INTEMELION
Cultura e territorio
Quaderno annuale di Studi Storici dell'Accademia di cultura intemelia
n. 21 - 2015
F. FERRANTE, Le sequenze costruttive della chiesa di San Giovanni Battista a Isolabona
Lo studio analizza le sequenze costruttive della chiesa di San Giovanni Battista, piccolo edificio religioso appartenente all'area cimiteriale del comune di Isolabona. Un manufatto a tratti insolito che ha attraversato il tempo ora protetto dalla funzione cimiteriale ora trascurato e abbandonato all'incuria. Sviscerarne la genesi e comprenderne l'evoluzione può richiamare l'attenzione verso le criticità e lo stato di conservazione di un oggetto architettonico rude e affascinante.
A. ESPOSITO - S. NOTARI, Tra val Nervia e val Verbone. In margine agli statuti comunali di Perinaldo del 1580
Il saggio riprende le relazioni svolte dagli autori il 14 aprile 2015 alla presentazione del volume di Francesco Corvesi Magnifica communitas Podii Rainaldi, presso la Biblioteca del Senato. Il saggio illustra il contenuto degli inediti Capitoli e trattati emanati nel 1580 dalla comunità di Perinaldo, trascritti nel volume. Dopo un inquadramento storico-istituzionale del piccolo castello, soggetto alla signoria doriana, il saggio si sofferma ad analizzare - in una chiave comparativa - la forma di governo con cui si reggeva la comunità, la regolamentazione dei diritti collettivi e individuali sui fondi del territorio, la disciplina processuale ("alta" e "bassa" giustizia), i reati, la condizione femminile. Segue una bibliografia della letteratura sugli argomenti trattati.
F. DE CUPIS, Altari e arredi marmorei del secondo Seicento a Ventimiglia: novità su Giuseppe Ferro e Giacinto Aicardo
Riprendendo le ricerce condotte nei primi anni Novanta da Massimo Bartoletti, il contributo affronta il tema del rinnovamento decorativo degli edifici religiosi di Ventimiglia nel secondo Seicento con riferimento all'attività dei due marmorari Giuseppe Ferro e Giacinto Aicardo. In particolare, sulla scorta di inediti documenti d'archivio, viene ripercorsa la vicenda legata all'edificazione dell'altare maggiore per la chiesa di San Francesco, realizzato da Giuseppe Ferro tra 1680 e 1682 su incarico della Compagnia dell'Immacolata Concezione, ed esaminato il contributo dei due artefici nell'opera di aggiornamento degli apparati liturgici marmorei della cattedrale cittadina, promossa da monsignor Mauro Promontorio negli ultimi anni del suo episcopato.
G. CASARINO, Malattia o sofferta simulazione' Un'improbabile "possessione diabolica" a fine Seicento. Padre Carlo Boasi, alla Certosa di Pesio
A fine Seicento le vicende del monaco certosino Carlo Boasi, genovese, illustrano un caso che oggi classificheremmo come borderline, tra malattia mentale e "possessione diabolica". Nel luglio 1695 papa Innocenzo XII riconosce il suddetto monaco come indemoniato: il che comporta un procedimento per nullità della professione monastica. In realtà la raccolta di prove a carico era iniziata ben prima: ne esce il profilo di un esorcizzato "di lungo corso". Il saggio si basa essenzialmente sull'analisi critica delle testimonianze interne alla certosa di Genova, il cui complesso non ci restituisce, a nostro giudizio, i connotati imprescindibili per dichiarare una persona "maleficiata".
G.L. BRUZZONE, Lettere di Padre Ludovico Scoto a Padre Angelico Aprosio
Lo studio pubblica il carteggio del minore conventuale Ludovico Scoto, indirizzato ad Angelico Aprosio, fondatore della biblioteca della città di Ventimiglia. Le quindici missive consentono di tracciare l'attività dello Scoto in relazione alla vita degli Agostiniani. In particolare nella corrispondenza con l'erudito seicentesco Aprosio non mancano di essere trattati gli argomenti di carattere bibliofilo.
