico, è uno dei cinque o sei luoghi di Milano irrinunciabili per chiunque voglia capire, assorbire e far proprio il significato culturale, sociale e storico di questa città» scrive il musicologo Quirino Principe nell'introduzione. Ma nonostante sia il luogo più visitato d'Italia dopo il Quirinale nelle Giornate Fai, «quanti, anche a Milano, sono i cittadini che abbiano visitato la Casa di Riposo per musicisti al n. 29 di piazza Buonarroti, voluta da Giuseppe Verdi e da lui considerata la sua opera più bella?». Venerdì 18 ottobre, alle ore 16.00, presso il Roof del Teatro Ariston di Sanremo (via Matteotti 107), Daniela Rossi presenta il volume. Partecipano Silvana Sicari (presidente Agi - Associazione Giardini d'Italia) e Massimo Arduino (musicologo), introduce il giornalista Giovanni Choukhadarian.

Casa Verdi, al centro di un nobile e vivo spazio architettonico, è uno dei cinque o sei luoghi di Milano irrinunciabili per chiunque voglia capire, assorbire e far proprio il significato culturale, sociale e storico di questa città. È una delle ideazioni di genio che illuminano una nazione e la giustificano di fronte alle altre culture, come prova di civiltà. È una formula felice e benefica, che qualifica l’edificio creato da Camillo Boito, l’istituzione che vi ha sede, i suoi ospiti e chi lavora per loro, come un luogo unico nel suo genere e unico al mondo.
Chi conosce veramente Casa Verdi? Quanti, anche a Milano, sono i cittadini che abbiano visitato la Casa di Riposo per musicisti al n. 29 di piazza Buonarroti, voluta da Giuseppe Verdi e da lui considerata la sua opera più bella? Se il grado di conoscenza diffuso è debole, se si giunge al paradosso che persino gli ammiratori appassionati della musica di Verdi, e per giunta residenti a Milano dalla nascita e di famiglia milanese per tradizione, in molti casi ignorano dettagli non insignificanti (per esempio, che nella cripta di Casa Verdi sono sepolti lo stesso Giuseppe Verdi e la sua seconda moglie Giuseppina Strepponi), è difficile pensare che la responsabilità sia da attribuirsi all’istituzione e non, invece, a quel venire meno della curiosità e della volontà di sapere che è sempre sintomo di svigorimento culturale, etico e civico.
In realtà, Casa Verdi ha prodotto e pubblicato, lungo gli anni, molte pubblicazioni sulla propria realtà e funzione, sulla propria storia intrecciata alla biografia verdiana, e anche alcuni film e documentari molto apprezzati. Ma è certo, d’altra parte, che la storia va riscritta ad ogni avvicendarsi di generazione. Per questo, Casa Verdi offre a tutti, milanesi e variamente estimatori di Milano e della sua attività culturale, a italiani e non italiani l’occasione di ripensare e di riconoscere (nel senso di “conoscere di nuovo, e meglio”) Verdi e il suo lascito, e in particolare quest’opera dall’altissimo valore sociale, civico e culturale che è la Casa di Riposo. Lo fa con il nuovo libro di Daniela Rossi, Sull’ali dorate, in cui le fotografie di Diego Rinaldi non sono un prezioso accessorio ma parte integrante ed essenziale della narrazione, avvincente sin dalle prime righe (di solito, è difficile che accada) e via via sempre più coinvolgente, che l’autrice snoda con maestria rara, riuscendo a dire in uno spazio concentrato un’infinità di cose nuove, finora trascurate o addirittura ignorate fino a quando l’autrice stessa non le ha, per così dire, “dissotterrate”.
Novità vistosissima del libro, in cui l’eloquenza delle fotografie di Rinaldi ci coglie di sorpresa sin dalla prima pagina, è l’avere riunito una biografia di Verdi che, nella sua concisione, è esauriente e ricchissima di dettagli, e, insieme, la storia non meno dettagliata e precisa di Casa Verdi, esaminata nella sua vicenda storica ma anche nei dati minimi d’archivio, giuridici o finanziari o cronachistici. Né possiamo trascurare un altro elemento di grande pregio: il testo bilingue, ossia la doppia storia del Maestro e dell’Opera è nel libro in lingua italiana e in inglese, sicché d’ora in poi anche i visitatori venuti da lontano non potranno più accampare l’alibi di non avere letto la biografia verdiana e la storica della Casa per musicisti unica al mondo a causa di difficoltà linguistiche. Noi, nel frattempo, ringraziamo l’autrice del testo e il suo eccellente collaboratore fotografico per il piacere di lettura e di visione (che è a sua volta anch’essa lettura e apprendimento) cui ci siamo, di sorpresa in sorpresa, abbandonati.
-- Quirino Principe