giovedì 18 febbraio 2016

MISTERO BUFFO - TEATRO COMUNALE, VENTIMIGLIA 19/2/2016




MISTERO BUFFO
di Dario Fo
con Ugo Dighero
Teatro Comunale
Via Aprosio - Ventimiglia
venerdì 19 febbraio 2016, ore 21,00

Il Teatro dell’Archivolto, nell’ambito della collaborazione con il Comune di Ventimiglia, venerdì 19 febbraio alle ore 21 presenta al Teatro Comunale di Ventimiglia Mistero Buffo di Dario Fo.
Protagonista Ugo Dighero, che propone nella sua chiave personale due celebri monologhi del Premio Nobel - Il primo miracolo di Gesù bambino e La parpàja topola.
Il primo miracolo di Gesù Bambino (tratto dallo spettacolo del 1977 Storia della tigre e altre storie) si ispira al Proto Matteo, uno dei Vangeli apocrifi in cui si racconta una serie di storie legate alla vita di Gesù e degli Apostoli. L’episodio in questione vede Gesù, Giuseppe e Maria fuggire in Egitto per evitare la furia di Erode. Arrivato nel paese straniero, Gesù va incontro alle classiche difficoltà di ambientamento, in fondo è un figlio di poveri emigranti che parla in modo incomprensibile. Davanti alla cattiveria del bullo del quartiere, Gesù, dopo essersi consultato con il Padre, trova una soluzione inaspettata.
Il secondo monologo, La parpaja topola, è tratto da Il fabulazzo osceno del 1982. Nel medioevo per osceno si intendeva tutto ciò che era censurato dalla classe dominante - in primis il sesso - e reso invece patrimonio di fantasia e trasgressione dall’inventiva popolare. Fo aveva ripreso la storia da un fablieux del nordest della Francia del 1100 circa. Il protagonista è un giovane pastore, un sempliciotto terrorizzato dalle donne, che divenuto improvvisamente ricco grazie a un eredità, si ritrova a dovere fronteggiare una serie di aspiranti mogli. Tra tutte sembra avere la meglio una ragazza bellissima, spinta da una madre intrigante e da un prete che ha tutto l’interesse a trovarle un marito di copertura per tenerla come sua amante. La prima notte di nozze tutto viene combinato perché il povero capraio rimanga a bocca asciutta e faccia posto al prelato, ma l'ingenuità del ragazzo commuove la sposa e alla fine il fabulazzo osceno si trasforma in una favola poetica di purezza e di poesia.