P. VEZIANO, "Li homini e done avevano il color del erba". La carestia a Isolabona (1810-1812)
Non fu la siccità, ma la pioggia e il freddo a provocare la terribile carestia del 1812 che colpì Isolabona e i paesi vicini. Nell'anno senza sole, l'umido fece marcire cereali e legumi e non permise ai frutti di maturare. Consumate le riserve di cibo, i contadini furono obbligati a vendere ogni cosa avesse un valore per procurarsi farina di mais. I più poveri si videro costretti a nutrirsi di crusca ed erbe selvatiche e, in molti casi, dopo aver progressivamente assunto un colorito verdognolo, morivano. I contadini attribuirono alla patata, da poco introdotta, la responsabilità del drammatico mutamento climatico che tanta sciagura aveva causato. Negli anni successivi il tubero, a dispetto delle accuse ricevute, si mostrerà benevolo verso i contadini e contribuirà in modo determinante alla loro sopravvivenza.
« ARCHIVIO DELLA MEMORIA »
M. VACCARI, Ceriana 1910: alluvione e rinascita
"Fuggire ... rifugiarsi ... implorarsi ..." sono le espressioni che emergono dalle carte d'archivio e che delineano un quadro suggestivo delle prime emozioni di fronte al dissolversi delle certezze quotidiane. Lo studio restituisce quella dimensione umana e vitale che traspare dall'analisi, schedatura e rielaborazione dei dati relativi ai danni dell'alluvione del 1910 a Ceriana. La tragedia impose razionalità e ricostruzioni avvedute, realizzate con tecniche che avevano solide radici in tempi lontani e che, ancora oggi, costituiscono un modello di efficiente sostenibilità.
L. IPERTI, Generazioni a confronto. Da Penna (Valle Roia) a Marsiglia. Emigrazione e ascesa sociale nella storia del comandante Pierre Jean Albert Iperti
La condizione sociale ed economica dei contadini a Penna è stata difficile e immutata per secoli con poche possibilità di miglioramento. La strada dell'emigrazione, fenomeno prima episodico, poi vigoroso, con destinazione preferita il nizzardo, ha rappresentato un mezzo lento ma valido di progresso. Con la ricostruzione di alcuni tasselli biografici, lo studio ritesse le fila della memoria di quei nipoti dei contadini emigranti : Pierre Iperti, capitano di lungo corso, sulla rotta Marsiglia Buenos Aires è uno di questi. Si tratta di un caso di forte discontinuità rispetto all'antica professione di contadino e interessate perché avviene nel momento della rivoluzione industriale, dovuta al passaggio dalle navi a vela ai piroscafi in acciaio, e perché coincide con l'incremento dei trasporti marittimi transoceanici dovuto al fortissimo movimento migratorio.
« CRONACHE E STRUMENTI »
M. CASSINI, Sulle tracce di Antonio Rubino (Sanremo, 1880 - Bajardo, 1964)
L'intervento ricorda il 50° della morte di Rubino e presenta un elenco delle sue opere ambientate nel territorio sanremasco/intemelio con una scelta di testi e illustrazioni delle varie tipologie, con un piccolo excursus genealogico e alcune indicazioni per reperire e visionare opere di questo ecclettico e poliedrico personaggio. Rubino, considerato universalmente come uno dei più grandi illustratori del Novecento (maestro riconosciuto da Jacovitti, Albertarelli, Luzzati, Fellini e molti altri), co-fondatore del Corriere dei Piccoli (per cui disegnò più di seimila tavole dal primo numero del dicembre 1908 al 1956) fu anche autore di libri per l'infanzia e di poesie e filastrocche in lingua e dialettali, pittore, commediografo, scenografo, pubblicitario, critico opinionista, giornalista e direttore di giornali, cartoonist e nei ritagli di tempo raccoglitore di olive taggiasche.
A. MCKENZIE, La sopravvivenza dell'ape ligure a Kangaroo Island
Dell'ape ligure, insetto docile ed estremamente produttivo, pareva si fossero perse le tracce e il ricordo. Esiste, fortunatamente, un luogo in cui si trova ancora in assoluta purezza. Per ritrovarlo è però necessario compiere un lungo viaggio fino all'isola australiana Kangaroo Island. In questo luogo incontaminato, grazie ad una lungimirante e preziosa azione di tutela, l'ape ligure ha potuto riprodursi e prosperare indisturbata. È curioso come a descrivere la generosa produttività e le straordinarie caratteristiche del miele di un insetto giunto avventurosamente dalla Liguria quasi duecento anni fa siano oggi i siti internet e i bugiardini delle aziende agricole di Kangaroo.
