MARCELLO CAMMI
Rizomi Art Brut
corso Vittorio Emanuele II 28 - Torino
dal 15/3/2012 al 22/4/2012
Artista invisibile, utilizzò il cemento per costruire e raccontare storie comuni, umori collettivi; autore di un'installazione di duemila sculture in cemento, una foresta di uomini, idoli e animali catapultati in un universo pluridimensionale ad Arziglia, una frazione del comune di Bordighera. Ignorato dalle istituzioni la sua opera è stata sepolta dalle inondazioni che trascinavano i tronchi delle segherie e rasa al suolo dalla speculazione senza volto dell’infiltrazione mafiosa.
Marcello Cammi nasce a Sanremo il 14 aprile 1912. Dal 1947 lavora come muratore: si specializza nella produzione di vasche, fioriere, balaustre, panche e tavoli. Baffoni scuri, berretto da pescatore eternamente calato sulla testa, instancabile, eccentrico, creativo. Ottiene in concessione demaniale un’area ai bordi del rio Sasso e comincia a costruire il suo giardino incantato.
Senza alcuna formazione artistica in quarant’anni dipinge seimila tele e sistema nel giardino più di duemila sculture in cemento: cinesi in bicicletta, colonne scolpite che sorreggono velieri, Carnera, Martin Luther King, eroi e politici.
Unici i suoi disegni al vino: digressioni visive, perlopiù volti incapsulati in teorie di vegetazione lussureggiante, rami bitorzoluti o informi concrezioni bituminose.
Muore nel 1994 lasciando la compagna di una vita a curare fino al 2005 il suo personale racconto della storia sociale e delle tipologie umane narrato attraverso i materiali che più caratterizzavano lui e la sua terra: vino e cemento.
Rizomi Art Brut
corso Vittorio Emanuele II 28 - Torino
dal 15/3/2012 al 22/4/2012
Artista invisibile, utilizzò il cemento per costruire e raccontare storie comuni, umori collettivi; autore di un'installazione di duemila sculture in cemento, una foresta di uomini, idoli e animali catapultati in un universo pluridimensionale ad Arziglia, una frazione del comune di Bordighera. Ignorato dalle istituzioni la sua opera è stata sepolta dalle inondazioni che trascinavano i tronchi delle segherie e rasa al suolo dalla speculazione senza volto dell’infiltrazione mafiosa.
Marcello Cammi nasce a Sanremo il 14 aprile 1912. Dal 1947 lavora come muratore: si specializza nella produzione di vasche, fioriere, balaustre, panche e tavoli. Baffoni scuri, berretto da pescatore eternamente calato sulla testa, instancabile, eccentrico, creativo. Ottiene in concessione demaniale un’area ai bordi del rio Sasso e comincia a costruire il suo giardino incantato.
Senza alcuna formazione artistica in quarant’anni dipinge seimila tele e sistema nel giardino più di duemila sculture in cemento: cinesi in bicicletta, colonne scolpite che sorreggono velieri, Carnera, Martin Luther King, eroi e politici.
Unici i suoi disegni al vino: digressioni visive, perlopiù volti incapsulati in teorie di vegetazione lussureggiante, rami bitorzoluti o informi concrezioni bituminose.
Muore nel 1994 lasciando la compagna di una vita a curare fino al 2005 il suo personale racconto della storia sociale e delle tipologie umane narrato attraverso i materiali che più caratterizzavano lui e la sua terra: vino e cemento.