SIMONA
UBERTO
INCONTRI
Maab
Riviera San Benedetto 15 - Padova
dal 22/2/2014 al 28/3/2014
Il lavoro di Simona Uberto (Savona, 1965) ruota attorno alla figura umana. Muovendo dal reale, attraverso scatti fotografici che isolano singoli istanti della quotidianità, giunge alla raffigurazione dell’umanità, intesa come genere. Le sue opere raffigurano gente ordinaria, passanti intenti alle proprie attività nella semplicità del reale, come una passeggiata in compagnia oppure in bicicletta, dove ciò che resta è esclusivamente la sagoma.
Elemento centrale dell’opera di Uberto è dunque l’assenza. La figura umana viene svuotata della propria identità; ciò che resta è il perimetro di uomini e donne in cui lo spettatore può identificarsi. I suoi soggetti sono infatti persone di ogni giorno, estrapolate dal contesto originale. Attraverso la perdita dell’esteriorità, raggiunta con un processo di smaterializzazione, lo spettatore assimila il proprio essere a quello dei personaggi, condividendone, i drammi e le gioie di ogni giorno.
Con le sue opere Uberto rappresenta così il genere umano. Spesso nelle sue composizioni le sagome si sovrappongono e si incrociano creando un effetto caotico ma laconico, indice del caos calmo dell’esistenza umana.
INCONTRI
Maab
Riviera San Benedetto 15 - Padova
dal 22/2/2014 al 28/3/2014
Il lavoro di Simona Uberto (Savona, 1965) ruota attorno alla figura umana. Muovendo dal reale, attraverso scatti fotografici che isolano singoli istanti della quotidianità, giunge alla raffigurazione dell’umanità, intesa come genere. Le sue opere raffigurano gente ordinaria, passanti intenti alle proprie attività nella semplicità del reale, come una passeggiata in compagnia oppure in bicicletta, dove ciò che resta è esclusivamente la sagoma.
Elemento centrale dell’opera di Uberto è dunque l’assenza. La figura umana viene svuotata della propria identità; ciò che resta è il perimetro di uomini e donne in cui lo spettatore può identificarsi. I suoi soggetti sono infatti persone di ogni giorno, estrapolate dal contesto originale. Attraverso la perdita dell’esteriorità, raggiunta con un processo di smaterializzazione, lo spettatore assimila il proprio essere a quello dei personaggi, condividendone, i drammi e le gioie di ogni giorno.
Con le sue opere Uberto rappresenta così il genere umano. Spesso nelle sue composizioni le sagome si sovrappongono e si incrociano creando un effetto caotico ma laconico, indice del caos calmo dell’esistenza umana.