UMBERTO
STAGNARO
MOBYDICKINSON
Galleria Il Bostrico
via Stefano Grosso - Albissola Marina
dal 31 maggio al 21 giugno 2014
La Galleria Il Bostrico di Albissola Marina prosegue nel suo programma espositivo orientato alla qualità e alla maturità di maestri dell’arte italiana con la nuova personale di Umberto Stagnaro (1945).
Dopo la formazione artistica al Liceo Barabino di Genova, Stagnaro avvia a Torino una prolifica attività nel campo della grafica pubblicitaria. Successivamente si dedica all’insegnamento della stessa disciplina e parallelamente intraprende un percorso di studio umanistico, particolarmente concentrato sulla letteratura e sui testi storici e biblici. Questa sua profonda cultura storica e letteraria trova spazio nella realizzazione di diversi volumi di opere a fumetti, per le quali Stagnaro realizza sia i disegni che i testi.
La sua formazione e la sua carriera professionale non bastano, tuttavia, a spiegare la poetica artistica che Stagnaro inizia a esprimere fin dalla metà degli anni ’60, nella Genova e nella Torino dell’arte povera, nel clima concettuale delle neoavanguardie. Dalla mail art e dalla poesia visiva fino alla performance, il suo linguaggio si distingue per una focalizzazione dell’immagine naturale (reperti e tracce organiche di un passaggio di vita nel paesaggio selvaggio delle valli valdesi) che si afferma come essenza del tutto mentale, un ragionamento culturale tangente all’antropologia.
Oggi la sua connaturata tensione alla riduzione dell’immagine in segni, ripetizioni e incisioni, trova nel simbolico e nel corpo animale le chiavi per raccontare e circoscrivere visioni poetiche attraverso la controllata composizione di immagini composite. Il collage - giocato con carte secolari, venature e espansioni di colore, oggetti trovati e stilemi “rubati” dal paesaggio e riprodotti in infinite varianti fino alla totale denaturalizzazione degli stessi - offre all’artista la possibilità di trovare equilibri visivi delicati eppure fortemente espressivi.
I versi di Emily Dickinson, di Whitman, di Lee Master e di Milton amplificano la propria energia nell’iconicità di queste carte sovrapposte, strappate, sfumate e impresse dalla meticolosa ricerca di oggetti e immagini che riportino alla contemporaneità tutta la magia della wilderness americana. La coda, il profilo e la massa della mitica balena bianca, Moby Dick, diventano in questa rilettura personale dei classici della letteratura del New England protagonisti leggeri e poetici di una serie di opere che hanno il potere di trasportare lo spettatore nell’originaria completezza della natura, del mito e della narrazione fantastica e reale.
Catalogo in galleria, con testo di Luca Bochicchio.
MOBYDICKINSON
Galleria Il Bostrico
via Stefano Grosso - Albissola Marina
dal 31 maggio al 21 giugno 2014
La Galleria Il Bostrico di Albissola Marina prosegue nel suo programma espositivo orientato alla qualità e alla maturità di maestri dell’arte italiana con la nuova personale di Umberto Stagnaro (1945).
Dopo la formazione artistica al Liceo Barabino di Genova, Stagnaro avvia a Torino una prolifica attività nel campo della grafica pubblicitaria. Successivamente si dedica all’insegnamento della stessa disciplina e parallelamente intraprende un percorso di studio umanistico, particolarmente concentrato sulla letteratura e sui testi storici e biblici. Questa sua profonda cultura storica e letteraria trova spazio nella realizzazione di diversi volumi di opere a fumetti, per le quali Stagnaro realizza sia i disegni che i testi.
La sua formazione e la sua carriera professionale non bastano, tuttavia, a spiegare la poetica artistica che Stagnaro inizia a esprimere fin dalla metà degli anni ’60, nella Genova e nella Torino dell’arte povera, nel clima concettuale delle neoavanguardie. Dalla mail art e dalla poesia visiva fino alla performance, il suo linguaggio si distingue per una focalizzazione dell’immagine naturale (reperti e tracce organiche di un passaggio di vita nel paesaggio selvaggio delle valli valdesi) che si afferma come essenza del tutto mentale, un ragionamento culturale tangente all’antropologia.
Oggi la sua connaturata tensione alla riduzione dell’immagine in segni, ripetizioni e incisioni, trova nel simbolico e nel corpo animale le chiavi per raccontare e circoscrivere visioni poetiche attraverso la controllata composizione di immagini composite. Il collage - giocato con carte secolari, venature e espansioni di colore, oggetti trovati e stilemi “rubati” dal paesaggio e riprodotti in infinite varianti fino alla totale denaturalizzazione degli stessi - offre all’artista la possibilità di trovare equilibri visivi delicati eppure fortemente espressivi.
I versi di Emily Dickinson, di Whitman, di Lee Master e di Milton amplificano la propria energia nell’iconicità di queste carte sovrapposte, strappate, sfumate e impresse dalla meticolosa ricerca di oggetti e immagini che riportino alla contemporaneità tutta la magia della wilderness americana. La coda, il profilo e la massa della mitica balena bianca, Moby Dick, diventano in questa rilettura personale dei classici della letteratura del New England protagonisti leggeri e poetici di una serie di opere che hanno il potere di trasportare lo spettatore nell’originaria completezza della natura, del mito e della narrazione fantastica e reale.
Catalogo in galleria, con testo di Luca Bochicchio.