Cultura e territorio
Quaderno annuale di Studi Storici dell'Accademia di cultura intemelia
n. 21 - 2015
F. FERRANTE, Le sequenze costruttive della chiesa di San Giovanni Battista a Isolabona
Lo studio analizza le sequenze costruttive della chiesa di San Giovanni Battista, piccolo edificio religioso appartenente all'area cimiteriale del comune di Isolabona. Un manufatto a tratti insolito che ha attraversato il tempo ora protetto dalla funzione cimiteriale ora trascurato e abbandonato all'incuria. Sviscerarne la genesi e comprenderne l'evoluzione può richiamare l'attenzione verso le criticità e lo stato di conservazione di un oggetto architettonico rude e affascinante.
A. ESPOSITO - S. NOTARI, Tra val Nervia e val Verbone. In margine agli statuti comunali di Perinaldo del 1580
Il saggio riprende le relazioni svolte dagli autori il 14 aprile 2015 alla presentazione del volume di Francesco Corvesi Magnifica communitas Podii Rainaldi, presso la Biblioteca del Senato. Il saggio illustra il contenuto degli inediti Capitoli e trattati emanati nel 1580 dalla comunità di Perinaldo, trascritti nel volume. Dopo un inquadramento storico-istituzionale del piccolo castello, soggetto alla signoria doriana, il saggio si sofferma ad analizzare - in una chiave comparativa - la forma di governo con cui si reggeva la comunità, la regolamentazione dei diritti collettivi e individuali sui fondi del territorio, la disciplina processuale ("alta" e "bassa" giustizia), i reati, la condizione femminile. Segue una bibliografia della letteratura sugli argomenti trattati.
F. DE CUPIS, Altari e arredi marmorei del secondo Seicento a Ventimiglia: novità su Giuseppe Ferro e Giacinto Aicardo
Riprendendo le ricerce condotte nei primi anni Novanta da Massimo Bartoletti, il contributo affronta il tema del rinnovamento decorativo degli edifici religiosi di Ventimiglia nel secondo Seicento con riferimento all'attività dei due marmorari Giuseppe Ferro e Giacinto Aicardo. In particolare, sulla scorta di inediti documenti d'archivio, viene ripercorsa la vicenda legata all'edificazione dell'altare maggiore per la chiesa di San Francesco, realizzato da Giuseppe Ferro tra 1680 e 1682 su incarico della Compagnia dell'Immacolata Concezione, ed esaminato il contributo dei due artefici nell'opera di aggiornamento degli apparati liturgici marmorei della cattedrale cittadina, promossa da monsignor Mauro Promontorio negli ultimi anni del suo episcopato.
G. CASARINO, Malattia o sofferta simulazione' Un'improbabile "possessione diabolica" a fine Seicento. Padre Carlo Boasi, alla Certosa di Pesio
A fine Seicento le vicende del monaco certosino Carlo Boasi, genovese, illustrano un caso che oggi classificheremmo come borderline, tra malattia mentale e "possessione diabolica". Nel luglio 1695 papa Innocenzo XII riconosce il suddetto monaco come indemoniato: il che comporta un procedimento per nullità della professione monastica. In realtà la raccolta di prove a carico era iniziata ben prima: ne esce il profilo di un esorcizzato "di lungo corso". Il saggio si basa essenzialmente sull'analisi critica delle testimonianze interne alla certosa di Genova, il cui complesso non ci restituisce, a nostro giudizio, i connotati imprescindibili per dichiarare una persona "maleficiata".
G.L. BRUZZONE, Lettere di Padre Ludovico Scoto a Padre Angelico Aprosio
Lo studio pubblica il carteggio del minore conventuale Ludovico Scoto, indirizzato ad Angelico Aprosio, fondatore della biblioteca della città di Ventimiglia. Le quindici missive consentono di tracciare l'attività dello Scoto in relazione alla vita degli Agostiniani. In particolare nella corrispondenza con l'erudito seicentesco Aprosio non mancano di essere trattati gli argomenti di carattere bibliofilo.
