UNO SCULTORE A TEATRO
L'ARTE DI NERONE CECCARELLI ALL'ARISTON
Ariston Roof
corso Giacomo Matteotti - Sanremo
dal 15 al 29 Settembre 2012
Nerone Ceccarelli (Pisa 1937 – Parigi 1996) esordisce giovanissimo, nel 1951, a soli quattordici anni, esponendo i suoi primi lavori in una collettiva tenutasi a Treviso nel Salone dei Trecento. L'anno successivo presenta alcune sue opere alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia e, lo stesso anno, Dedalo Montali gli organizza la prima mostra personale, presso la Galleria Ai Galli di Pisa. L'esposizione venne terminata prima del previsto in quanto il giovane Nerone, in contrasto con la critica che lo associava a Georges Rouault e James Ensor, distrusse quarantasette delle cinquanta tele esposte. Delle rimanenti, una venne acquistata da Pier Maria Rosso di San Secondo, drammaturgo e giornalista italiano.
Nel 1953 realizza le illustrazioni per "S'i' fossi foco" di Cecco Angiolieri e per "A las cinco de la tarde" di Garcia Lorca.
Dal 1954 vive tra Venezia e Firenze, dove i suoi studi si concentrano prevalentemente su alcuni artisti toscani tra cui Masaccio, Donatello, Paolo Uccello, Giovanni Pisano. Nel frattempo frequenta il corso di scultura dell'Accademia di Firenze e, in seguito al trasferimento della famiglia, in quella di Venezia, dove conoscerà l'amico Giovanni Patuzzi, con cui creerà il Gruppo NP2.[3] Ed è a Venezia che Nerone incontra anche l'architetto e designer Carlo Scarpa, il quale lo influenzerà profondamente nella ricerca dei dettagli e negli equilibri compositivi. In questi anni la sua formazione è continuamente segnata da studi sulla tradizione costruttivista e concretista, da spostamenti in varie città e da esperimenti espressivi. Tra questi un ciclo di tre tele è dedicato all'"Opera da tre soldi" di Bertold Brecht.
Intorno alla metà degli anni Cinquanta la sua produzione muterà, abbandonando l'arte figurativa a favore di un astrattismo polimaterico, anche a merito dell'incontro dell'artista con le opere di Antoine Pevsner, Naum Gabo e Max Bill, protagonisti dell'arte costruttivista.
A seguito del servizio militare, nel 1957, Nerone si stabilisce a Torino dove proseguirà i suoi studi sul Bauhaus e i suoi esponenti, in particolar modo su Oskar Schlemmer e Làszlò Moholy-Nagy. In quegli anni lavora nella bottega di Victor Cerrato, ceramista e scultore, ed è lì che Nerone scopre nuove tecniche di lavorazione dei materiali, che in seguito diverranno essenziali per la sua opera. Contemporaneamente lavora nell'agenzia di pubblicità dell'amico Mario Besso in qualità di grafico ed è qui che, nel 1961, incontrerà Cosima Ghidone, ritoccatrice fotografica, che sposerà l'anno seguente e con cui avrà cinque figli.
Nel 1962 fonda il Gruppo NP2, sigla che comprende le iniziali di Nerone e Giancarlo Patuzzi: insieme ad altri artisti "sperimentano nuove fonti di espressione poetica dai materiali". Nel 1964 Nerone chiama a far parte del Gruppo NP2 il fratello, Piercarlo Ceccarelli, che sino ad allora s'interessava di elaborazione elettronica dei dati ed organizzazione aziendale. L'intento del gruppo è quello di promuovere l’integrazione dell’arte nell’architettura insieme ad altri professionisti, tra i quali Luigi Marchisotti, Dedalo Montali, Lucia Petrocchi, Virgilio Petrocchi, Raoul Portal, Jolanda Novi, Piercarlo Iorio, Evian Medici, Luciano Patetta, Nicoletta Medici, Carlo Mollino, Angelo Cortesi. La maggior parte delle opere di questi anni vengono firmate da Patuzzi e Nerone, ma non sono certo soli: molti sono gli artisti che ruotano intorno al gruppo sempre aperto alla ricerca di nuove frontiere artistiche. I partecipanti sono accomunati dall’idea che non abbia senso un’arte fine a sé stessa. La scultura e la pittura devono interpretare lo spazio e divenire parte integrante della vita quotidiana, così che, all'interno del gruppo, si coltivano e alimentano idee legate alla sociologia dell'abitare e all'urbanistica. Gli artisti, così, si definiscono "scultori sociali".
