giovedì 4 aprile 2013

EUGENIO GHERSI: UN MARINAIO LIGURE IN TIBET - SAGEP 2008



EUGENIO GHERSI
UN MARINAIO LIGURE IN TIBET
David Bellatalla, Carlo A. Gemignani, Luisa Rossi
SAGEP, 2008

I viaggi intrapresi da Eugenio Ghersi nel Tibet occidentale tra il 1933 e il 1935, regione che fra picchi di immense montagne, solchi di aspre valli, orli di ghiacciai e distese di immensi altopiani conserva un immenso patrimonio di monasteri, libri, sculture e dipinti da studiare. Ci viene restituito, attraverso le foto di Ghersi, un mondo cancellato dal tempo, dalle guerre e dall’incuria.

Eugenio Ghersi (Oneglia, 14 luglio 1904 - La Spezia, 13 ottobre 1997). Data al 1931 il suo primo incontro con l'Asia, quando - giovane medico della Marina Militare - fu inviato a prestare servizio per un anno sulla cannoniera Carlotto, che pattugliava il corso del Fiume Azzurro da Shanghai alle gole di Yichang. Il giornalista Cristano Ridòmi ebbe modo di far visita all'equipaggio della nave in quel periodo, e racconta che «Ghersi, il dottore del Carlotto, è produttore, regista, operatore di gustosissimi film del Fiume Azzurro. Gli ufficiali e i marinai ne sono spesso i protagonisti e gli attori».
Ghersi incontrò Tucci nel 1933, grazie ad un cugino dell'orientalista che era ufficiale sulla stessa nave dove anch'egli era imbarcato. Durante le spedizioni, oltre che fotografo e cineoperatore, disegnò schizzi cartografici dell'itinerario. Dal 1933 al 1935 collaborò strettamente con Tucci, riordinando la documentazione raccolta. Si sposò nel 1936, dopo di che, per due anni, lavorò come medico a Jeddah. Nel 1939-1940 partecipò ad una crociera militare attorno al mondo. Nel giugno del 1940 fu nominato Capo della Sezione fotografica del Centro di documentazione storica per le operazioni navali della Marina Militare. Nel 1967 fu promosso Ammiraglio ispettore e diresse l'Ospedale Militare di La Spezia fino al pensionamento. Oltre ad alcune delle fotografie scattate in Tibet, India e Nepal, Ghersi pubblicò anche immagini riprese in Cina a corredo del contributo di Giovanni Vacca («La Cina e il Giappone») all'opera Geografia universale, a cura di Roberto Almagià, Torino, UTET, 1936, vol. 4, t. II, pp. 833-1252.