P. VEZIANO, "Li homini e done avevano il color del erba". La carestia a Isolabona (1810-1812)
Non fu la siccità, ma la pioggia e il freddo a provocare la terribile carestia del 1812 che colpì Isolabona e i paesi vicini. Nell'anno senza sole, l'umido fece marcire cereali e legumi e non permise ai frutti di maturare. Consumate le riserve di cibo, i contadini furono obbligati a vendere ogni cosa avesse un valore per procurarsi farina di mais. I più poveri si videro costretti a nutrirsi di crusca ed erbe selvatiche e, in molti casi, dopo aver progressivamente assunto un colorito verdognolo, morivano. I contadini attribuirono alla patata, da poco introdotta, la responsabilità del drammatico mutamento climatico che tanta sciagura aveva causato. Negli anni successivi il tubero, a dispetto delle accuse ricevute, si mostrerà benevolo verso i contadini e contribuirà in modo determinante alla loro sopravvivenza.
« ARCHIVIO DELLA MEMORIA »
M. VACCARI, Ceriana 1910: alluvione e rinascita
"Fuggire ... rifugiarsi ... implorarsi ..." sono le espressioni che emergono dalle carte d'archivio e che delineano un quadro suggestivo delle prime emozioni di fronte al dissolversi delle certezze quotidiane. Lo studio restituisce quella dimensione umana e vitale che traspare dall'analisi, schedatura e rielaborazione dei dati relativi ai danni dell'alluvione del 1910 a Ceriana. La tragedia impose razionalità e ricostruzioni avvedute, realizzate con tecniche che avevano solide radici in tempi lontani e che, ancora oggi, costituiscono un modello di efficiente sostenibilità.
L. IPERTI, Generazioni a confronto. Da Penna (Valle Roia) a Marsiglia. Emigrazione e ascesa sociale nella storia del comandante Pierre Jean Albert Iperti
La condizione sociale ed economica dei contadini a Penna è stata difficile e immutata per secoli con poche possibilità di miglioramento. La strada dell'emigrazione, fenomeno prima episodico, poi vigoroso, con destinazione preferita il nizzardo, ha rappresentato un mezzo lento ma valido di progresso. Con la ricostruzione di alcuni tasselli biografici, lo studio ritesse le fila della memoria di quei nipoti dei contadini emigranti : Pierre Iperti, capitano di lungo corso, sulla rotta Marsiglia Buenos Aires è uno di questi. Si tratta di un caso di forte discontinuità rispetto all'antica professione di contadino e interessate perché avviene nel momento della rivoluzione industriale, dovuta al passaggio dalle navi a vela ai piroscafi in acciaio, e perché coincide con l'incremento dei trasporti marittimi transoceanici dovuto al fortissimo movimento migratorio.
« CRONACHE E STRUMENTI »
M. CASSINI, Sulle tracce di Antonio Rubino (Sanremo, 1880 - Bajardo, 1964)
L'intervento ricorda il 50° della morte di Rubino e presenta un elenco delle sue opere ambientate nel territorio sanremasco/intemelio con una scelta di testi e illustrazioni delle varie tipologie, con un piccolo excursus genealogico e alcune indicazioni per reperire e visionare opere di questo ecclettico e poliedrico personaggio. Rubino, considerato universalmente come uno dei più grandi illustratori del Novecento (maestro riconosciuto da Jacovitti, Albertarelli, Luzzati, Fellini e molti altri), co-fondatore del Corriere dei Piccoli (per cui disegnò più di seimila tavole dal primo numero del dicembre 1908 al 1956) fu anche autore di libri per l'infanzia e di poesie e filastrocche in lingua e dialettali, pittore, commediografo, scenografo, pubblicitario, critico opinionista, giornalista e direttore di giornali, cartoonist e nei ritagli di tempo raccoglitore di olive taggiasche.
A. MCKENZIE, La sopravvivenza dell'ape ligure a Kangaroo Island
Dell'ape ligure, insetto docile ed estremamente produttivo, pareva si fossero perse le tracce e il ricordo. Esiste, fortunatamente, un luogo in cui si trova ancora in assoluta purezza. Per ritrovarlo è però necessario compiere un lungo viaggio fino all'isola australiana Kangaroo Island. In questo luogo incontaminato, grazie ad una lungimirante e preziosa azione di tutela, l'ape ligure ha potuto riprodursi e prosperare indisturbata. È curioso come a descrivere la generosa produttività e le straordinarie caratteristiche del miele di un insetto giunto avventurosamente dalla Liguria quasi duecento anni fa siano oggi i siti internet e i bugiardini delle aziende agricole di Kangaroo.