Anche la concezione stessa delle opere viene rivoluzionata: non solo l'atelier dell'artista diviene laboratorio-officina interessato al progresso tecnologico e industriale, ma anche il soggetto, che è inevitabilmente ed indissolubilmente legato alla posizione che occupa. Così, nell'officina, nascono nuove sculture per interni ed esterni che raggiungeranno persino altri continenti.
Le basi del lavoro del Gruppo vengono chiarite in quattro punti:
"ridimensionamento del valore styling dell'oggetto d'uso per un ritorno a modelli più schietti e duraturi."
“ritorno ad una utilizzazione massimale dei prodotti così da ottenere oggetti programmati già in partenza per un uso prolungato.”
“ripresa in alcuni settori del lavoro artigianale.”
“pianificazione degli ambienti urbani ed extraurbani in maniera da lasciare ampio margine all’autogestione dell’ambiente da parte dell’abitante.”
Per Nerone l’arte è “una componente naturale della vita, che apre la mente grazie all’intuizione nella ricerca di valori essenziali nuovi e poetici”. Fondamentale per Nerone resta il Gruppo, cioè “una serie di individui con esperienze diversificate che operano in un’unica direzione, gruppo dinamico, perché si struttura secondo le esigenze che si presentano di volta in volta, gruppo proiettato verso l’esterno con i progettisti con i quali collabora ricerca e crea i punti poetici dell’architettura, e gruppo anche con chi usufruisce di questo operare: il mondo, la gente”[6]. L'arte nasce in un rapporto biunivoco con la gente, e non può essere in nessun modo occlusa o individualizzata.
Nella seconda metà degli Sessanta, Nerone riceve committenze da enti pubblici e privati per diverse opere. Ed è così che inizia ad evolversi anche la sua attività di scultore non legata all'architettura. Artista poliedrico, Ceccarelli utilizza diverse tecniche e materiali. Particolarmente legato al metallo, molte sue opere sono assemblate o fuse. Alle lamiere metalliche spesso è applicata una vernice o effettuata un’affumicatura con acetilene, per creare contrasti; ricava effetti cromatici anche tramite l'utilizzo dell'anilina, materiale che si scurisce a contatto con l'aria. Nerone utilizza molto anche il legno: lo scolpisce con forme astratte e lo tratta a fuoco con l’uso del cannello. Con esso realizza sculture a tutto tondo, talvolta con inserti metallici. A partire dalla metà degli anni Ottanta si registra una importante evoluzione nelle tematiche: la ricerca di armonie e geometrie subordinate all'ambiente lascia spazio ad una maggiore libertà concettuale.
Nel 1994, a Nerone Ceccarelli viene commissionato un importante lavoro per la Liguria. Si tratta della decorazione dell'Ariston Roof, con la sala stampa, la parte più recente del teatro Ariston. L’opera si compone in una serie di pannelli di alluminio leggero, rame, zinco, argento, applicati sulla parete destra della sala stampa insieme agli altorilievi che decorano le due colonne dell’atrio antistante. Il grande altorilievo segue un andamento orizzontale e, la sua forma irregolare, lascia emergere la superficie del muro sottostante, determinandone un'interruzione senza però romperne l'equilibrio. In quest'opera Ceccarelli riesce ad integrare pittura e scultura, stendendo ampi campi di colore sulle lamine metalliche, creando un'opera armonica ed essenziale.